«Salerno città meravigliosa»: Vasco infiamma i 34mila dell'Arechi

Il rocker emiliano chiude il suo tour da record con la doppia tappa salernitana

Vasco Rossi all'Arechi con il chitarrista Stef Burns
Vasco Rossi all'Arechi con il chitarrista Stef Burns
di Carmen Incisivo
Giovedì 29 Giugno 2023, 04:45 - Ultimo agg. 12:46
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C’è Paola che ha terminato l’esame di maturità ieri mattina nella profonda Calabria, ha obbligato il fratello maggiore e un’amica a salire in treno per giungere a Salerno sotto il solleone delle 14. Poco dopo arrivano Gianni e Teresa, che di anni ne hanno almeno una trentina in più rispetto a Paola, il loro amore è sbocciato sulle note dei più celebri successi del Kom, primo su tutti l’intramontabile Albachiara. Quello di ieri è il loro diciannovesimo concerto in trent’anni d’amore. E poi comitive, coppie, carovane di maturandi che non vedevano l’ora di partire per vivere la loro prima notte da «grandi».

Il concerto di Vasco Rossi, che a Salerno chiude un tour di enorme successo «quello della rinascita» - come lui stesso l’ha definito - è il luogo in cui si incontrano e abbracciano 34mila fan di generazioni diverse, unite dalla passione per il rocker emiliano che, forse più di ogni altro, mette in musica e parole emozioni che appartengono a tutti. Nel primissimo pomeriggio di ieri l’antistadio dell’Arechi era un caleidoscopio di voci ed esperienze. C’è gente accampata dalla sera prima, le transenne del servizio d’ordine diventano staffe per reggere asciugamani per ripararsi dal sole fortissimo. Alle 16.10, quando i cancelli si aprono, contenere l’onda è compito arduo perfino per il corposo servizio d’ordine. Parte la classica corsa per accaparrarsi il posto migliore nel prato. I veri eroi sono loro: quelli che hanno sfidato il calore asfissiante, che arrivano alle 21.30 carichi come avessero appena finito di riposare. L’Arechi esplode quando il Kom fa la sua comparsa sul palco.

«Benvenuti in questa città meravigliosa - dice salutando il pubblico - siamo nella città più bella del mondo».

E lo stadio esplode di nuovo. La carica che segna il ritorno nella città in cui ha svolto il servizio militare è fortissima. Da allora sono trascorsi parecchi anni, quel giovane che voleva fare il paracadutista, attraverso le colonne de Il Mattino, aveva chiesto a Salerno di «stenderlo». E così è stato. Il pubblico non ha smesso un attimo di cantare, ballare, piangere e ricordare in una serata magica, pronta a ripetersi stasera.

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Sul piano logistico e di gestione collaterale dell’evento, la prova generale andata in scena con il live di Marco Mengoni è senza dubbio servita. La scelta del Comune di aprire, gratuitamente, un nuovo spazio per la sosta - quello dove normalmente viene allocato il circo - si rivela vincente. Così come la riproposizione del servizio navetta con parcheggio dall’area di Capitolo San Matteo. Imponente lo schieramento di forze dell’ordine sia per garantire l’ordine pubblico che per evitare fenomeni legati alla gestione abusiva di aree di sosta di fortuna. In serata all’Arechi compare anche il questore Giancarlo Conticchio.

Per quanto attiene la questione traffico la prova può ritenersi superata: è inverosimile che un evento di richiamo come quello di ieri non comportasse il «dazio» delle code in uscita ma l’entrata è filata liscia come l’olio. Snodi presidiati, corsie organizzate nel miglior modo possibile considerato l’affollamento connaturato all’evento. Dal punto di vista turistico gli eventi sono un successo: in tutta la città, e anche nelle zone limitrofe, non si trova una camera neanche a pagarla a peso d’oro. E l’idea di arricchire l’estate salernitana con l’offerta della musica live s’appresta, a questo punto, a diventare una certezza. I flussi che si sono mossi per i due grandi live che hanno animato la city a partire da sabato scorso, hanno portato un indotto decisamente interessante. Oltre le strutture ricettive, le presenze si sono ripercosse positivamente su bar, ristoranti e piccoli negozi. C’è chi ha approfittato del concerto per trascorrere qualche giorno di vacanza, visitare la città, perdersi tra i vicoli, saggiarne le bontà eno-gastronomiche. Non resta che attendere stasera e bissare il successo di questa «nuova prima volta».

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