Non ha ancora un titolo ufficiale il nuovo film che riporta nella sua Napoli Paolo Sorrentino dopo il successo di «È stata la mano di Dio». E anche sulla trama, al di là delle fantasiose illazioni sul mito della sirena Partenope che si sono rincorse negli ultimi mesi, finora si è saputo poco o nulla. Ora tutto è pronto per le riprese, al via la prossima settimana, entro la fine dei giugno, tra Napoli e Capri. E ieri il regista ha cominciato a fornire qualche preziosa indicazione sulla storia che si prepara a portare sullo schermo, sgombrando il campo da tante ipotesi.
Il film, dice, racconterà «la vita di Partenope, che si chiama come la sua città, ma non è una sirena, né un mito».
Nelle prime tracce del film, che «Variety» già definisce «una lettera d'amore alla sua città natale», tornano i temi cari al regista de «La grande bellezza» e gli echi delle atmosfere maestose e struggenti che caratterizzano tanto suo cinema. E l'ironia, la malinconia, l'autodifesa gentile: «Sempre in compagnia dello scorrere del tempo, questo fidanzato fedelissimo. E di Napoli, che ammalia, incanta, urla, ride e poi sa farti male».
Nel cast attori vicini all'universo sorrentiniano come Luisa Ranieri, l'inquieta zia Patrizia di «È stata la mano di Dio», Silvio Orlando, impareggiabile cardinale Voiello nelle due serie «The Young Pope» e «The New Pope», Isabella Ferrari che aveva già partecipato alle riprese de «La grande bellezza». Con loro la new entry Stefania Sandrelli, poi Silvia De Grandi, la giovane Celeste Della Porta, Peppe Lanzetta, Lorenzo Gleijeses e Alfonso Santagata. Il film, che Sorrentino come sempre ha anche scritto, è prodotto da Lorenzo Mieli per The Apartment (del gruppo Fremantle), da Anthony Vaccarello per Saint Laurent, la maison che ha esordito nel cinema portando a Cannes l'ultimo cortometraggio di Pedro Almodovar, da Ardavan Safaee per Pathé e dallo stesso regista con Numero 10.
Dieci come la maglia del mitico Diego e quanti diventano i film della straordinaria carriera di Paolo Sorrentino, dal felice esordio con «L'uomo in più» nel 2001 all'Oscar vinto con «La grande bellezza» nel 2014, al Leone d'argento a Venezia per «È stata la mano di Dio», la sua opera più intima e personale che lo ha riportato a Napoli dopo vent'anni di assenza. E ora ecco il progetto su Partenope, che si annuncia come la storia di una donna e potrebbe essere metafora di una città carnale e inafferrabile. Vedremo. Nei giorni dello scudetto Sorrentino ha testimoniato su Instagram la sua felicità di supertifoso maradoniano partecipando a bordo campo ai festeggiamenti per la squadra. E chissà che anche quella festa che ha tinto Napoli di azzurro non possa trovare posto nel nuovo film. Intanto, sempre su Ig, il regista ha appena postato una sua foto dietro la macchina da presa: «Dopo tre anni noi saremmo pronti per tornare a girare».