Salerno, Halloween e cerimonie;
gli operatori: «Crollo dei fatturati»

Salerno, Halloween e cerimonie; gli operatori: «Crollo dei fatturati»
di Barbara Cangiano
Sabato 17 Ottobre 2020, 08:48 - Ultimo agg. 23:22
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Coprifuoco alle 22 nel week end di Halloween, «un monumento all'imbecillità» e possibili restrizioni sugli orari di una movida «che va chiusa per colpa di un'alta percentuale di irresponsabili». La carrozza - dopo l'ultima ordinanza firmata dal presidente Vincenzo De Luca e le dichiarazioni fatte ieri via social - potrebbe dunque trasformarsi in zucca ben prima della mezzanotte, lasciando a casa non solo i frequentatori del by night, ma «oltre duemila dipendenti che non lavoreranno, in Campania, tra questo e il prossimo fine settimana». Per ora in Cig, «ma quando ci sarà lo sblocco dei licenziamenti molti di loro perderanno il lavoro». Mario Ventura della Fipe non usa toni polemici, ma ammette: «Resisteranno in pochi. Il 90 per cento delle attività è destinato ad abbassare le saracinesche».

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Halloween preoccupa poco gli addetti ai lavori. «Ormai nessuno programma a così lungo termine», sbotta Daniele Avallone, pr. L'unico temerario era stato Maurizio Maffei, che si prepara ad aprire il Bogart il 25. «Avevamo in programma una cena spettacolo racconta Vorrà dire che faremo un pranzo. Ma da imprenditore auspicherei che i nostri governanti la finiscano con gli show. Servono soluzioni concrete per scongiurare la morte di tantissime attività». Daniele Trebicka del bar Vida è agguerrito: «Stanno facendo terrorismo psicologico.

Per quanto mi riguarda preferisco farmi arrestare anziché chiudere». Di strategia del terrore parla anche Armando Pistolese dell'Acs: «Stiamo organizzando una manifestazione. Ci sono locali che hanno una storia di 25 anni e che non arriveranno a dicembre. Chi non ha posti a sedere deve chiudere alle 21. E in più la città si è svuotata, perché le persone hanno di nuovo paura».

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Matteo Caramico, titolare della gelateria Bizzarre, ha visto calare il suo fatturato del 70 per cento: «Il grosso del lavoro si svolge nel dopo cena. Non potendo più accogliere i clienti dalle 21 non riesco a reggere». Tra le prime vittime, Alla zeppola d'oro, che ha salutato su facebook la sua clientela, con tanto di cartello Grazie De Luca, mentre il bar Laltrolato ha deciso di non riaprire «finché non ci saranno le condizioni per poter lavorare in serenità», chiarisce Gianluca Bernardi. Gianmatteo Ferrigno del wine bar Ricordi è rassegnato: «È inutile cercare un carnefice. La situazione è la stessa in tutta Europa. Non sono affatto contento, ma mi aspetto che da un momento all'altro il Governo ci imponga una chiusura alle 18». Chi non si rassegna e spera in un dietrofront di De Luca, è il settore del wedding, che ha già visto andare in fumo, per il solo mese di ottobre, circa sei milioni di euro, calcolando una media di ventimila euro a matrimonio per i trecento previsti in provincia di Salerno. «Il nostro presidente regionale Costanzo Iaccarino ha inviato una lettera al governatore per denunciare il caos che si è venuto a creare con un provvedimento repentino che manda in fumo migliaia di euro denuncia il presidente provinciale di Federalberghi Giuseppe Gagliano L'indotto è vastissimo ed è assurdo procedere così». Delle 300 cerimonie previste nel Salernitano, 190 dovevano tenersi nell'area di Paestum, come spiega Pino Greco del Meridiana hotel e presidente del consorzio albergatori Paestum In: «Gli sposi sono disperati e noi di più: avevamo già acquistato cospicue derrate alimentari che andranno perse. Non sappiamo che risposte dare ai nostri collaboratori». Non va meglio in costiera amalfitana, dove Raffaele Esposito dell'hotel Tramonto d'Oro di Praiano, annuncia la chiusura anticipata della struttura: «Siamo stati costretti ad annullare le cerimonie. Non ha senso restare aperti». Lo sa bene Giovanni Landi di Asc catering & banqueting: «Praticamente ci hanno chiuso. E nessuno sembra interessarsi del nostro futuro». Anche perché il passato lockdown, aveva già visto il crollo del 90 per cento degli introiti. «Prima di emanare delle ordinanze sarebbe auspicabile un confronto commenta Francesca Ragone, consulente di immagine - Forse a molti sfugge che un matrimonio non è una cena tra amici e si organizza con minimo un anno di anticipo».

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