Scafati, indusse la figlia a prostituirsi: madre condannata a sei anni

Le altre accuse: non intervenne a difesa degli altri due

Il tribunale di Salerno
Il tribunale di Salerno
di Nicola Sorrentino
Giovedì 11 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 19:41
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Avrebbe indotto la figlia a prostituirsi, non intervenendo poi a difesa degli altri due, vittime di atteggiamenti violenti consumati dal marito, per un lungo periodo di tempo. Il Gup di Salerno ha condannato a 6 anni di reclusione una donna di 42 anni, originaria di Nocera Inferiore, con rito abbreviato. L’imputata - difesa dal legale Rolando Iorio - rispondeva di prostituzione minorile, atti sessuali con minorenni e maltrattamenti nei riguardi dei tre figli minori. L’accusa aveva chiesto 10 anni.

A seguito della stessa inchiesta, sono imputati anche il marito della donna ed un conoscente di quest’ultima, entrambi a giudizio con rito ordinario, presso il tribunale di Nocera Inferiore dove è stata riconosciuta la competenza territoriale. I fatti, verificatisi tra Scafati e Pompei, sono racchiusi in un periodo che va dal 2008 al 2023. L’indagine partì quando una delle zie dei tre minori scoprì foto e video nel tablet in uso alla figlia più grande della coppia. La donna avrebbe poi parlato con la più piccola delle due ragazzine, raccogliendo dettagli su quanto accadeva in casa di quella famiglia, oltre che all’esterno. Da lì la decisione di sporgere denuncia alla polizia di Pompei. Così come per il padre dei tre minori, anche per la madre c’era l’accusa di maltrattamenti. I comportamenti della coppia avrebbero stravolto e reso mortificante lo stile di vita dei tre ragazzini, tra aggressioni, privazioni di cibo, mortificazioni e una quotidianità vissuta nell’incuria e totale disinteresse per il loro percorso di crescita, oltre che di salute. Inoltre, la più grande delle due figlie, sarebbe stata costretta a prostituirsi per volere della madre.

Per l’accusa, sin dall’età di 5 anni, la minore sarebbe stata più volte picchiata dal padre, anche con un ferro da stiro e un mestolo, senza che la donna intervenisse in sua difesa. Il terzo imputato, un 50enne, avrebbe invece abusato di una delle due figlie della coppia, all’epoca 16enne, approfittando della conoscenza che aveva con la madre. In casa di quell’operaio, la polizia sequestrò foto e video che ritraevano i suoi nipoti in pose ritenute equivoche e ammiccanti, tese a simulare rapporti sessuali. Circostanza che gli valse l’accusa di pornografia minorile. Agli atti ci sono le dichiarazioni dei figli della coppia, in particolare di quella più grande, che raccontò delle dinamiche familiari e di quanto sarebbe poi accaduto in casa del terzo imputato.

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Quest’ultimo, in un interrogatorio, aveva negato qualsiasi accusa. Sempre secondo la procura - in attesa del deposito della sentenza per le motivazioni - la donna avrebbe ottenuto anche delle piccole somme di denaro da quel suo conoscente, permettendogli di abusare della figlia.

Amplessi e rapporti ai quali avrebbe partecipato anche la stessa imputata.

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