Truffa all'Inps: tutti prosciolti,
i giudici: «Mancanze investigative»

Truffa all'Inps: tutti prosciolti, i giudici: «Mancanze investigative»
di Nicola Sorrentino
Giovedì 30 Giugno 2022, 06:00 - Ultimo agg. 06:24
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Erano stati accusati di aver simulato rapporti di lavoro fittizi, attraverso diverse società tra Nocera Superiore e Siano, con l’obiettivo poi di truffare l’Inps e ottenere i benefici che ne derivavano. Sono stati tutti prosciolti in udienza preliminare dal gup, che ha dichiarato il non luogo a procedere per 12 persone. Alla base della decisione vi sono delle mancanze, in termini investigativi, che potevano risultare utili per poter pensare di sostenere o meno un processo.

L’inchiesta partì dal Nord Italia, con un lavoro del comando provinciale carabinieri di Padova, attraverso il nucleo investigativo, con periodo temporale che andava dal 2014 al 2016.

Il lavoro d’indagine partì dalla posizione di un imprenditore di Nocera Inferiore, residente al Nord, F.M., dalla quale emerse poi un secondo filone legato alle aziende di un gruppo a lui riconducibile. In sostanza, l’accusa sosteneva che l’imputato avesse procurato degli aiuti sul piano assistenziale e previdenziale a decine di nuclei familiari nell’agro nocerino sarnese. Il resto degli imputati sarebbe stato così assunto “fittiziamente” per ottenere, poi, contributi pensionistici. Un elemento che la polizia giudiziaria acquisì nel corso di un’indagine patrimoniale nei riguardi del 78enne imprenditore. Il resto degli imputati ha residenza, infatti, nell’agro nocerino sarnese, tra i comuni di Nocera Superiore e Inferiore, Pagani, Angri e anche nel comune di Siano. In udienza preliminare, gli elementi acquisiti in fase d’indagine nei riguardi di chi era accusato di truffa aggravata per aver simulato la costituzione di rapporti di lavoro alle dipendenze di varie società, non sono stati ritenuti idonei a sostenere un’accusa in giudizio.

Gli undici imputati furono collegati al nocerino F.M. attraverso consultazioni effettuate presso gli archivi dell’Inps, dai quali si riscontrò l’esistenza di erogazioni assistenziali da parte di quest’ultimo. Tuttavia, «il solo accertamento documentale - spiega il gup nel provvedimento - in assenza di verifiche concrete svolte presso le sedi legali e operative delle società sospettate di essere mere strutture formali prive di reale capacità imprenditoriale, non può essere sufficiente a sostenere l’accusa in giudizio. Perché non restituisce - continua - alcuna prova della fittizietà dei rapporti di lavoro denunciati: gli elementi acquisiti, quindi, appaino fortemente lacunosi e incerti». La Procura di Nocera Inferiore aveva chiesto per tutti il rinvio a giudizio, ma il giudice ha ritenuto gli elementi «“assolutamente insufficienti e contraddittori e tali da non lasciar presumere la configurabilità dell’ipotesi accusatoria, non apparendo possibile un diverso sviluppo attraverso l’istruttoria dibattimentale». 

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