Rifiuti illegali, c’è l’intesa: ritornano
dalla Tunisia la vigilia di San Valentino

Rifiuti illegali, c’è l’intesa: ritornano dalla Tunisia la vigilia di San Valentino
di Pasquale Sorrentino
Venerdì 4 Febbraio 2022, 06:45
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Dalla Tunisia rimbalza un giorno: il 13 febbraio. Una domenica per far ripartire i 212 container dal porto di Sousse con destinazione Italia. L’accordo tra il governo maghrebino, la Regione Campania e il Ministero, sul rimpatrio dei rifiuti sequestrati da quasi due anni sembra quindi aver trovato concretezza. Ci sarebbe anche un protocollo firmato tra i vari enti il cui contenuto per ora è top secret.

La prima spedizione di rifiuti italiani importati illegalmente a Sousse in Tunisia dovrebbe essere riconsegnata in Italia a breve, quindi. Il primo annuncio era è stato dato dal relatore generale dell’amministrazione generale delle dispute di Stato, Mohamed Belrhoma, in una dichiarazione all’emittente radiofonica «Jawhara Fm», affermando che le autorità tunisine «hanno realizzato grandi passi in avanti nel processo della restituzione dei rifiuti, e che saranno presto restituiti dopo aver ottenuto i permessi e le prove necessarie». 

Questo due giorni fa, ieri è trapelata anche la data dell’eventuale partenza dei rifiuti: il 13 febbraio.

Ma tanti, troppi, restano i punti oscuri su una vicenda che sin dall’inizio ha portato con sé più ombre che luci. Costi, responsabilità, destinazioni. Sono tanti i soldi in ballo: non solo del trasporto ma anche del lungo «parcheggio» nel porto di Sousse e quelli relativi all’uso dei container. L’Askra aveva citato in giudizio la Sra, l’azienda che ha inviato i rifiuti, la Regione e il Ministero, per 10 milioni di euro. Chi pagherà? Notizie contrastanti arrivano dalla Tunisia e sul fatto che il governo africano contribuirà alle spese o meno. Nessuna notizia, invece arriva dall’altra parte del Mediterraneo, dove si mantiene il più stretto riserbo sia sui costi, sia sulla destinazione finale dei rifiuti. Il cargo con la prima parte dei 212 container sequestrati dalla Magistratura tunisina dovrebbe trasportarli dove sono partiti: dal porto di Salerno.

Una volta ritornati in Italia le Procure di Potenza e di Salerno che hanno aperto indagini su quanto avvenuto, con ogni probabilità, porteranno avanti un nuovo sequestro. Da capire se ciò avverrà nel porto di Salerno stesso, ipotesi scartata dal direttore delle Dogane per i costi estremamente elevati ai danni dell’Erario, o in un «parcheggio» in Campania. Il Direttore dell’Ufficio delle Dogane di Salerno, Maurizio Pacelli, sentito dalla Commissione parlamentare, ha auspicato il ritorno nella Sra. Ipotesi impossibile considerando che i rifiuti non sono partiti tutti dalla sede di Polla e comunque la sede è troppo piccola per ospitare tutta quell’immondizia. Altro aspetto. La Sra ha chiesto tramite i suoi legali che la caratterizzazione dei rifiuti avvenga in presenza di propri periti. Anche questa fondamentale operazione non si sa dove avverrà. E alla presenza di chi.

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