Orrore a Battipaglia: porta i figli dai nonni e uccide la moglie

A uccidere la donna un unico fendente alla gola

Il luogo dell'omicidio
Il luogo dell'omicidio
di Petronilla Carillo
Mercoledì 20 Settembre 2023, 23:57 - Ultimo agg. 21 Settembre, 17:11
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La richiesta di aiuto è arrivata ai centralini dei carabinieri intorno alle 12.30 da una voce maschile che chiedeva un intervento per una lite in famiglia. Quando, però, i militari dell’Arma sono arrivati in via Flavio Gioia, lo scenario dinanzi al quale si sono ritrovati era ben diverso. A terra, in cucina, in una pozza di sangue, una donna di 37 anni, Maria Rosa Troisi, accanto a lei suo marito Marco Aiello di 38 anni. Ad uccidere la donna, con un unico fendente alla gola, dato lateralmente (probabilmente alla giugulare), è stato il marito al termine di una lite sulla quale gli uomini del capitano Samuele Bileti stanno ora cercando di fare chiarezza. L’uomo, in stato di forte choc, è stato portato in caserma dove è stato interrogato fino a sera dal sostituto procuratore di Salerno, Licia Vivaldi.

Non ha saputo spiegare molto su quanto accaduto in quella villetta monofamiliare alle spalle della litoranea di Battipaglia e neanche sul motivo che ha scatenato la lite con la moglie. Unica certezza, quella di ieri è stata la prima richiesta di aiuto arrivata dalla coppia: mai una denuncia, una lite ad alta voce o precedenti episodi di violenza. Diversi, dunque, gli scenari che gli investigatori stanno esplorando ricostruendo la vita familiare della coppia che ha anche due figli, una bambina di 10 anni ed un bimbo di 8.

Entrambi ieri mattina non erano in casa ma dai nonni che vivono in un’altra villetta difronte alla loro. 


«Brave persone» dicono di Maria Rosa e Marco i loro vicini di casa. Una donna racconta di non averli mai sentiti litigare. Un gruppetto di uomini anziani parlano di lui come di un «grande lavoratore». L’uomo faceva l’idraulico. «È venuto anche a fare dei servizietti da me - racconta una dirimpettaia - ed ha fatto tutto bene. Stamattina sono uscita per andare a lavorare e quando sono rientrata ho trovato la strada sbarrata dai carabinieri. Ho detto che vivevo poco più avanti e mi hanno fatta passare ma non credevo ai miei occhi quando ho visto tutte queste forze dell’ordine a casa loro: non abbiamo mai sentito urlare o litigare... la sera prima erano seduti insieme sulla panchina fuori casa loro a ridere e giocare con i loro figli». Non tutti sono disposti a parlare in via Flavio Gioia: qualcuno fa capolino fuori al cancello soltanto dopo che il servizio di pompe funebri ha portato via il corpo senza vita di Maria Rosa. Sono rimasti tutti chiusi nelle loro case, delle villette monofamiliari molto semplici a quattro passi dalla litoranea, di fronte ad una serie di stabilimenti balneari. 



A sentire qualche vicino marito e moglie erano entrambi «belli». Una coppia tranquilla, una famiglia di quelle classiche: due bambini e anche due cani. Due volpini, per l’esattezza, ieri affidati al servizio veterinario dell’Asl. Si erano trasferiti da qualche anno in periferia, dove avevano affittato una villetta monofamiliare. Una specie di «casa vacanze» dove, però, loro avevano deciso di vivere dodici mesi all’anno dopo aver venduto la propria abitazione a Battipaglia centro. Una «svendita» dicono alcuni molto vicini alla coppia. E la scelta di quella zona non era stata casuale: Marco era cresciuto in quella strada, dove vivono anche i suoi genitori ai quali sono stati ora affidati i loro figli. Sui motivi del litigio saranno gli inquirenti a cercare di far luce non appena l’uomo riuscirà a riprendersi dallo stato confusionale in cui si trova.

Anche le voci sulla coppia sono discordanti. C’è chi parla di tradimenti, chi di uno stato depressivo da parte di lei. Ci si interroga anche sul perché di quella telefonata fatta per chiedere un intervento per lite familiare. Una richiesta di aiuto che, ma tutto è ancora da provare, potrebbe essere stata fatta perché l’uomo non si sentiva sicuro - nel qual caso potrebbe aver colpito la donna per difendersi - oppure perché non aveva avuto il coraggio di raccontare al telefono ciò che era accaduto. La certezza è soltanto una: Marco Aiello ha ucciso la moglie Maria Rosa Troisi. E lo ha fatto nel luogo più «familiare» della casa, in cucina, con un coltello preso da un cassetto.

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Coltello che è stato ritrovato e sequestrato dagli investigatori. Il pm ha deciso di sottoporre la salma a sequestro per sottoporla ad esame autoptico e capire la causa della morte oltre a ricostruire l’esatta dinamica dell’aggressione mortale, per compararla con il racconto del marito la cui posizione è al momento al vaglio degli inquirenti. Ciò che lascia senza parole tutti è il fatto che in questa tragica storia non vi sarebbero state avvisaglie. Anche i genitori di lui si sono chiusi nel silenzio, provvedendo a prendersi cura dei due nipoti. Anche loro sotto choc per quanto accaduto. Inaspettatamente in un’afosa mattinata di fine settembre al culmine di una lite nata per motivi ancora oscuri. 

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