Festa di Roma, Napoli c'è con Trudie Styler e Mare fuori

Tre film italiani in concorso su diciotto

Gianluca Farinelli e Paola Malanga
Gianluca Farinelli e Paola Malanga
di Titta Fiore
Sabato 23 Settembre 2023, 08:00 - Ultimo agg. 24 Settembre, 08:54
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Tre film italiani in concorso su diciotto, molta Napoli nelle altre sezioni, dallo Shakespeare partenopeo di Ruggero Cappuccio e Nadia Baldi al documentario di Trudie Styler sulla città mondo, dal ritorno di Pappi Corsicato al docufilm d'arte (questa volta il protagonista è Jeff Koons, indagato nelle sue visionarie provocazioni), all'anteprima della nuova stagione di «Mare fuori» e al ritrovamento di una vera chicca: la serie «Il camorrista» girata da Giuseppe Tornatore nel 1985 in contemporanea con il celebre film con Ben Gazzara. E poi musica, restauri, incontri con i protagonisti, dialoghi sul futuro del cinema, retrospettive, omaggi, «best of» dalle altre rassegne. Insomma, «un festival per tutti e diffuso in tutta la città», quello della Festa di Roma che si prepara a festeggiare i suoi diciotto anni dal 18 al 29 ottobre prossimi, in un'edizione kolossal. Lo hanno presentato ieri all'Auditorium Parco della Musica il presidente della Fondazione Gianluca Farinelli e la direttrice artistica Paola Malanga, sottolineando la «miracolosa» ricchezza dell'offerta (peraltro non ancora completa). I criteri della scelta? Malanga: «I soliti, quelli della qualità, e comunque nessuna quota né per le donne, né per gli italiani, abbiamo puntato sui film che riteniamo più interessanti».

Apre il concorso Paola Cortellesi, regista e protagonista di «C'è ancora domani», una storia in bianco e nero ambientata nel dopoguerra, nel cast Valerio Valerio Mastandrea, Emanuela Fanelli e Giorgio Colangeli. Completano il tris italiano «Holiday» di Edoardo Gabbriellini, un film sulla Generazione Z., al centro due diciottenni e un omicidio efferato, produce Luca Guadagnino; e «Mi fanno male i capelli» di Roberta Torre con Alba Rohrwacher e Filippo Timi: «Non è un film su Monica Vitti» precisa Malanga, «ma una storia sulla memoria e le sue invenzioni». E sempre nel concorso maggiore, ecco «Un amor» di Isabel Coixet, «Comme un fils» di Boukhrief con Vincent Lindon, «Un silence» con Daniel Auteuil prodotto dai Dardenne, «Sweet Sue» di Leo Leigh, figlio di Mike Leigh e il finlandese coprodotto dall'Italia «La morte è un problema dei vivi».

Nei percorsi paralleli saranno le arti, ovvero la musica, il teatro, la letteratura, la scultura e la pittura a fare da fil rouge. E quindi, ecco «Shakespea Re di Napoli», una fiaba lussureggiante e uno spettacolo teatrale già molto premiati che ora Ruggero Cappuccio e Nadia Baldi portano sul grande schermo con Alessandro Preziosi, Giovanni Esposito, Elio De Capitani, Claudio Di Palma, Peppe Servillo e Fulvio Cauteruccio. Ecco «Posso entrare? An ode to Naples», terzo lungometraggio di Trudie Styler, da sempre innamorata dell'Italia con il marito Sting: il film è dedicato alle tante anime di Napoli e al suo eterno sdoppiarsi tra luce e buio, vita e morte, riso e pianto, con al centro della narrazione, naturalmente, la musica. Tra i collaboratori Clementino (suo il rap d'apertura) e lo street artist Jorit, la fotografia è di Dante Spinotti, produce Mad Entertainment di Luciano Stella. Ecco, sempre per la musica, «Maria Callas - Lettere e memorie» di Tom Volf, ovvero la tournée internazionale dello spettacolo dedicato alla Divina, con Monica Bellucci. Ecco «Io, noi e Gaber» di Riccardo Milani e il docufilm sul tour mondiale di Zucchero realizzato da Zanella e De Stefano, «Fela, il mio dio vivente» che Daniele Vicari ha dedicato al musicista nigeriano Fela Kuti, l'omaggio alla Bussola e al suo mitico inventore, Sergio Bernardini, e il restauro di «Ciao Ni'» di Paolo Poeti, su e con Renato Zero.

Per le serie, con le prime due puntate della quarta stagione di «Mare fuori» (in coproduzione con Alice nella città), annunciati titoli altrettanto attesi, come «I leoni di Sicilia» di Paolo Genovese, dal best seller di Stefania Auci, «La storia» di Francesca Archibugi, dal capolavoro di Elsa Morante, e «Suburraeterna», lo spin-off diretto da Ciro D'Emilio e Alessandro Tonda. 

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Tra i restauri brilla, come si è detto, «Il camorrista - La serie», con l'anteprima di due delle cinque puntate girate a Napoli da un giovane Tornatore nel 1985, scomparse per anni e ora ritrovate e salvate: «Un lavoro - dice Farinelli - fatto da un regista geniale, che sembra girato oggi». Tra le opere «Grand public» troviamo «Nuovo Olimpo» di Ferzan Ozpetek, con Mina nella colonna sonora, «Diabolik chi sei?», capitolo finale della trilogia dei Manetti, «Cento domeniche» di Albanese e «Volare», opera prima di Margherita Buy. Debutto nella regia anche per Kasia Smutniak con «Mur», sulla crisi dei rifugiati in Polonia, e per Giovanna Mezzogiorno con «Unfitting», mentre Roberto D'Agostino e Marco Giusti raccontano «Roma, nuda e santa» e Giulio Base rilegge Proust in «À la recerche». Per lo sciopero di Hollywood sul tappeto rosso mancheranno i divi americani, in compenso ci saranno molte star francesi ed europee. I premi alla carriera vanno a Isabella Rossellini e al compositore giapponese Shigeru Umebayashi («In The Mood For Love»).  

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