Giuntoli via da Napoli ma De Laurentiis dice no (per ora)

Il diesse vuole la risoluzione del contratto senza penali

Cristiano Giuntoli
Cristiano Giuntoli
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Martedì 23 Maggio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 24 Maggio, 08:42
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Tutti i nodi arrivano al pettine. Ma ce ne sta anche un altro, non di minor conto, di cui deve occuparsi nelle prossime ore il Napoli. Anzi, per De Laurentiis, persino più doloroso: perché Cristiano Giuntoli è stato sempre un punto di riferimento importante non solo nelle scelte di mercato ma anche nella gestione sportiva e quotidiana della squadra. Però Giuntoli, dopo otto anni, è uscito allo scoperto: ritiene concluso il suo ciclo al Napoli, dopo aver realizzato colpi milionari, firmato plusvalenze di ogni tipo e confezionato una serie di mercati da incorniciare. E recitando spesso anche il ruolo di capro espiatorio, come durante gli ultimi mesi della gestione di Rino Gattuso, quando invece il suo destino era separato da quello del tecnico calabrese. Ha gestito in maniera straordinaria il dopo-ammutinamento con il Salisburgo e l'addio di Ancelotti. Ma ora ha bisogno di altro: legittimo, anche sotto il profilo professionale. Un primo incontro c'è stato ma la fumata è stata nera. Dopo tanti anni assieme, Giuntoli sa quando è il momento di parlare con il suo presidente. Che ora deve gestire, senza di lui, il dopo-Spalletti. Ma De Laurentiis non pensa di liberarlo, almeno non pensa di farlo adesso: vuole tenerlo con sé fino alla fine della prossima stagione, perché c'è un contratto e ha chiesto al ds toscano di rispettarlo fino in fondo. Ma è evidente che neppure il patron ci crede sul serio: se uno come Giuntoli chiede di andar via a dodici mesi dalla fine del suo contratto, non può certo trattenerlo. Sarebbe una specie di harakiri, peraltro neppure così economico visto che il ds percepisce un ingaggio superiore al milione di euro.

Un allenatore può restare controvoglia, ma non certo il direttore sportivo che non si sente più di condividere il progetto tecnico del club per cui lavora. De Laurentiis e Chiavelli, il potente ad, stanno riflettendo. Giuntoli vuole la risoluzione del contratto, senza pagare penali o altro. E non vuole neppure limitazioni alla sua destinazione, che sia la Juventus (molto probabile) o la Lazio (che pure è interessata a ricomporre l'asse Sarri-Giuntoli). Vero che Giuntoli sa bene che andare alla corte di Elkann non va giù a De Laurentiis e ai tifosi del Napoli, ma non vuole che sia una conditio sine qua non: prima vuole essere liberato dal vincolo contrattuale poi vuole accasarsi dove gli pare, dove trovare un progetto tecnico che possa esaltare le sue doti. E con sé il suo braccio destro, figura di spessore come poche nel calcio italiano: Beppe Pompilio.

Giuntoli anche domenica si è goduto la vittoria: ha fatto un giro di campo festeggiando in particolare Gaetano, altra sua scoperta.

E De Laurentiis? Due addii così non li aveva messi in preventivo, era certo che avrebbe discusso del rinnovo con il suo ds in autunno. Ma non adesso: ora Giuntoli chiede di andare via. Ha conquistato lo scudetto, ha costruito pezzo dopo pezzo questa macchina delle meraviglie, ha portato in Italia un signor nessuno come Kvara e un altro semisconosciuto come Osimhen (sia pure pagato quasi 80 milioni di euro). 

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