La sorpresa è che i Ricchi e Poveri, tra i trenta big, o presunti tali, del Sanremo 2024, sono quelli che hanno più ascoltatori mensili su Spotify: 5,6 milioni, altro che le stelline urban. Angela Brambati (76 anni) e Angelo Sotgiu (77 anni) non ci fanno caso: «Sarà perché siamo i più vecchi?», ti rispondono sinceri, confusi e felici del loro tredicesimo Festival. «Come Baudo, il più grande dei presentatori, con Amadeus. Lui è il nuovo Pippo». L'altra sorpresa arriverà con «Ma non tutta la vita», tormentone rispettoso della loro storia quanto al passo con i tempi, con sonorità elettroniche e dance.
Nel 2020 per la reunion all'Ariston eravate di nuovo in quattro. Franco Gatti se n'è andato nel 2022. E Marina Occhiena? Dov'è finita?
Angelo: «Quel capitolo è chiuso, La reunion era per i cinquant'anni di “La prima cosa bella”, l'abbiamo fatta e...
Tornare in gara senza Franco: quanto pesa?
Angela: «Alla fine del tour del 2020 è stato lui a dirci di andare avanti. Abbiamo dovuto superare l'assenza e il lutto, trovare un nuovo modo di unire le voci e di stare sul palco. Ma oggi funziona, sorridiamo, scherziamo».
Mai pensato di sciogliervi?
Angela: «No, non abbiamo scadenza».
Torniamo alla vostra «Ma non tutta la vita»: l'incipit è un'autocitazione.
Angelo & Angela: «Sì: “Che confusione”. Poi, però, parte un inno alla vita, al carpe diem. È anche un messaggio ai ragazzi: buttatevi, non aspettate, anche l'amore non è importante che sia eterno, ma che ci sia. Ci diverte il fatto che in pochi si aspettino un pezzo con queste sonorità da noi, ci proietta nel futuro, che è poi anche il senso del brano».
Tra voi due l'amore era successo agli inizi.
Angelo: «Avevamo 17 anni ed iniziavamo il mestiere. Ma oggi siamo fratello e sorella, partner solo sul palco. È tempo di fare i nonni».
Supernonni giramondo.
Angelo: «Quello sì, chi ci abbatte? Nelle settimane scorse siamo stati in Uzbekistan, Romania, Germania. Dopo Sanremo ci attendono Estonia, Georgia, Australia... Niente Russia: ci dispiace per i nostri fan, che sono numerosi, ma non sarebbe giusto cantare da quelle parti mentre c'è la guerra in Ucraina».
A proposito: Dimitry Utkin, comandante della Brigata Wagner, impazziva per la brunetta dei Ricchi e Poveri.
Angela: «L'ho visto, c'era la mia foto in mezzo a due ragazze mezze nude. Ma io lui non l'ho mai incontrato».
La Dm Records che vi porta a Sanremo è distribuita dalla Carosello.
Angelo: «La nostra prima etichetta. Franco Califano organizzò la prima audizione proprio negli studi milanesi di Carosello. Lui allora era il direttore e ci tenne due giorni a fare il juke box, poi per farci da manager si licenziò. E adesso, a 32 anni dall'ultima partecipazione in gara, nel 1992 con “Così lontani”, chiudiamo il cerchio».
Un cerchio perfetto: dopo Sanremo su Raiuno andrà in onda un film tv sul Califfo, c'è anche un attore che interpreta Angelo.
Angelo: «Davvero? Non lo sapevo un onore. Dobbiamo a lui la nostra carriera ed anche il nome: noi avevamo deciso di chiamarci Fama Medium! Però era stato De André il primo a incoraggiarci».
Riraccontiamolo, è sempre bello parlare di Fabrizio.
Angela: «Ci aveva procurato il primo provino della nostra carriera, a Milano. Non ci presero, ci demoralizzammo, ma lui ci rincuorò: Belìn, questi di musica non capiscono nulla, ma voi avrete successo comunque».
Però, strada facendo, avete dovuto rinunciare alle armonie vocali su cui volevate puntare agli inizi.
Angelo: «È vero. È un genere che in Italia non ha attecchito, anche se sono un fan dei Neri per Caso. È difficile da fare, forse qui da noi anche da ascoltare, così abbiamo smesso di armonizzare ed abbiamo puntato su melodie più semplici».
Come i testi: «Dammi retta scendi adesso in pista. Gira, gira, girerà la testa». Perfetto per fare «furore» con Paola e Chiara.
«Sì, sono carinissime, con loro il 9 febbraio, nella serata delle cover, torneremo indietro nel tempo, dividendo “Sarà perché ti amo” e “Mamma Maria”».
E gira, gira, girerà la testa. C'è da scommetterci.