Avellino, euforia all'extra-time e Rastelli può esultare: ci abbiamo messo il cuore

Gara rocambolesca con il Foggia decisa al 91esimo

La festa dell'Avellino
La festa dell'Avellino
di Marco Festa
Lunedì 13 Marzo 2023, 08:52 - Ultimo agg. 09:35
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La luce in fondo al tunnel. Altalena di emozioni vietata ai deboli di cuore al "Partenio-Lombardi" dove l'Avellino si è fatto rimontare due gol di vantaggio dal Foggia prima di vincere all'ultimo respiro grazie a Totò Di Gaudio.

Interrotta la striscia di quattro ko di fila: nel mirino la zona playoff, +7 il distacco da quella playout.
Come previsto, dopo due gare col 3-5-2, Rastelli è tornato al 4-3-2-1 con Trotta e Russo a supporto dell'unica punta Marconi. Somma, alla prima sconfitta sulla panchina dei rossoneri, su cui si è accomodato da tre match al posto del dimissionario Gallo, ha risposto con tre novità rispetto all'undici di partenza opposto alla Fidelis Andria: Di Pasquale per lo squalificato Rizzo in difesa, Di Noia (recuperato) per Odjer e Frigerio per Schenetti a centrocampo.

La prima frazione di gioco è stata la perfetta fotografia del momento attraversato dai biancoverdi.
Da una parte la voglia di rialzarsi, che si è tradotta in un approccio grintoso e volitivo, dall'altra la paura di non riuscirci, testimoniata da qualche affannoso disimpegno. In campo, però, c'è stata una sola squadra.
Quella guidata da Rastelli, che ha liberato con un salto di gioia tutta la pressione nel momento in cui D'Angelo ha sbloccato il risultato al 9' capitalizzando nel migliore dei modi un'azione corale, avvolgente: seconda rete in undici presenze dal suo ritorno all'ombra del Partenio, lo scorso gennaio.

Su lob morbido di Ricciardi, bravo a prendere la linea di fondo con l'aiuto di Mazzocco, Marconi ha centrato la traversa con un colpo di testa ma D'Angelo è stato lesto nella ribattuta con un'altra incornata, stavolta vincente, nonostante il tentativo di salvataggio sulla linea di porta da parte di Rutjens a Thiam battuto.
Il monologo dei padroni di casa è proseguito con un tiro-cross di Benedetti di facile lettura per il portiere avversario e una botta di Tito da distanza siderale.
Un atteggiamento propositivo che ha coinvolto i tifosi della Curva Sud: sugli spalti hanno indirizzato cori agli acerrimi rivali pugliesi, assenti forzati per gli incidenti dell'andata, fuori dallo stadio hanno affisso due striscioni inneggianti alle trasferte libere.

Sostenuto dalla propria gente, l'Avellino ha continuato a macinare gioco.
E nel calcio gare così prendono un'altra piega quando davanti hai un centravanti vero, come Marconi, che ha fatto le prove generali per il gol del raddoppio girando di un nulla al alto un invito rasoterra dalla sinistra di Russo, ha sciupato spedendo sul fondo un destro a giro poco appena entrato in area di rigore su lancio perfetto di Casarini e alla fine ha timbrato il cartellino da vero bomber: timing perfetto in tuffo, su assist di Mazzocco, nessuno scampo per Thiam.

Il guizzo del 2-0 al secondo e ultimo minuto di recupero.
Il miglior modo per tornare negli spogliatoi, prima del peggiore per rientrare sul rettangolo verde, ovvero permettendo al Foggia di riaprire i giochi al 59' con Ogunseye, che è sbucato alle spalle di Moretti infilando Pane sotto le gambe.
Vane le proteste per una presunta spinta ai danni del difensore. Subito dentro Matera per D'Angelo.
Brividi quando Pane ha momentaneamente salvato il risultato neutralizzando un gran sinistro dalla distanza di Petermann. Poi Moretti ha steso Iacoponi in area di rigore e si è beccato il giallo che gli farà saltare il derby di mercoledì prossimo col Giugliano.
Dal dischetto, al 74', Ogunseye non ha lasciato scampo a Pane spiazzandolo: nono centro in campionato e dodicesimo stagionale.

Di Gaudio per Trotta e Maisto per Mazzocco le mosse di Rastelli per provare a vincerla prima di essere espulso all'86' per proteste in seguito a un fuorigioco segnalato a Russo, che a tu per tu con Thiam aveva sparato sul fondo.
Finale thrilling. Miracolo di Benedetti, che si è lanciato sul pallone di testa evitando a Ogunseye di trovare la tripletta.
E come sempre accade per una regola non scritta nel mondo del calcio, gol sbagliato, gol subito.
Proteste per un rigore non concesso per un sospetto tocco di mano di Rutjens su passaggio di Di Gaudio, che al 90' ha firmato il suo primo e risolutivo gol dell'anno, appoggiando la palla in rete su corner di Tito, prolungato di testa sul palo da Marconi.
Per l'esplosione del «Partenio-Lombardi», che quel grido liberatorio lo aveva dentro dallo scorso mese di maggio.
Il boato ricorda quello che accompagnò il gol di Rivaldo il 17 giugno 2007. Avellino-Foggia si conferma una sfida che non sarà mai banale.
 

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