Intese su falsi ricoveri ad Agropoli per avere rimborsi Asl: 22 persone nei guai

Un clinica privata accreditata nel mirino della Procura vallese: medici di base, professionisti e privati ora rischiano il processo

Medici e cartelle cliniche
Medici e cartelle cliniche
di Nicola Sorrentino
Domenica 25 Febbraio 2024, 07:00
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Falsi ricoveri per assistere i familiari, con tanto di rimborso ottenuto dall'Asl grazie a prescrizioni che attestavano condizioni di reale necessità. È questa l'ipotesi della procura di Vallo della Lucania, che ha appena concluso un'inchiesta su una serie di presunte truffe - ma anche di tentativi non riusciti - contestate a vario titolo a 22 persone, per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio. Le accuse sono truffa aggravata, oltre che tentata, falso in atto pubblico e ideologico, a seconda dei ruoli ricoperti dai singoli. Ipotesi di reato ricostruite dai carabinieri del Nas di Napoli, nel 2021, attraverso intercettazioni telefoniche e acquisizione di documenti. Nel mirino c'è una clinica privata di Agropoli, accreditata con il Servizio Sanitario Nazionale

A rischiare il processo sono un tecnico della struttura, un medico cardiologo, originario di Pagani (insieme alla sua segretaria di studio), il direttore sanitario e il responsabile di reparto. Con loro ci sono nove medici di base (con studi in Campania e in Puglia) e otto privati cittadini. Raggiri e artifizi avrebbero seguito - stando alla contestazioni - sempre le medesime modalità. Attraverso un "accordo" tra il tecnico della clinica, il cardiologo e il direttore sanitario, veniva disposto il ricovero di un privato cittadino presso il reparto, senza che ve ne fosse alcuna necessità. Ad aprile 2021, infatti, la struttura ricevette un rimborso dall'Asl di Salerno di 120 euro (a fronte di una richiesta di 586 euro), causando un danno al servizio sanitario nazionale. In che modo: il medico curante della paziente, in questo caso, aveva redatto qualche giorno prima un'impegnativa cui fece seguito il ricovero in clinica, con conseguente apertura di una cartella clinica. Quest'ultima, ritenuta «atto fidefacente», da parte del medico cardiologo, accusato di aver in sostanza redatto quell'atto con una falsa attestazione. Atto sul quale la paziente stessa sottoscriveva, poi, anche il consenso informato

La struttura sarebbe riuscita ad ottenere almeno cinque rimborsi non dovuti dall'Asl, che figura parte lesa nel procedimento. Come ancora sarebbe accaduto a fine 2021, a dicembre, quando la struttura si vede rimborsare 1259 euro. Anche questa pratica era collegata ad una cartella clinica di un paziente, che ottenne dal suo medico di base con studio a Nocera Inferiore, l'impegnativa che fece seguito al ricovero presso il centro di Agropoli.

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I "falsi ricoveri" erano legati alla volontà, da parte delle famiglie, di assistere i propri cari, così come documentato dalle intercettazioni. Per almeno tre volte, tuttavia, l'Asl non contabilizzò i rimborsi. In estate i 22 indagati saranno dinanzi al Gip, che valuterà le accuse e le singole posizioni. Tra i legali difensori gli avvocati Michele Avino, Alfonso Mutarelli, Carlo De Martino e Rosanna Zequila.
 

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