Baronissi, picchiò una negoziante e ora viene arrestato per stalking nei confronti di una seconda vittima

Due vittime diverse, una di Baronissi e l'altra di Salerno: il secondo episodio è emerso durante il processo per lesioni a Nocera Inferiore

Un'aula di tribunale
Un'aula di tribunale
di Nicola Sorrentino
Domenica 10 Marzo 2024, 06:40
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Si era infatuato di lei, dopo averle scritto attraverso il social Instagram, al punto da cominciare a perseguitarla in ogni modo possibile per almeno due anni. Finisce agli arresti domiciliari un 30enne di Baronissi, E.P. , già sottoposto ad una misura di sicurezza della libertà vigilata, presso una casa di cura a Pellezzano. Si tratta dello stesso ragazzo che l'8 dicembre scorso, a Baronissi, aggredì con estrema violenza la titolare di un negozio d'abbigliamento. La circostanza del suo arresto è emersa giorni fa presso il Tribunale di Nocera Inferiore, durante la prima udienza che vede il ragazzo a processo per stalking e lesioni nei confronti della giovane della Valle dell’Irno. I fatti che hanno condotto al suo arresto, invece, vanno dal 2021 al 2023, secondo la denuncia sporta da una ragazza di Salerno alla stazione carabinieri di Mercatello.

IL FATTO

La vittima sarebbe stata bersagliata da decine di messaggi. Tuttavia, fu un incontro fortuito, su di un bus di linea, a dare inizio alle condotte persecutorie del ragazzo. Il 30enne l'avrebbe prima importunata per poi bersagliarla di mail, rappresentandole di essere innamorato di lei dopo averla vista, una sera, presso un lido a Salerno. Stando a quanto ricostruito dai carabinieri, la giovane era tornata a Salerno dopo un breve periodo trascorso in Piemonte per motivi di studio, quando cominciò a notare ripetutamente sotto casa la presenza del ragazzo. Il giovane avrebbe più volte citofonato, a qualsiasi ora, per poter parlare con lei, appostandosi per ore nei pressi dell'abitazione della vittima e arrivando anche a telefonare nell'ufficio dove la ragazza lavorava, in provincia di Avellino. Dopo quell'incontro sul bus, la vittima guadagnò velocemente la via di casa, chiudendo in tempo il portone dietro di lei. L'indagato, che l'aveva rincorsa, cominciò a sbattere le mani sul vetro, chiedendole di aprire per parlare. A nulla erano valsi anche i richiami della famiglia di lei a farlo desistere. Gli episodi, ripetuti nel tempo, cominciarono a destabilizzare la ragazza e l'intera famiglia. La giovane, in pratica, ogni volta che doveva uscire chiedeva la compagnia di un familiare, temendo di incontrare il 30enne. Per il Gip, i comportamenti del giovane hanno determinato nella vittima, così come nei suoi familiari, «un comprensibile e evidente stato di ansia e di timore per l'incolumità propria nonchè il marcato cambiamento delle abitudini e dello stile di vita». Secondo una consulenza della procura, inoltre, il giovane - all'epoca dei fatti - sarebbe stato affetto da "disturbo delirante cronico paranoideo».

IL DIBATTIMENTO

Una nuova consulenza è stata disposta anche dal Tribunale di Nocera Inferiore, per quel che riguarda l'altro procedimento. Ed è proprio in virtù di quanto il ragazzo fece a Baronissi, ai danni di una commerciante, che il Gip di Salerno ha applicato la misura degli arresti domiciliari, rilevata «la pericolosità specifica che ha avuto recente espressione nella violenta aggressione di una donna l'8 dicembre 2023». I domiciliari, allo stato, rappresentano per il tribunale l'unica misura concretamente in grado di evitare la reiterazione del reato. La commerciante di Baronissi, di 35 anni, fu invece aggredita con calci e pugni, quel giorno, all'esterno del suo negozio. Rimediò 25 giorni di prognosi. A liberarla dalla morsa del giovane furono diverse persone. Il ragazzo l'accusava - senza alcuna ragione - di essere la causa dei suoi problemi con l'Asl, di un Tso che gli era stato praticato in passato, così come della presenza di «trappole e droni in casa», che servivano a spiarlo.