Carl Brave al Noisy Naples fest 2023: «Ho scritto il mio disco in giro per il pianeta»

«Mai dire mai a Sanremo. Ama ha saputo rinnovarne la formula e oggi l'Ariston è cool»

Carl Brave
Carl Brave
di Andrea Spinelli
Giovedì 27 Luglio 2023, 08:00 - Ultimo agg. 19:20
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Un'estate senza occhiali da sole (né mojito). Dopo i successi balneari degli anni passati in coppia con la Noemi di «Makumba» e »Hula-Hoop», infatti, Carl Brave rimette la crema solare in valigia. Nell'ultimo album, «Migrazione», uscito in giugno, infatti, la Rossa c'è, ma in abiti diversi, coprotagonista di quella «Tabasco» che non mira certo al ruolo di hit estiva. «Stavolta volevamo qualcosa di diverso», assicura lui, all'anagrafe Carlo Luigi Coraggio, romano classe 1989, che chiude stasera all'Arena Flegrea il «Noisy Naples fest 2023».

Con che spettacolo torna a Napoli?
«Siamo in dodici sul palco proprio per presentare al meglio il repertorio del nuovo album, ma anche tutti i brani precedenti che non posso davvero dimenticare, da “Polaroid” a “Notti Brave”, “Coraggio”, e tutto il resto.

Quest'ultimo è un disco che va sentito più volte per essere assimilato; quindi, chiedo un piccolo sforzo a chi mi viene a sentire, ma poi il divertimento è assicurato».

Perché «Migrazione»?
«Sono cresciuto a Trastevere e quindi una parte è molto romanocentrica, anche se, come si capisce già dal titolo, è stato scritto e prodotto in giro per il mondo. Sono partito da Roma per prendere casa a Marrakech dove ho lavorato con musicisti locali e i loro strumenti, per poi andarmi a cercare pure altre atmosfere e altri colori a Tokyo, Lisbona, Madrid».

Giro del mondo da turista o da artista?
«Come diceva Marvin Gaye: dove poggio il mio cappello, quella è la mia casa. Ovunque mi trovassi, affittavo uno studio di registrazione e andavo nelle scuole di musica a cercarmi gli strumentisti giusti. Alla ricerca d'ispirazione, ho battuto a tappeto quartieri e locali, perché per scrivere bisogna prima vivere».

Poi ha chiamato gli amici.
«Nel disco, oltre a Noemi, ho voluto Jacke LaFuria, Rose Villain, Dargen D'Amico, ma anche l'impronta partenopea di Clementino e quelle di Sean Michael, Mara Sattei, Nayt, Bresh. Tutti funzionali alle canzoni che avevo in mente».

Ci sono artisti come Dardust che preferiscono dare sfogo all'esotismo che si portano dentro senza prendere l'aereo.
«Ho un modus operandi diverso. Anche se sono convinto che oggi, grazie ad internet e alla tv ci si possa immergere in certi paesaggi e in certi climi lo stesso. O, almeno, farsene un'idea. Io, ad esempio, non sono mai stato a Los Angeles, ma grazie ai film, alla musica, ai video, penso di averne una coscienza non troppo lontana dalla realtà».

Un pezzullo per il prossimo Festival ad Amadeus l'ha mandato?
«No, però, sul fronte Sanremo, mai dire mai. Ama ha saputo rinnovarne la formula e oggi l'Ariston è molto importante, cool. Ma devi andarci col pezzo giusto. E io qualche bella canzone da parte ce l'ho».

Buono a sapersi. Andrebbe da solo o con un/una partner?
«Da solo, perché il Carl Brave dei featuring è già noto. Vorrei presentarmi con una cosa solo mia».

E, nel caso, chi le piacerebbe avere come ospite nella serata delle cover?
«Punterei su uno sportivo. Vista la mia passione e i miei trascorsi nel basket, diciamo Marco Bellinelli». 

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