Scafati, “l'amico di famiglia” nella casa degli orrori: video per filmare gli abusi sulla minore

Trovati a casa dell'operaio 50enne anche video documenti che vedono protagonisti i 4 nipoti

Il quartiere dove avvenivano gli abusi
Il quartiere dove avvenivano gli abusi
di Petronilla Carillo
Giovedì 23 Novembre 2023, 06:25 - Ultimo agg. 18:09
4 Minuti di Lettura

Saranno interrogati domani dal gip, in cittadella giudiziaria a Salerno, l’operaio 50enne di Scafati (difeso dall’avvocato Giovanni Palumbo) e la coppia di coniugi di Pompei (rappresentati dal legale Antonio Raiola) accusati a vario titolo di induzione alla prostituzione, maltrattamenti contro familiari, atti sessuali con minorenne e pornografia minorile. Reati gravissimi anche perché, nel caso della coppia, ad essere indotta alla prostituzione era la più grande delle loro ragazze.

Marito e moglie ora agli arresti, hanno tre figli: il più piccolo è disabile. Ed anche lui, secondo il racconto fatto alla polizia da una delle zie dei ragazzini che aveva accompagnato la sorella più grande a sporgere denuncia, sarebbe stato al centro delle attenzioni dell’uomo, E.S. Il gip, però, non avrebbe accolto, per insufficienza probatoria, la contestazione mossa dalla procura di Salerno di abusi sull’undicenne. L’operaio, che frequentava l’abitazione della coppia ufficialmente come amico di famiglia, avrebbe proposto al piccolo un rapporto orale dopo che aveva casualmente assistito ad un altro rapporto della sorellina e della madre con lo stesso.

Lui, il piccino, si sarebbe rifiutato in malo modo e l’uomo, per evitare problemi, avrebbe desistito. Accusa, questa, non accolta dal giudice per le indagini preliminari.

La descrizione del 50enne che emerge dalle carte dell’inchiesta è quella di un uomo «ossessionato» da ragazzine e ragazzini. I poliziotti hanno avuto conferma da una perquisizione nella sua abitazione di Scafati durante la quale sono stati ritrovati video girati da lui stesso anche con quattro nipotini all’epoca minorenni. Uno zio dovrebbe essere per i suoi nipoti un secondo padre, accondiscendere i loro desideri di bambini laddove i genitori non possono, prendersi cura di loro e difenderli. Ma per E.S. non era così: l’uomo li rendeva protagonisti di short video dallo sfondo erotico. I fatti a lui contestati, relativamente alla pornografia minorile, sarebbero avvenuti a Scafati tra il 2012 e il 2013 quando tutti e quattro erano ancora minorenni. In particolare li riprendeva in video nei quali erano intenti a simulare espliciti rapporti sessuali, inquadrandone gli organi sessuali ed altre zone erogene, nonchè rappresentandoli in pose equivoche.

In uno di questi video gli inquirenti hanno trovato il fratello e la sorella, di 14 e 11 anni, che fingevano un rapporto sessuale: il primo indossava un reggiseno e veniva inquadrato mentre simulava di toccarsi il seno gemendo: «Arturo ti stiamo cornificando» mentre la sorella gemendo anch’ella si muoveva su e giù sulle gambe del fratello. Quindi sono stati trovati video nei quali la nipote gli baciava i glutei alla presenza della sorellina più piccola, di soli 4 anni.

Video

Dal 2019 al 2022, invece, l’uomo ha avuto rapporti sessuali con la ragazzina di Pompei oggi diciottenne. Rapporti che spesso consumava insieme alla madre della stessa della quale era cliente da tempo. In cambio di questi rapporti E.S. le regalava 10 o 20 euro. La ragazza aveva solo 16 anni. A dare il via agli abusi, fu la madre che iniziò a portarla con lei quando si recava a casa dell’uomo. Iniziò tutto con rapporti orali ma, anche in questa circostanza, l’uomo era solito filmare tutto, anche quelli con la donna adulta. La ragazza spesso si rifiutava di andare con la madre ma questa, con tono autoritario le ordinava: «Dobbiamo andare».

E la ragazza già sapeva quale sarebbe stato il suo destino di lì alle ore successive. Poi l’uomo avrebbe iniziato anche a frequentare l’abitazione delle due donne a Pompei tant’è che una delle zie dei tre fratellini napoletani, avrebbe raccontato alla polizia, quando si è presentata a denunciare i fatti, che la sorella, altra zia dei ragazzi, avrebbe trovato un tablet in uso alla sedicenne su cui vi erano delle chat Messenger scambiate con un uomo molto più grande di lei, «Valentino Vichingo» poi individuato dalla polizia, nella quale si scambiava file hard. L’altra sorella, la più piccola, poi raccontò alla zia che la madre si prostituiva.

© RIPRODUZIONE RISERVATA