Castagne, parte la raccolta nel Salernitano: «Tardive ma sono ottime»

Coldiretti: «Temperature alte e siccità sono un problema e hanno rallentato la maturazione ma la qualità è buona»

La raccolta delle castagne
La raccolta delle castagne
di Margherita Siani
Domenica 15 Ottobre 2023, 07:00
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Un’annata tardiva ma di buona qualità. La campagna per la raccolta delle castagne, che vede il marrone tra le qualità più gettonate in Italia, è partita con un ritardo che non si registrava da tempo. Uno dei prodotti di punta della nostra provincia e dell'intera Campania, quest’anno si è fatto aspettare oltre due settimane. Il caldo, quindi la modifica delle temperature, troppo alte, ma anche una siccità persistente, hanno portato ad una maturazione tardiva delle castagne nei ricci. Solo in questi ultimissimi giorni, infatti, la campagna castanicola ha avuto inizio, ma procede ancora abbastanza lentamente. Tuttavia l’analisi sui castagneti è già più di una proiezione per i produttori della filiera. 

«Quest’anno la situazione non è ottimale per la castanicoltura salernitana, come per tutta la Campania - dice Roberto Mazzei, capoarea economica di Coldiretti Campania - Purtroppo le condizioni climatiche durante il periodo di fioritura, la carenza di piogge e le temperature alte nell’ultimo mese non hanno in nessun modo favorito una produzione con quantitativi ottimali. Diversa invece sembra la proiezione sulla qualità, con le prime castagne che iniziano a cadere il prodotto sembra presentarsi qualitativamente migliore». Cilento, Alburni e Calore, Picentini e Costiera sono le aree a maggiore produzione, aree che concorrono a definire, insieme all’area avellinese soprattutto, quel 44% di produzione nazionale che la Campania determina in Italia sulla produzione totale, che si divide a seguire, tra Calabria, Lazio, Toscana ed Emilia Romagna. In Italia, nel 2022, secondo i dati Istat, la produzione di castagne e marroni è stata di circa 57mila tonnellate raccolte su una superficie superiore ai 36mila ettari

I castagneti produttivi si collocano fra le specie frutticole più importanti dopo nocciole (84mila ettari), arance (83mila ettari), pesche e nettarine (66mila ettari), mandorle (53mila ettari) e uva da tavola (45mila ettari). Messo ormai da parte il cinipide, finalmente superato, ora la lotta si sposta sul piano climatico: la produzione deve dunque fare i conti con fattori squisitamente ambientali e naturali. A reggere maggiormente in questa campagna 2023 sono soprattutto gli Alburni. L’area tra Sicignano degli Alburni (dove è in corso la 51esima sagra delle castagne, che ci sarà anche nel prossimo weekend), Petina, Postiglione, in parte Roccadaspide riusciranno ad avere una buona produzione, inferiore comunque rispetto allo scorso anno, quando si sono registrati quantitativi record che hanno fatto ridurre i prezzi del prodotto sul mercato. Quest’anno, si torna a valori più normali, con una riduzione di circa il 50% rispetto al 2022, con un valore economico di mercato destinato a salire. La percentuale di raccolta, come indicano le analisi della Coldiretti sulle produzioni, si riduce maggiormente nel Cilento e in Costiera, evidenziando una raccolta a macchia di leopardo, a seconda del clima e dell’umidità del territorio. «Si prevede una resa a macchia di leopardo, zone in cui ci sarà più prodotto, alternate ad altre in cui non ve ne sarà. La qualità, in compenso, sarà ottima», è la stima che fa Coldiretti Salerno sulla campagna castanicola. Coldiretti evidenzia anche una differenziazione di produzione all’interno della stessa area del Cilento, dove i castagneti sono più carichi di prodotto «nelle zone più basse, mentre le zone alte presentano una produzione più scarsa».

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Resta comunque importante la concorrenza internazionale per il prodotto campano. Il direttore di Coldiretti Salerno, Enzo Tropiano, spiega la tendenza di questo 2023: «Dovremo vedercela con i mercati portoghesi, spagnoli e greci, dove si prevede una produzione castanicola in salita».
 

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