Salerno, scure dei tagli sulle case di comunità: 22 su 33 sono a rischio chiusura

Nel Salernitano 22 su 33 case di comunità sono a rischio chiusura

I locali di via vernieri destinati a Casa Comunità
I locali di via vernieri destinati a Casa Comunità
di Sabino Russo
Sabato 30 Settembre 2023, 06:25 - Ultimo agg. 17:14
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A rischio ventidue delle trentatrè Case di Comunità previste nel salernitano e da realizzare entro giugno 2026 con i fondi dell’Unione europea. Stando alla proposta di revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che vede una riduzione del numero delle strutture (in Campania potrebbero diventare 55 a fronte delle 172 programmate) a causa dell’aumento dei costi nell’edilizia, si dovrebbe dare priorità agli interventi di ristrutturazione degli edifici esistenti (undici in provincia), che impatterebbero in misura minore sul cronoprogramma dei lavori. Le strutture che uscirebbero fuori dai finanziamenti del Pnrr dovrebbero essere poi realizzate attingendo a quelli destinati all’edilizia sanitaria. 

Le Casa di Comunità nascono con l’obiettivo di offrire un punto riferimento a cui rivolgersi per le prime necessità, non intasando così i Pronto Soccorso. Una ogni 40-50mila abitanti. All’interno opererebbero, il condizionale è d’obbligo, vista la grave carenza di professionisti sanitari, medici di medicina generale, pediatri, ostetrici, lo psicologo, infermieri di famiglia, un assistente sociale, 5-8 figure sociosanitarie e amministrative. Il cronoprogramma degli obiettivi posti dal Pnrr prevede che entro dicembre 2023 ci sia la firma dei contratti d’appalto per la loro costruzione o, nel caso di edifici già esistenti, per la ristrutturazione.

Al momento, ultimi dati Agenas alla mano, le gare d’appalto sono quasi tutte aperte, a fronte di ancora pochi contratti già firmati o vicini alla firma. Con la proposta di revisione del Pnrr del ministro Fitto, a causa di un aumento dei costi nell’edilizia fra il 24 e il 66 per cento, si è deciso di ridurre il numero di Case di Comunità, che passano da 1.350 a 936 in Italia.

Il numero dovrebbe essere stato misurato sulle Case di Comunità per lo più da ristrutturare e non da costruire ex novo, perché «l’impatto sul cronoprogramma dei lavori - si legge nelle proposte - è maggiore per le nuove costruzioni rispetto agli interventi di ristrutturazione di edifici esistenti. In particolare, i primi richiedono iter approvativi molto più lunghi (permesso a costruire vs. Scia, ad esempio); richiedono opere propedeutiche, come demolizioni, scavi, spostamento sottoservizi, allacciamento reti, generalmente assenti negli interventi di ristrutturazione». 

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Stando all’ultima delibera dell’Asl Salerno, in provincia gli interventi di ristrutturazione su edifici già esistenti interesserebbero i locali di via Vernieri e di un immobile a Matierno a Salerno, quelli di una ex Rsa a Capaccio Paestum, un livello della palazzina uffici del distretto sanitario di Battipaglia nell’area dell’ospedale, parte dell’ospedale di Scafati, il distretto sanitario di Amalfi, un’ala dell’ex ospedale di Pagani, l’ex ospedale a Giffoni Sei Casali, un immobile a Buccino, uno a San Giovanni a Piro e uno a Sanza. La rassicurazione del governo è che le strutture che uscirebbero dai finanziamenti del Pnrr dovrebbero essere realizzate con i fondi per l’edilizia sanitaria. L’iter burocratico, in questo caso, è lungo e complesso, col rischio che possano saltare le Case di Comunità di nuova costruzione. In Campania potrebbero diventare 55 a fronte delle 172 programmate, così come nel salernitano potrebbero essere undici a fronte delle 33 previste. 

Altro problema, poi, è che dirottando sulle Case di Comunità i fondi per sistemare gli ospedali si rischia di lasciare le strutture ospedaliere in balia delle carenze strutturali e di attrezzature di cui già soffrono e non poco. Senza tener conto, inoltre, della grave carenza di camici bianchi e degli altri operatori sanitari. Nelle Case di Comunità, infatti, dovrebbero esserci i medici di famiglia, che però non avrebbero alcuna intenzione di andare a lavorare nella Case di Comunità, neppure per le sole due ore al mese previste dalla Legge di bilancio 2022.

Nei prossimi sei anni, poi, nel salernitano dovrebbero andare in pensione circa 600 persone tra medici di medicina generale e pediatri in libera scelta. Il totale, oggi, è di 846 medici operativi, di cui 701 medici di famiglia e 145 pediatri. Su quanti ne entreranno non è facile avere una contabilità esatta, ma ragionevolmente si può stimare che entreranno meno di 170 medici di medicina generale e pediatri di libera scelta. Quindi ne andranno via 600 e ne entreranno 170. Oggi la normativa dice che il numero di pazienti massimo per medico di medicina generale è 1500.

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