Koulibaly, quegli insulti che ferirono il campione azzurro a Roma e Milano

Come Lukaku anche il difensore, ai tempi del Napoli, preso di mira dai razzisti negli stadi

Koulibaly
Koulibaly
Eugenio Marottadi Eugenio Marotta
Mercoledì 5 Aprile 2023, 20:43 - Ultimo agg. 23:05
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È soltanto l’ultimo spregevole episodio di una lunga, lunghissima serie. Purtroppo. I cori razzisti e gli ululati nei confronti dei giocatori di colore sono lo specchio dell’ignoranza che prende voce negli stadi. Di una sparuta minoranza, ci si affretta subito a dire in questi casi. Pur non potendola quantificare (non esiste un indicatore di... stupidaggine) è una minoranza che ancora non si riesce ad estirpare
Ieri l’altro ne ha fatto (nuovamente) le spese Romelo Lukaku, allo Stadium tra la Juventus e la sua Inter. L’attaccante belga è stata soltanto l’ultima vittima in ordine di tempo del vento razzista che continua a soffiare e mortificare il mondo del calcio.
 

I precedenti

Ne sa qualcosa Kalidou Koulibaly.

L’ex difensore del Napoli, oggi in forza al Chelsea, è stato spesso preso di mira durante i suoi anni di militanza con la maglia azzurra. In più di una circostanza il possente difensore franco-senegalese ha denunciato, segnalato, incassato. Fino anche a sbottare, portato all’estremo della pazienza. Uno dei primi episodi si registrarono all’Olimpico di Roma (era il 2016) quando la curva nord della Lazio - oltre ai soliti cosi imbecilli riferiti a Napoli e al Vesuvio - si concentrò per tutto l’arco dell’incontro con ululati razzisti ogni qual volta il difensore azzurro entrava in azione. A tal punto che il direttore di gara (Irrati ndA) fu costretto a sospendere la partita per un paio di minuti.

Il rosso e la vergogna

Non fece lo stesso, invece, nel giorno di S. Stefano l’arbitro Mazzoleni a S. Siro (era il 2018) contro l’Inter nonostante gli ululati di «tifosi» nerazzurri indirizzati a Koulibaly. Il difensore fu invece espulso dopo un fallo su Politano (doppia ammonizione) per un applauso polemico nei confronti del direttore di gara. A fine partita, l’allora tecnico del Napoli Carlo Ancelotti denunciò l’episodio. «Abbiamo chiesto per tre volte la sospensione del match per gli ululati a Koulibaly. Nonostante gli annunci dello speaker la gara è andata avanti. Ci sono stati ululati per tutta la partita e il giocatore non è stato lucidissimo».
Ed ancora episodi analoghi ai suoi danni a Firenze e a Bergamo negli anni a venire, segno evidente di una vergognosa tendenza che purtroppo non accenna a scemare. Sempre per il colore della pelle. La lista purtroppo è lunga. Lunghissima. Da Boateng a Balotelli, da Eto’o a Muntari.
 

La prima denuncia

Marc Zoro, nel lontano 2005 (era il 27 novembre), fu il primo a denunciare platealmente quanto stava subendo in campo ad opera dei «tifosi» dell’Inter. In occasione dell’incontro casalingo del suo Messina, il difensore stanco degli insulti prende il pallone e si dirige verso l’arbitro (Trefoloni) con le lacrime agli occhi chiedendogli di fermare l’incontro. Fu la prima volta che un giocatore prese una posizione su quello che era, e che resta, un grave problema sociale.

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