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Lady Diana, venduta all’asta la sua macchina preferita: una Ford Escort Turbo nera

John Loughrey, fan di Diana, mette un poster a Kensington Palace per l'anniversario della morte della principessa
John Loughrey, fan di Diana, mette un poster a Kensington Palace per l'anniversario della morte della principessa
di Simona Antonucci
Articolo riservato agli abbonati
Domenica 28 Agosto 2022, 17:55 - Ultimo agg. : 18:39
4 Minuti di Lettura

Una Ford Escort Turbo, 130 cavalli: la prima e unica RS Turbo Series 1 con la livrea nera, visto che tutte le altre di quella generazione erano bianche. Era la macchina preferita di Diana, perché la faceva sentire anonima, garantendole però una guida sportiva, fondamentale per seminare i paparazzi che la seguivano ovunque.

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LE BOUTIQUE DI CHELSEA

Immatricolata il 23 agosto 1985, la Ford e la sua “pilota” finirono su tutti i giornali del mondo, fotografate per le vie di Londra, davanti alle boutique di Chelsea o i ristoranti di Kensington. E sabato, alla vigilia del 25esimo anniversario della morte della principessa del Galles, la macchina che sul mercato potrebbe essere acquistata con 10/12 mila euro, è stata venduta all’asta per 869 mila euro. Si è aggiudicato il prezioso cimelio, superando le offerte giunte alla Silverstone Auctions da Dubai e dagli Stati Uniti, un collezionista - al momento anonimo - residente nella regione di Manchester. L’auto, in ottime condizioni e con solo 40.000 km, aveva un prezzo base di 100.000 sterline, ma l’offerta finale ha raggiunto le 650.000 sterline, a cui andrà aggiunta l’Iva.

BENTLEY

Lady D ebbe la macchina per tre anni, tra l’agosto 1985 e il primo maggio del 1988. Non era certo di lusso e non era in linea con il parco auto della famiglia reale, che solitamente viaggia in Rolls-Royce, Bentley o Range Rover. Ma la principessa Diana la amava e pretendeva di guidarla di persona, facendo sedere l’autista e guardia del corpo sul sedile accanto al volante. Tant’è che per facilitare il lavoro di sorveglianza e di sicurezza del membro del Royalty Protection Command (SO14) venne montato uno specchietto retrovisore secondario per l’agente di protezione e una radio nel vano portaoggetti, con il cavo ancora visibile. Nel giugno 2021, un’altra Ford Escort usata da Diana, una berlina 1.6 Ghia del 1981 regalatale da Carlo per il suo fidanzamento, è stata venduta per 52.000 sterline a un offerente sudamericano.

LA PRINCIPESSA DEL POPOLO

Ma quest’asta ha riscosso particolare interesse anche grazie alla coincidenza con il triste anniversario che cade tra tre giorni. «Questo modello di Ford», ha commentato alla fine il banditore, «nel nostro Paese è soprannominato “l’auto del popolo”: ed è incredibile pensare che a guidarla fosse la donna che ancora oggi viene ricordata come “la principessa del popolo”». Diana perse la vita il 31 agosto 1997, quando aveva 36 anni, in un tragico incidente d’auto a Parigi in cui perirono anche Dodi al Fayed, l’uomo cui era legata dopo il divorzio dall’erede al trono, e l’autista. Soltanto l’uomo della scorta sopravvisse, probabilmente perché era l’unico, come stabilirono le indagini, a indossare la cintura di sicurezza. Ma le circostanze in cui avvenne la disgrazia continuano a fare notizia a livello internazionale. E a suscitare interrogativi.

I SERVIZI SEGRETI

L’autista Henri Paul, lavorava per i servizi segreti? Che impatto ha avuto nella vita della principessa l’intervista che rilasciò alla Bbc? L’establishment britannico che cosa sapeva? Infine poteva essere salvata dalle lamiere? Ma soprattutto: per quale motivo Diana aveva confidato a più persone di aver paura di morire in un incidente? Quella sera di fine estate la principessa e Dodi avevano appena lasciato l’Hôtel Ritz per dirigersi nel loro appartamento privato vicino all’Arc de Triumphe. Seguiti dai paparazzi mentre erano in auto - con loro anche l’autista Henri Paul e la guardia del corpo Trevor Rees-Jones - si scontrarono contro il tredicesimo pilastro del tunnel dell’Alma. Dodi e Paul persero la vita praticamente sul colpo, Diana in ospedale, intorno alle 4 -. L’unico a salvarsi, seppur gravemente ferito, fu Rees-Jones. Tutto il mondo pianse e piange ancora la “principessa del popolo”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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