Mare fuori, Maria Esposito scrive un libro: «Io, scugnizza dei Quartieri spagnoli diventata vajassa in tv»

«Io, di quella che dovevo diventare, Rosa Ricci, sapevo solo qualche tratto: che era dura, sfacciata, con i capelli neri e lunghi e gli occhi scuri»

Maria Esposito sul red carpet
Maria Esposito sul red carpet
di Ugo Cundari
Venerdì 1 Marzo 2024, 07:00 - Ultimo agg. 2 Marzo, 07:35
4 Minuti di Lettura

Lasciata la scuola «ancora piccola», è sempre in strada a fare «la scugnizza che si butta nelle cose senza pensare alle conseguenze». La sorella, più grande, la fa lavorare nel suo centro estetico, ma alla ragazzina non piacciono manicure e pedicure, colate di gel, french e ricostruzioni. Sa che il suo destino è recitare e lei, che passa ore a casa a ripetere le battute dei film che ama, oggi è una delle attrici più note, soprattutto tra i giovani. Maria Esposito, la Rosa Ricci di «Mare fuori» (la serie arrivata alla quarta stagione, come il musical), 21 anni il 10 novembre e un milione e mezzo di follower su Instagram, confessa sogni e fragilità, vittorie e sconfitte, l'ansia sempre in agguato, la tendenza a chiudersi in sé stessa e la sensazione di non sentirsi mai all'altezza in Una luce tra i vicoli (Mondadori Electa, pagine 212, euro 18,90). 

Nata «tra i palazzi sgarrupati» dei Quartieri spagnoli, a 13 anni Maria, seguita da Biagio Manna, contrabbandiere in «È stata la mano di Dio» e in «Mare fuori» pizzaiolo che cerca di insegnare il mestiere ai ragazzi dell'Istituto penitenziario minorile, ha la possibilità di fare un provino in un appartamento di un vicolo dalle parti sue.

Maria, emozionata, pronuncia le battute richieste, prende le posizioni necessarie, «seguendo quelle indicazioni sentivo il nodo di ansia e paura che avevo all'inizio sciogliersi, uscire fuori di me, diventare un'energia che riuscivo a buttare in quello che stavo facendo». E così succede. «Non ero più Maria con la treccia laterale e il vestitino rosa cipria che avevo messo quella mattina, ero una parte di un tutto più grande di me. Non avevo più paura di niente, una sensazione di sicurezza che provo ogni volta che recito, nei provini, in scena, davanti alle telecamere».

E così lascia il centro estetico e provino dopo provino, sente che ce la può fare. O forse no, perché le scene gliele fanno ripetere in continuazione, poi la mandano a casa e la notizia di aver superato quella selezione e di essere passata al provino successivo non arriva mai. Finalmente, d'estate, quando è in vacanza in Calabria, arriva la telefonata più importante, hanno scelto lei e deve tornare subito a Napoli per firmare il contratto. 

Ma la gioia dura poco, quando torna in città la parte è stata assegnata a un'altra. È la più grande delusione di Maria, che non si arrende. Dopo un anno di altre audizioni e provini, tra Napoli e Roma, un regista le assicura che sarà la protagonista di una prossima serie. Un paio di giorni dopo le comunica che non se ne fa più niente perché è ancora troppo piccola.

Devono passare quattro anni e decine di audizioni perché inizi a recitare nella seconda stagione di «Mare fuori», che fino a quel momento non aveva visto.
È la sua opportunità e deve anche studiare. Frequenta l'Accademia di recitazione e il sogno, poco alla volta, si avvera. «Io, di quella che dovevo diventare, Rosa Ricci, sapevo solo qualche tratto: che era dura, sfacciata, con i capelli neri e lunghi e gli occhi scuri che parevano bucare da una parte all'altra le facce su cui si posavano».

Video

Quando ha capito davvero che quel personaggio era tagliato su di lei? Nella terza stagione, quando aggredisce Viola. «Dovevo essere una vajassa. Ho improvvisato. Mi sono uscite parole molto forti, cattive, e pure il modo, il tono, i gesti... tutto è venuto fuori con una violenza che nessuno si aspettava. Serena, l'attrice che faceva Viola, per un paio di giorni non mi ha parlato». Nella vita, da chi ha imparato di più? «Da mia madre Imma, che lavora a casa ed è l'unica a cucinare il mio piatto preferito, riso alla carbonara, e da mio padre Totoriello impiegato in una fabbrica di borse, loro mi hanno insegnato l'arte della fatica, l'impegno, l'umiltà, la forza di non arrendersi mai. Con i primi soldi guadagnati ha regalato ai genitori una crociera». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA