Nocera Inferiore, muore per occlusione intestinale scambiata per indigestione

Muore per una sbagliata diagnosi sbagliata: indagati due medici di Nocera Inferiore

L'ospedale di Nocera Inferiore
L'ospedale di Nocera Inferiore
di Nicola Sorrentino
Sabato 14 Ottobre 2023, 06:40 - Ultimo agg. 16:41
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Muore in attesa del ricovero per un’occlusione intestinale, diagnosticata due giorni prima come una «semplice indigestione». La procura di Nocera Inferiore ha avviato un’indagine per omicidio colposo dopo il decesso di una donna di 60 anni, di Pagani, R.C. , per il quale risultano indagati due medici. Uno presta servizio presso il pronto soccorso, l’altro al reparto di chirurgia dell’Umberto I di Nocera Inferiore. Due giorni fa il medico legale ha effettuato l’esame autoptico. La donna è deceduta il 7 ottobre scorso. Serviranno novanta giorni per conoscere le cause del decesso e stabilire l’eventuale responsabilità dei due medici. Intanto la famiglia ha sporto denuncia all’autorità giudiziaria, contestando l’intera gestione della paziente, a partire dai due giorni prima della morte. 

Quel giovedì pomeriggio la 60enne avvertì dolori all’addome. Il 118 - secondo denuncia - una volta giunto presso l’abitazione della 60enne raccolse informazioni sulla paziente (ad aprile scorso aveva subito un intervento al colon con successive sedute di chemioterapia), decidendo di non ricoverarla e valutando quei dolori come «semplice indigestione». Nella notte tra il 5 e il 6 la donna si recò in ospedale e fu dimessa - verrà visitata dopo oltre tre e ore e mezza - in quanto i medici prospettarono l’esistenza di una «colica addominale», per la quale fu prescritta terapia farmacologica. Ma una volta rientrata a casa la 60enne avrebbe segnalato il persistere dei dolori, al punto da richiedere l’intervento del medico di famiglia. Quest’ultimo richiese a sua volta l’intervento immediato del 118, dopo aver verificato gli esiti degli accertamenti ospedalieri precedenti. In particolare, dal referto di un’ecografia all’addome risultava una presenza di liquidi che - a suo parere - avrebbe imposto l’esecuzione di una Tac che avrebbe rilevato la patologia in atto. Con tanto di «tempestivo intervento chirurgico». Ritornata in pronto soccorso per il ricovero, intorno alle 13,42, con triage, la paziente fu visitata intorno alle 17, con constatazione del decesso.

La famiglia, infatti, denuncia che la 60enne avrebbe atteso diverse ore, per poi accasciarsi a terra a seguito di un malore.

I parenti - rappresentati dagli avvocati Fortunato De Felice e Maurizio Mastrogiovanni - chiedono ora la verità, dopo aver denunciato la fase della gestione della paziente, a partire dai sanitari del 118 intervenuti, così come quelli del pronto soccorso successivamente. Nell’esposto-denuncia presentato in procura viene contestato, inoltre, il mancato primo ricovero della donna, l’omessa diagnosi della patologia in atto e il mancato ma ritenuto necessario approfondimento diagnostico mediante una Tac. Insomma, la 60enne avrebbe potuto salvarsi se fosse stata operata in chirurgia, sostiene la famiglia. I medici iscritti nel registro degli indagati sono assistiti dall’avvocato Giovanni Mauri. La procura ha esposto al medico legale una serie di quesiti ai quali dovrà rispondere, con il contestuale deposito dell’autopsia previsto entro novanta giorni. Solo allora si potrà determinate il rispetto di tutti i protocolli da parte dei due medici, che hanno gestito i vari accessi della 60enne, in quei due giorni, tra le visite effettuate in casa e in ospedale, fino al tempo atteso prima del ricovero. Come da prassi, l’autorità giudiziaria ha sequestrato la cartella clinica e il resto della documentazione che racconta la storia medica della donna, residente a Pagani.

Per la famiglia, anche in occasione del ricovero del 7 ottobre, i medici non avrebbero accertato tempestivamente la patologia in atto, che avrebbe condotto - in emergenza - all’intervento chirurgico valutato come necessario.

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