Salerno, Il ritrovamento di Manuel Cientanni e i dubbi della procura: nominato super perito per accertare la dinamica

La procura di Salerno nomina un perito esperto in corpi in decomposizione: bisogna verificare la dinamica, gli amici si sono contraddetti

Manuel Cientanni
Manuel Cientanni
Martedì 3 Ottobre 2023, 06:40 - Ultimo agg. 15:34
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Un’attesa che sembrava infinita per i genitori e il resto dei familiari di Manuel Cientanni. A distanza di 48 giorni dal tragico incidente nel mare della costiera amalfitana, tra Erchie e Cetara, solo domenica pomeriggio il corpo del 29enne cuoco della Lega Navale di Salerno, in stato avanzato di decomposizione, è riemerso dagli abissi, ritrovato nella stessa area in cui si era inabissato lo scorso intorno alle 16,30 dello scorso 14 agosto. 

Ieri mattina all’obitorio dell’ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno, dove la salma è stata portata ieri sera dopo il recupero in mare, si sono recati il padre Walter Cientanni, dipendente del Comune di Montecorvino Pugliano che, con sua moglie, non ha mai perso la speranza di ritrovane il corpo del proprio figlio per dargli degna sepoltura. 

Quel cadavere lacerato sia dall’elica del motore della barca che dai 48 giorni in mare è proprio quello di Manuel. A confermarlo i suoi genitori che, straziati, si sono chiusi nel loro dolore. Già domenica, al momento del recupero in mare a un miglio dalla costa di Erchie da parte di due sommozzatori dei vigili del fuoco e gli uomini della Guardia Costiera, il costume, i tatuaggi sull’avambraccio, il colore dei capelli e l’età presumibile non avevano lasciato dubbi. La salma resta sotto sequestro: si attende ora la data fissata dal pubblico ministero titolare delle indagini, il sostituto procuratore Morris Saba, per l’esame autoptico che dovrebbe essere affidato a un docente universitario di caratura nazionale esperto in analisi e autopsie su resti umani e cadaveri particolarmente compromessi (decomposti, carbonizzati, depezzati) per conto di diverse Procure italiane.

Gli esiti potranno offrire maggiori elementi a chiarire le cause della morte di Manuel, ma anche di come sia avvenuto il ritorno in superficie del corpo dagli abissi dopo 48 lunghi giorni. 

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Sono molti gli interrogativi che non trovano risposte precise. A partire dalla dinamica dell’incidente. Già perché pare che le versioni rese dai due amici che erano con lui in barca il giorno della tragedia, il 19enne originario del Marocco (che era al timone al momento della caduta in mare di Manuel, risultato leggermente positivo ai test tossicologici) e il 33enne dell’Est europeo, non collimerebbero. I loro smartphone vennero immediatamente sequestrati: al vaglio i loro ultimi video e le storie di Instagram con quelle realizzate da Manuel. E poi risulta inspiegabile come il corpo possa essere stato ritrovato proprio nel punto in cui era scomparso. 

Le operazioni di ricerca erano cominciate lo stesso pomeriggio del 14 agosto con l’ausilio di due elicotteri. Da mare motovedette della Guardia Costiera e della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza. Da Napoli erano giunti i sommozzatori del Nucleo Subacqueo della Capitaneria di Porto e dei vigili del fuoco a cercare il corpo sul fondale a circa 44 metri di profondità. Per i successivi dodici giorni le attività subacquee, complesse, avevano visto l’utilizzo di Side Scan Sonar, strumento che consente un più ampio e dettagliato raggio d’azione per il controllo del fondale marino sulla batimetrica di 44 metri. In superficie, invece, il pattugliamento della motovedetta della Guardia Costiera di Salerno e degli elicotteri, da Punta Campanella a Salerno, è proseguito anche nei giorni successivi. Ma di Manuel nessuna traccia. Ipotesi verosimile è che il cadavere possa essere stato trasportato dalle correnti sottomarine per poi impigliarsi sul fondale. Raccolto nelle reti di pescherecci in recenti battute a strascico, s’immagina possa essere stato riportato nei pressi del luogo della scomparsa per consentirne il ritrovamento. 

Lucio Balsamo, consigliere della Lega Navale di Salerno con delega alle aree demaniali e agli ormeggi dei pontili, conosceva bene Manuel, che da alcuni anni lavorava come cuoco presso la sede sociale al porto “Masuccio Salernitano”. «Dopo questo peso che ci portavamo da troppi giorni attendiamo di conoscere la verità sulla morte di Manuel – dice – Noi lo ricorderemo attraverso le nostre attività, non dimenticando mai l’abnegazione e la passione impiegate nel suo lavoro qui da noi». 

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