Nocera Inferiore, neonata morta: cinque medici indagati, c'è anche il giencologo di fiducia della famiglia

Disposta l'autopsia sul corpo della piccola: la procura di Nocera Inferiore nomina tre consulenti

La tin dell'ospedale di Nocera Inferiore
La tin dell'ospedale di Nocera Inferiore
di Nicola Sorrentino
Mercoledì 10 Gennaio 2024, 06:50 - Ultimo agg. 11 Gennaio, 11:11
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Per la neonata morta in ospedale, a Nocera Inferiore domenica scorsa, tredici ore dopo la nascita, la procura ha iscritto nel registro degli indagati il ginecologo di fiducia della famiglia. Il medico aveva seguito la coppia da aprile a dicembre scorso, nelle varie fasi della gravidanza. Fino a quando, verso la fine di dicembre, la giovane coppia che risiede tra San Marzano sul Sarno e Pagani, era stata affidata nelle mani del personale del reparto di Ginecologia dell’Umberto I.

L’autopsia sul corpicino della piccola sarà effettuata nella giornata di giovedì. Si procede con l’ipotesi di omicidio colposo. Insieme al ginecologo, la procura ha iscritto tra gli indagati altri quattro medici, in servizio nel reparto dell’ospedale nocerino, che hanno avuto a che fare con la gravidanza e il parto della giovane mamma. I consulenti nominati dal sostituto procuratore che segue l’indagine sono il medico legale Giovanni Zotti, che sarà coadiuvato dal consulente e ginecologo Giuseppe De Masellis e dalla neonatologa Maria Corbo.

Nel mirino di quella che sarà l’autopsia e il resto degli esami - con analisi delle cartelle cliniche sequestrate dai carabinieri dopo la denuncia della famiglia - ci sarà anche la fase di gestione della piccola, nei momenti immediatamente successivi alla nascita. Un momento cruciale, per comprendere l’eventuale presenza di complicanze che avrebbero potuto determinare, poi, la morte. 

La famiglia si è affidata all’avvocato Giovanni Pentangelo nel momento in cui ha deciso di sporgere denuncia, ritenendo che qualcosa sia andato storto durante il periodo di gravidanza, così come nei giorni nei quali la donna è stata ricoverata. La giovane madre si trova allo stato, ancora in ospedale, sotto osservazione. Nel racconto fatto ai carabinieri, la coppia di appena 23 anni, ha spiegato che fino a dicembre, tra visite, controlli e tracciati, sia il ginecologo di fiducia che il personale sanitario, avevano più volte rassicurato sul buon esito della gravidanza.

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La famiglia aveva ricevuto indicazioni anche sul giorno del parto, naturale, salvo complicazioni impreviste. Sempre secondo denuncia, la madre aveva ricevuto mesi prima una cura con antibiotico e integratori per un piccolo problema di diabete da gravidanza e per un batterio. Nulla che potesse, tuttavia, compromettere la nascita della piccola. Gli ultimi tre tracciati effettuati a gennaio, in fondo, lo avevano confermato. I problemi sarebbero emersi il 4 gennaio scorso. La donna fu ricoverata in ospedale dopo essere stata dimessa per ben due volte, pur con la presenza di un’infezione vaginale. I dolori addominali erano stati tali da ritornare nuovamente in pronto soccorso, dove il personale sanitario l’aveva poi trasferita in reparto, presso Ginecologia. Nella denuncia la famiglia ha raccontato le varie fasi che hanno preceduto il parto: da un esame «particolarmente invasivo» per la verifica del sacco amniotico, alla potenziale rottura dello stesso, a loro dire, dopo aver notato sulle dita della mano del medico «sangue e liquido trasparente». La donna aveva partorito con un cesareo d’urgenza ma ancor prima le avevano somministrato, per due volte, delle pillole per indurre il parto. Una «tachicardia fetale» aveva spinto i medici a scegliere l’intervento d’urgenza. Una volta nata, la piccola era stata intubata e controllata con ventilazione assistita.

Nel valutare un trasferimento al Santobono di Napoli per una specifica terapia, il personale aveva poi deciso di lasciarla a Nocera perchè la situazione si sarebbe stabilizzata. Il decesso si era registrato il giorno dopo: la piccola - a dire della famiglia - avrebbe «ingerito ed inalato» del liquido amniotico, causa di una potenziale infezione e di un problema ai polmoni, come era stato loro comunicato. Per i 5 medici indagati ci sarà la possibilità di nominare un proprio consulente di parte, durante l’autopsia.

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