Italia-Ucraina, Raspadori tuttofare: manca solo il gol

Jack numero 10 e falso 9 nel cuore dell'attacco

Jack Raspadori
Jack Raspadori
di Bruno Majorano
Mercoledì 13 Settembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 15:58
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La mossa di Spalletti. Contro l'Ucraina, in una gara da praticamente da dentro o fuori, il ct ha scelto Giacomo Raspadori. Jack numero 10 e falso 9. Lui al centro del tridente azzurro con Zaccagni da una parte e Zaniolo dall'altra. Lui a fare a sportellate con i giganti della difesa ucraina, ma non per questo in difficoltà. D'altra parte Spalletti sa bene cosa può chiedere al suo attaccante: quei movimenti, quel lavoro di spondra prezioso per aprire la difesa e dare la possibilità ai compagni di buttarsi dentro. Detto, fatto. Raspadori resta a secco, ma quanto è utile alla causa. Con lui al centro dell'attacco non ci sono punti di riferimento per la difesa avversaria che di fatto sbanda già dopo pochi minuti. Raspadori ha un compito ben preciso, prendere i centraloni ucraini e portarli a spasso per il campo. Missione compiuta, perché soprattutto nella prima mezzora, quando l'Italia è totalmente padrona del campo, la difesa ospite soffre terribilmente i movimenti e i contromovimenti del numero 10. «Avremmo potuto chiuderla. Dovevamo fare una partita di spirito e personalità», ha detto Raspadori. «Sapevamo l'importanza di questa gara e abbiamo dato tutto». 

Sarà stato contento Rudi Garcia che ha seguito la partita davanti alla tv: spettatore molto interessato. Nel suo Napoli non c'è stato ancora modo di schierare Raspadori falso nove. No, perché il cuore della manovra offensiva degli azzurri ha un nome e un cognome: Victor Osimhen. Eppure Raspadori c'è. Non è uno che punta i piedi, anzi. È uno che si mette a disposizione della squadra, dell'allenatore e dei compagni. E infatti Garcia già lo considera un intoccabile. Pur senza farlo partire sempre dall'inizio, ma soprattutto senza farlo partire al centro dell'attacco. Nel Napoli si è piazzato sempre sulla fascia, con libertà assoluta di puntare l'avversario e andare dritto verso la porta. Non come in Nazionale, dove Spalletti ha avuto un'idea fissa fin dal primo minuto in cui gli è stato affidato il compito di raccogliere l'Italia post-Manicini: mettere Raspadori al centro dell'attacco. Lo ha fatto ieri per la prima volta nella gara contro l'Ucraina, una partita che gli azzurri non potevano assolutamente sbagliare. E poco importa se il numero 10 azzurri non abbia fatto gol. Ci ha pensato Frattesi, che pure in occasione del raddoppio ha beneficiato di un tocco prezioso di Raspadori proprio dentro l'area di rigore.
«Bisogna essere contenti. Altrimenti si fa la parte di quelli che sono troppo pignoli e non va più bene. La squadra ha giocato un buon calcio. A me è piaciuta l'Italia per tutta la partita. Noi dobbiamo avere più qualità per segnare ancora. Sono stati 20 giorni di pressione totale nella testa», l'analisi di Luciano Spalletti dopo la sua prima vittoria alla guida della Nazionale. 

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