Pompei è arte, emozioni da anfiteatro con John Legend & Co.

La presentazione a Roma con Il Volo

Il Volo
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di Lorenza Fruci
Mercoledì 13 Marzo 2024, 07:00 - Ultimo agg. 17:26
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Una vera stagione musicale, probabilmente un anticipo di un festival prossimo venturo. Sono dieci i concerti di «Pompei è arte», in programma nell'anfiteatro della città perduta, patrocinata dal ministero della Cultura e realizzata in collaborazione con il Comune di Pompei e organizzata dalle società Fast Forward e Blackstar.

Nella cornice di «Pink Floyd at Pompeii» si esibiranno Carmen Consoli (8 giugno), John Legend (11 giugno), Russell Crowe (9 luglio), Ludovico Einaudi (12 luglio), Il Volo (17 luglio), Biagio Antonacci (18, 19 e 20 luglio), i Pooh (22 luglio) e Francesco De Gregori (26 luglio).

A proposito: il cantautore che concluderà la rassegna ha annunciato ieri un nuovo album, accompagnato da un pianista d'eccezione, Checco Zalone: in «Pastiche», in uscita il 12 aprile, la strana coppia rilegge brani dello stesso De Gregori, ma anche di Paolo Conte, di Antonello Venditti e di Pino Daniele («Putesse essere allero»).

I due lo presenteranno in concerto il 5 giugno alle terme di Caracalla, sempre per restare in tema di musica ed archeologia.

Ma torniamo a «Pompei è arte». «Ci saranno circa 2700 posti a sedere per ogni serata», ha spiegato ieri nella conferenza stampa ospitata dal ministero della Cultura l'organizzatore Giuseppe Gomez Paloma: «Monteremo il palco dove era quello dei Pink Floyd nel 1971. Abbiamo analizzato i flussi turistici per i concerti organizzati nel parco archeologico in passato e abbiamo notato che il pubblico degli spettacoli musicali è diverso da quello che visita gli scavi. Ci auguriamo che con questa rassegna, il territorio vesuviano sia valorizzato e promosso in una maniera diversa».

Nel 2023 Pompei ha registrato il numero più alto di presenze mai raggiunte nel sito: con oltre 4 milioni di visitatori ha rappresentato un primato nella storia degli scavi. Ma si tratta di un numero caratterizzato da un turismo di passaggio, che arriva a Pompei per gli scavi e va via in giornata. «Siamo molto contenti del record di ingressi dello scorso anno, ma vorremmo che i nostri visitatori si fermassero per visitare tutto il territorio del vesuviano», ha commentato il direttore del parco archeologico Gabriel Zuchtriegel. «La Campania, basta ripercorrerne la storia, è certamente una delle regioni più attrattive e più forti per preesistenze storiche e capacità di offerta del suo patrimonio», ha ricordato Gennaro Sangiuliano: «Noi puntiamo a coniugare due grandi eccellenze, l'eccellenza dei nostri parchi archeologici, del sedimento della storia e della nostra identità, con il bel canto italiano che ha avuto un riconoscimento mondiale da parte dell'Unesco, è un matrimonio di due punti di qualità del nostro sistema identitario e della nazione». 

L'accenno al belcanto ha aperto la strada a Il Volo, testimonial dell'incontro con la stampa: il trio, che festeggia i 15 anni di carriera con un album, il primo di inediti, confessa di «cercare di portare con grande passione l'arte del bel canto in giro per il mondo e siamo contenti di portarla anche a Pompei, dove abbiamo avuto la fortuna di cantare già nel 2016».

«La cultura ha anche un aspetto industriale e turistico e artisti come Il Volo o Bocelli contribuiscono ad attirare quanti ammirano lo stile italiano nel mondo. E ci metto anche i Maneskin, non faccio distinzioni di genere», ha concluso il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi

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Intanto, mentre Pompei apre, chiudono, o quasi, alla musica e agli spettacoli, i teatri antichi di Taormina e Siracusa, troppo costosi, improponibili per gli organizzatori. Per una volta, a Pompei, Campania, le sinergie istituzionali funzionano. E se poi quest'estate fossero implementati i collegamenti, e se l'anno prossimo ci fosse un festival vero e proprio, con proposte non di giro, la buona notizia diventerebbe un'ottima notizia. 

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