Supercoppa, le lacrime di Insigne
e la gioia di Pirlo: «Ma ha sorriso?»

Supercoppa, le lacrime di Insigne e la gioia di Pirlo: «Ma ha sorriso?»
di Delia Paciello
Giovedì 21 Gennaio 2021, 08:09
5 Minuti di Lettura

È successo davvero di tutto nella notte della Supercoppa italiana: «Marò, ma come è possibile?»; «Supercoppa= superintuosseco», sono i primi commenti dei napoletani che arrivano dal web. Primo tempo equilibrato, poi nella ripresa la Juventus più prepotente è arrivata al gol e Mertens è riuscito a farsi dare un calcio di rigore che l’arbitro non aveva proprio visto, fermando il gioco e convincendolo a usare il supporto della tecnologia. A nulla è servito però, perché Insigne non ha sfruttato l’occasione e incomprensibilmente dal dischetto l'ha buttata fuori. Pressione, emozione, un Napoli che però a Reggio Emilia non ha giocato peggio che nel match con la Fiorentina vinto 6-0, ma gli episodi sono stati ben diversi. Colpe? Forse quella di non aver saputo approfittare della Juventus probabilmente peggiore degli ultimi anni. E intanto Pirlo ha alzato con gioia il suo primo trofeo da allenatore. Esatto, gioia. Perché qualcuno dice addirittura di averlo visto sorridere ed esultare. Sarà solo una leggenda? In effetti sui social non tutti ci credono, e pare non vi siano prove. Così c’è chi si sbizzarrisce con meme e vignette su di lui.

Altro aspetto da non sottovalutare è il risultato storico raggiunto dai bianconeri: nonostante le difficoltà degli ultimi anni a vincere una finale, stavolta pare che ci siano riusciti. Sempre che la Supercoppa, gara secca, possa essere considerata tale. Qualcuno vede qui la beffa. 

Intanto Lorenzo martire appare bersagliatissimo per le piazze virtuali. Ma in tanti si schierano dalla sua parte: «Solo chi non ha il coraggio di tirare i rigori non li sbaglia»; «Capitano, forza siamo con te»; «La grandezza di un giocatore non si misura da un rigore»; «Prendersela con Insigne è davvero da tifosi dei distinti», sono le parole d’affetto per il napoletano.

Paura, poco coraggio: è questo che in tanti rimproverano alla squadra. «Chi nun  tene coraggio nun se cocca ch’e’ femmene belle», è la dedica dei napoletani ai calciatori azzurri. Un atteggiamento remissivo, attendista, contro una Juventus debole rispetto al passato. Ma a guardare la gara e a confrontarla con quelle precedenti, compreso quella della goleada ai viola, il Napoli in realtà si è dimostrato in crescita per gioco, precisione dei passaggi, manovra. Avrebbe potuto crescere ancora in intensità e velocità per sorprendere la Vecchia Signora. «L’unica volta che avete accelerato stavamo per segnare», fa notare qualche tifoso. «Ci è mancata cattiveria», ammette anche Ringhio. 

 

In realtà poco da recriminare all’allenatore, ma c’è chi urla ancora #Gattusoout dopo la sconfitta. Per qualcuno non avrebbe dovuto schierare tanti attaccanti dopo il gol di Cr7. Avrebbe invece dovuto cercare equilibrio: «Ha creato caos invece di dare lucidità». Eppure proprio nei minuti finali la squadra ha provato a rimontare, con Ospina alla Reina sotto la porta avversaria, attaccante aggiunto. E lì è arrivato anche il gol di Morata, sul fischio, quando a onor del vero non c’era più niente da perdere. Il carattere di David, tuttavia, è stato apprezzato: «Bene così, ci vuole grinta».

Accanto a lui fra i più applauditi Demme e Lozano. Quest’ultimo si è sacrificato correndo per tutto il campo, senza sosta da una porta all’altra, facendo pressing e creando imprevedibilità in zona d’attacco grazie anche all’intesa con il centrocampista tedesco. Dall’altra parte però un super Szczesny non ha concesso nulla agli azzurri: «Manco il mio gatto ha i suoi riflessi», commenta qualche tifoso.

Qualche parola cattiva arriva invece per Fabian, anche quando non c’entra proprio niente.

Lo spagnolo aveva pubblicato solo una foto davanti alla tivù mentre faceva il tifo per i compagni, e in tanti non si sono risparmiati: «Sinceramente non cambia niente, anche se giochi fai le stesse cose più o meno». Ma non mancano gli auguri di pronta guarigione. Tutto sommato l’importante è che sia lontano dal campo.

 

Altra nota positiva da parte dei tifosi è la maggiore maturità vista in alcune piccole occasioni. Come nel caso del rigore, con Mertens a terra finchè non hanno interrotto l’azione, o i falli inesistenti guadagnati da Mario Rui: aspetto che con la Juventus ha fatto particolarmente piacere, quasi a cercare di ripagarli con la loro stessa moneta. «Ma loro sulle simulazioni e gli aiutini sono inarrivabili», sottolinea qualcuno.

Eppure stavolta Valeri e i suoi non hanno fatto parlare: arbitraggio nel complesso corretto, niente da recriminare se non quel momento di titubanza prima di andare al Var per verificare il rigore netto sul belga. Ma addirittura questo fa quasi più male: «Non possiamo prendercela con nessuno, se non con noi stessi», ammettono con onestà i napoletani. 

E mentre gli juventini provano a ironizzare su De Laurentiis che vorrebbe rigiocare la gara chiedendo l’intervento dell’Asl, c’è subito chi fa notare: «A belli, voi non riuscite a essere onesti manco quando siete felici. La differenza è che qui abbiamo giocato e non abbiamo nulla da dire perdendo sul campo. La partita a tavolino che avete provato a rubare in campionato invece non è stata mai giocata, non l’avete mai vinta. Sognavate di vincerla senza giocare, solo con gli imbrogli». Nota pungente ma chiara fra i battibecchi tra tifosi.

E così l’immagine del match per i napoletani resta quella delle lacrime di Insigne a fine gara, che si contrappone a quella della gioia di Pirlo e del suo sorriso. Perché qualcuno giura ancora che abbia davvero mostrato quell’espressione sul volto. Nel dubbio c’è chi scrive: «Se avessimo vinto noi, almeno avremmo goduto davvero». E questa è davvero una cosa certa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA