«Mare fuori» al Giffoni film festival: è boom tra i giffoner

Artem e Lucrezia Guidone accolti da un coro di urla acute e perdifiato dalla folla

Giacomo Giorgio a Giffoni
Giacomo Giorgio a Giffoni
di Alessandra Farro
Martedì 25 Luglio 2023, 08:00 - Ultimo agg. 26 Luglio, 07:44
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Teli da spiaggia, sedie pieghevoli e ventagli multicolore continuano a invadere da giorni l'area attorno al blu carpet del cinquantatreesimo «Giffoni film festival», ideato e diretto da Claudio Gubitosi, per gli ospiti più attesi dai giovani «giffoner»: i protagonisti di «Mare fuori», ancora sul set al molo San Vincenzo a Napoli per le riprese della quarta stagione, su Rai Play e Raidue il prossimo anno.

Artem e Lucrezia Guidone sono stati accolti ieri da un coro di urla acute e perdifiato dalla folla di fan che presidiava dalla mattina la passerella, armato di bottigline d'acqua, ignorando il caldo asfissiante.

Gridando «Ti amo» e «Sei il mio idolo», i ragazzi, molti accompagnati da genitori stremati, supplicavano autografi, foto, selfie, allungando le braccia e schiacciandosi sulle transenne per cercare di toccarli. Entrambi gli attori, emozionati dall'affetto dei giovani fan, hanno confessato timori e gioie del lavoro sul set della serie fenomeno napoletana.

«Ero molto preoccupata quando ho cominciato le riprese della terza stagione», ha confessato l'attrice classe '86 di Pescara, nella fiction Sofia Durante, che ha preso il posto di Paola Vinci (Carolina Crescentini) come educatrice del carcere minorile. «Il mio personaggio è duro con i ragazzi, temevo che i fan mi odiassero. Quando è uscita la serie, invece, ho ricevuto tantissimi commenti sui social comprensivi, ad esempio: “Sappiamo che tu sei dolce, non come Sofia”; oppure il nome di Sofia associato all'emoticon di una pistola e il mio a un cuore rosso. Il pubblico di “Mare fuori” è diverso: osserva, non vede, e difende i suoi idoli. Hanno capito che io non sono come Sofia. Per non parlare dei fan che stazionano al molo nella speranza di incrociarci. Mi trasmettono un senso di responsabilità enorme, ma anche una grande forza. Mi sento coccolata dal set e da Napoli, di cui mi sono innamorata profondamente sia per la sua bellezza che per la sua poeticità, mi ricorda una lacrima».

Artem (classe 2000, di origini ucraine ma di adozione napoletana) è arrivato al festival accompagnato dalla madre: mentre i ragazzi mostravano interesse per il suo passato da pugile, le ragazze non riuscivano a trattenere sorrisi timidi e imbarazzati, sbattendo le ciglia come cerbiatte. Lui sembrava quasi non farci caso: abituato o umile e ancora sorpreso del successo raggiunto? «Recitare il ruolo di Pino è un privilegio», ha spiegato con serietà. «Il suo personaggio è pieno di sfaccettature, custodisce un mondo intero dentro di sé e lo porta dietro senza mostrare quanto pesa. Io personalmente cerco di dargli il mio amore e la mia anima, totalmente. Pino cresce di pari passo con me: come evolve il mio lato artistico evolve anche il personaggio. Non vedo l'ora di mostrare al pubblico quanto cambierà ancora in questa quarta stagione. Pensare quanti fan che accorrono da ogni parte d'Italia e ci aspettano fuori dal set, ogni giorno, sotto al sole, mi inorgoglisce: abbiamo creato un punto di incontro che unisce tutte le generazioni e tutta la nazione». 

L'altro ieri, invece, era stato il turno di Giovanna Sannino, Carmela nella serie, e di Giacomo Giorgio, Ciro, fratello di Rosa Ricci (Maria Esposito), nel carcere minorile per vendicarlo, che lasciano sognare gli spettatori ipotizzando quale sarà il personaggio raccontato nel film dedicato alla serie, già annunciato dalle case di produzione Picomedia e Rai Fiction.

«Mi piacerebbe fare uno spin-off su Ciro, ho sempre voluto interpretare un cattivo», ha raccontato ai ragazzi l'attore napoletano venticinquenne, prossimamente in «Sara», fiction tratta dall'omonimo libro di Maurizio De Giovanni insieme a Teresa Saponangelo; nella serie «Noi siamo leggenda»; nella fiction Raiuno «Per Elisa il caso Claps»; dove interpreta il fratello della sedicenne scomparsa nel 1993, ritrovata 17 anni dopo nel sottotetto di una chiesa; nel terzo “Diabolik”; in «Doc 3» insieme a Luca Argentero, mentre la ventitreenne napoletana racconta la sua esperienza sul set di «Mare Fuori» come «un viaggio meraviglioso e introspettivo su una realtà difficile, ricca di sofferenza, vite interrotte e tanti sogni, dove non si conosce l'affetto ma la fame». 

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