Un film straordinario, intelligente, originale e folle come Un piccione sul ramo che riflette sull'esistenza dello svedese Roy Andersson si porta a casa meritatamente il Leone d'Oro,
seguito dalla poesia della natura e della verità de LE NOTTI BIANCHE DEL POSTINO di Andrej Kon alovskij e dalla forza del male di THE LOOK OF SILENCE di Joshua Oppenheimer. Un bel terzetto che tiene però fuori dai premi maggiori l'Italia, forse nell'anno più forte, che si rifà però con la Coppa Volpi ad Alba Rohrwacher per HUNGRY HEARTS di Saverio Costanzo doppiata dalla Coppa Volpi maschile al coprotagonista del film l'americano Adam Driver.
Insomma un bel palmares che però non ha tenuto conto, per fare un esempio, di film come BIRDMAN di Alejandro Gonzalez Inarritu, che però potremmo ritrovarci tranquillamente all'Oscar (proprio come Gravity che però non era in concorso), e il cinese AMNESIA di Wang Xiaoshuai.
Manca l'appuntamento con i premi anche il tanto contestato PASOLINI di Abel Ferrara e LOIN DES HOMMES di David Oelhoffen. Tornando al Palmares, una curiosità, THE LOOK OF SILENCE di Joshua Oppenheimer, sequel di THE ACT OF KILLING con il racconto ancora del genocidio indonesiano negli anni Sessanta è un documentario proprio come SACRO GRA, Leone d'oro l'anno scorso. Insomma ai festival va forte la realtà e se la batte sempre di più con la fiction.
Da segnalare il Premio speciale della Giuria di Orizzonti a BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA di Franco Maresco, una ricostruzione, appunto tra realtà e fiction, dell'immensa passione di certa Sicilia per il Cavaliere.