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Juventus, i pm e le “manovre” Juve. «Covid come copertura, Elkann sapeva tutto»

«Ci serve il tornado delle plusvalenze per coprire le perdite»

Juventus, i pm e le manovre Juve. «Covid come copertura Elkann sapeva tutto»
Juventus, i pm e le “manovre” Juve. «Covid come copertura Elkann sapeva tutto»
di Valeria Di Corrado e Claudia Guasco
Articolo riservato agli abbonati
Sabato 3 Dicembre 2022, 00:08 - Ultimo agg. : 4 Dicembre, 11:52
5 Minuti di Lettura

Persino la pandemia è stata sfruttata dalla dirigenza della Juve per alimentare «le manovre illecite, finalizzate a gonfiare i ricavi e rinviare la rilevazione di debiti già maturati». Insomma, con la scusa del Covid, i dirigenti del club bianconero hanno potuto mettere in atto la “manovra stipendi” per far quadrare i bilanci, nonostante i «costi scriteriati ed eccessivi».

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I pm e le “manovre” Juve

«L’esplosione dell’epidemia da Covid-19 ha offerto copertura formale a tale disegno societario, finendo per costituire, più che un danno, un’autentica opportunità, ovviamente di natura illecita, per la società», spiegano i pm di Torino nella richiesta di misure cautelari presentata a giugno (e poi respinta dal Tribunale) nei confronti dei vertici di Juventus Fc. Non solo l’ex presidente del cda Andrea Agnelli, per il quale erano stati chiesti i domiciliari, ma anche l’azionista di maggioranza John Elkann (non indagato) «appare pienamente a conoscenza delle problematiche finanziarie e soprattutto delle cosiddette “manovre correttive”», che poi per la Finanza sono «manovre illecite», «studiate al fine di “alleggerire” i bilanci e consentire la permanenza sul mercato della Juventus, senza perdere i “pezzi pregiati”».

 

«Le plusvalenze “artificiali” sono il frutto - precisano i pm - di una precisa pianificazione, voluta da management e necessaria per non rinunciare agli assets principali della società, cioè i giocatori di maggior rilievo, tra cui Cristiano Ronaldo». A confermarlo è lo stesso Fabio Paratici, ex responsabile dell’area sportiva, parlando di sé in terza persona: «Perché non è che Paratici faceva le plusvalenze perché c’aveva voglia di fare plusvalenze, ma perché qualcuno gli diceva di farle». Emerge, secondo la Procura, «un contesto criminale di allarmante gravità» e una «pronunciata capacità delinquenziale», tra contabilità in nero per i rapporti con gli agenti sportivi, reticenza dei dirigenti juventini interrogati, “pizzini” in cui si parla di valori «reali e virtuali» dei giocatori, decine di documenti «occultati al di fuori della sede legale» e custoditi presso studi legali coperti da guarentigie. Ma i finanzieri sono riusciti a trovarli, tanto che un dirigente commenta così: «Qui ci fanno le pulci».


LA BOLLA
Quando le ispezioni della Consob cominciano a diventare un problema, in casa Juve il clima si surriscalda. E l’ex direttore finanziario Stefano Bertola è dell’idea di tirare fuori i documenti, per non incappare in guai peggiori: «Lasciano le persone sulla graticola. È uno stile di conduzione della casa. Ma ci sono di mezzo anch’io, che tra l’altro firmo il bilancio 2019-2020 e so il c..o che mi sono fatto per stare dietro a quei numeri. Sembriamo una manica di servi imbecilli». È il sistema Juventus quello che emerge dalle carte dell’inchiesta, con la Procura che contesta agli indagati notizie false sugli stipendi dei calciatori, perdite di esercizio inferiori a quelle reali, manipolazione del mercato e plusvalenze artificiali per 155 milioni di euro. È la famosa “bolla”: «Ci sono le plusvalenze che migliorano le perdite nette dei prossimi anni. Questo genera un tornado, ma abbiamo bisogno del tornado», dice un manager intercettato a febbraio 2021. Bertola è preoccupato: «Vedo riaffacciarsi le ombre del passato». L’ex presidente Andrea Agnelli ammette: «Abbiamo ingolfato la macchina con gli ammortamenti e la me..a che sta sotto», e l’ad di Exor, John Elkann, avverte: «Attenzione a non dire che le politiche che sono state fatte in questi anni erano dissennate». L’ex consigliere Enrico Vellano, il 26 agosto 2020, scrive una mail ad Agnelli, in vista di un bilancio in perdita per 369 milioni e una posizione finanziaria netta negativa per 600 milioni: «Questi numeri non includono le plusvalenze da cessioni, quest’ultimo valore (come discusso tante volte e sai meglio di me) è probabilmente il più critico e il più importante da gestire».


ACCORDO CON LA ROMA
La summa di acquisti «senza senso», di un «piano disastroso di recupero bilancio» e di «un utilizzo eccessivo di plusvalenze artificiali» che danno un «beneficio immediato» costringendo però a un «carico ammortamenti» per gli anni successivi è rappresentata dal “Libro nero FP”, foglio scritto a mano dall’attuale direttore sportivo Federico Cherubini (non indagato) che attacca la strategia del suo predecessore Fabio Paratici. Operazioni a specchio, ravvicinate, a somma zero per dare sollievo ai bilanci. Come i 29 milioni incassati dalla Roma per la cessione di Leonardo Spinazzola che a sua volta ha venduto alla Juve Luca Pellegrini per 22 milioni: le cifre della transazione sono state iscritte a bilancio dalle società, in realtà si sono mossi solo 7 milioni. Con la Sampdoria, stando alle intercettazioni, l’atmosfera è ben più informale. Telefonata tra Cherubini e il direttore sportivo Faggiano sul passaggio di un portiere. «Vuoi cederlo e tenerlo tu?», chiede il ds bianconero. E Faggiano: «Sì, ci date una mano grossa frate’, facci sto miracolo. E non è che i soldi li voglio mo’, che mi frega». A volte però ci sono intoppi: «Ma tu pensa uno come Arthur, che per farti la plusvalenza Pjanic hai pagato 75 milioni, adesso deve anche andare sotto i ferri. Cioè, era palese che non fosse uno da quella cifra lì. Adesso te lo porti avanti per quattro anni», si irrita Marco Re. Il colpo finale per i bianconeri arriva con l’acquisto di Cristiano Ronaldo e l’ex ad Maurizio Arrivabene spiega così il disastro che sta per abbattersi sul club più titolato d’Italia: «Il primo aumento di capitale serviva per puntellare le operazioni già nate ai tempi di Higuain, noi invece l’abbiamo usato per comprare Ronaldo. Poi è chiaro che è scoppiata la gomma, eravamo a 300 all’ora».
 

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