«Spalletti paga tu» ma il legale del Napoli esclude il braccio di ferro

Gravina si augura di sistemare la questione in tempi brevi

Gravina
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di Salvatore Riggio
Giovedì 17 Agosto 2023, 10:06 - Ultimo agg. 18 Agosto, 16:45
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La Figc non cambia idea. Il prescelto per sostituire Roberto Mancini, dopo le dimissioni a sorpresa tramite pec del 13 agosto, è e resta Luciano Spalletti. Da parte sua, Aurelio De Laurentiis rivendica il pagamento della clausola di tre milioni di euro dopo l'addio con l'allenatore del terzo scudetto. E anche su questa delicata (e rovente) questione il presidente della Figc, Gabriele Gravina, non ha cambiato idea: non sarà pagata alcuna clausola da parte della Federazione. Da parte sua, il Napoli ha ribadito la propria posizione con l'avvocato Mattia Grassani, intervistato al Tg1: «Esistono dei patti inderogabili che valgono anche in caso di tesseramento di una nazionale, anche italiana. Non c'è un braccio di ferro tra Figc e Napoli, la Figci è libera di tesserare l'allenatore quale ct della nazionale ma la clausola resta».

Per la questione indennizzo sono al lavoro i legali, che insistono sull'assenza di un «patto di non concorrenza». In sostanza, l'Italia non è concorrente del Napoli, quindi la clausola non sarebbe applicabile. Con questa clausola, ricordiamo, De Laurentiis dovrebbe ricevere poco più di 2,6 milioni di euro (si partiva il primo luglio da tre, ma si scalano 250mila euro al mese, in base all'accordo stipulato alla fine del campionato del terzo scudetto, quando Spalletti decise di non restare per il terzo anno a Napoli). E non vuole arrivare a un compromesso. Ha infatti parlato di «questione di principio» e di «rispetto delle regole» nel lungo comunicato emesso nel giorno di Ferragosto, per puntualizzare la posizione del club rispetto a Spalletti e alla Figc, anche con duri riferimenti al comportamento tenuto da via Allegri nei confronti del dimissionario Mancini.

Questa situazione sta facendo arrabbiare la Figc, che si aspettava buon senso da parte di un presidente che ha appena conquistato lo scudetto. C'è chi sostiene, però, che De Laurentiis non si stia scagliando contro la Figc, ma contro Spalletti per le modalità dell'addio (lo aveva a più riprese riconfermato sulla panchina azzurra, a cominciare dal 23 marzo, quando il tecnico fu insignito del Premio Bearzot al Maschio Angioino). E in effetti l'avvocato del Napoli, Grassani, conferma che il problema è tra club e tecnico: «La clausola impegna il Napoli e Spalletti, nessun altro. Questo è il primo caso in cui un allenatore che ha risolto il contratto con il club abbia un accordo come quello tra Spalletti e il Napoli, e dall'altra parte ci sia una Federazione. La clausola aveva lo scopo di ristorare il Napoli qualora Spalletti non avesse mantenuto la promessa di fermarsi per un anno, nella prospettiva che ci fosse una società concorrente.

Nessuno pensava a una federazione. E la Figc mai ha pagato un club per un allenatore. Questo è lo scoglio politico da superare. Dovrà essere bravo lui a negoziare con la Nazionale un compenso che sia in parte, o tutto, ristoratore di questa somma».

In ogni caso è fondamentale che ci sia un'accelerazione nella trattativa, tra Spalletti e il Napoli, o fra tutte e tre le parti. La Figc ha la necessità di sapere, almeno entro questo weekend, se può annunciare il tecnico di Certaldo, che può contare sull'assistenza legale del figlio Samuele, avvocato presso uno dei più importanti studi di Milano, dove l'allenatore ha fissato la sua residenza dopo l'esperienza biennale vissuta sulla panchina dell'Inter. Dopo l'esonero del 2019, restò fermo due anni in attesa della proposta di De Laurentiis. I tempi stringono per la sostituzione di Mancini. L'Italia a settembre giocherà due partite fondamentali per la qualificazione all'Europeo del 2024. Non si può più attendere.

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