Kovacs bocciato dall'Uefa dopo Milan-Napoli: non arbitrerà più in Europa

De Laurentiis non alzerà la voce ma è infastidito

L'espulsione di Anguissa
L'espulsione di Anguissa
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Venerdì 14 Aprile 2023, 07:00 - Ultimo agg. 15 Aprile, 08:21
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Non avrà al posto del cuore il bidone della spazzatura ma Istvan Kovacs ha condizionato la partita di Champions dell'altra sera. La Uefa lo ha bocciato, difficilmente lo rivedremo dirigere in Europa in questa stagione un'altra gara. C'era Roberto Rosetti, il capo degli arbitri, ad assistere alla sua prestazione. Il Napoli è una furia, solo Spalletti è uscito allo scoperto per criticare le sue decisioni. Ben due associazioni, Noi Consumatori e Napoli Club Maradona, preparano una class action contro Aleksander Ceferin. «Ho avuto mandato di chiedere 150 milioni di euro per la violazione dei principi di lealtà sportiva, l'arbitraggio dell'altra sera rischia di spezzare i sogni di una intera città e di un popolo di decine di milioni di tifosi innamorati di questo gioco». Chiaro, una mossa solo di impatto simbolico. Le proteste nel ventre di San Siro sono state furiose, calciatori e dirigenti hanno protestato a lungo per la direzione del direttore di gara rumeno al termine della gara. Un pantano emotivo legittimo, giustificato dal fatto che la gara sia stata condizionata da scelte errate da parte di Kovacs. Ma non dovrebbero esserci sorprese dal referto arbitrale, perché anche se la rabbia era notevole, non sono stati superati i limiti. Nessuno ha voglia di recitare la parte dei piagnoni ma il mancato giallo a Leao per aver preso a calci la bandierina è un errore tecnico gigantesco (in Italia il Var avrebbe sussurrato qualcosa per rimediare all'amnesia) come il giallo mancato a Krunic che era diffidato. Tutte decisioni all'alba della partita. È un peso ha avuto anche il repentino, quasi isterico, cambio di direzione: da quando non fischiava nulla, fischiava tutto e ammoniva chiunque (evidentemente già nell'intervallo qualcuno aveva sottolineato gli errori). Certe topiche sono insopportabili. Così come certi comportamenti: il Napoli ha preso le distanze da alcuni giornalisti accreditati che nella mixed zone di San Siro, alla vista di Kovacs e Rosetti hanno urlato «Vergogna». Ussi e Ordine dei giornalisti garantiscono che della faccenda se ne occuperà anche il collegio di disciplina e che verranno presi severi provvedimenti. Anche la Uefa ha chiesto spiegazioni al Milan. 

Stavolta Aurelio De Laurentiis non alza la voce, non si fa sentire né dai vertici Uefa e neppure da Gravina, che da qualche settimana è vice presidente.

Non vuole gettare benzina sul fuoco ma è infastidito, seccato, turbato. Ma il fuoco che ha dentro lo tiene per sé. In una telefonata di un tifoso (messa poi su Tik Tok) si limita a dire: «Questo è il calcio e questa è la Uefa. E noi siamo contro tutti». Ceferin, in questi giorni, ha anche altro a cui pensare: dopo la sue rielezioni, deve difendersi dagli attacchi a spada tratta della stampa slovena. Uno scandalo scoppiato in Slovenia dove viene accusato dalla stampa di Lubiana di non aver mai fatto parte del consiglio d'amministrazione dell'Olimpia Lubiana, cosa che lo avrebbe reso ineleggibile per la massima carica continentale. Non una questione di poco conto. In ogni caso, De Laurentiis è da tempo ai ferri corti con Ceferin, come in precedenza lo era stato con Platini (ricordate la sua lettera aperta dopo Napoli-Dnipro nel 2015 e il gol in fuorigioco convalidato dagli ucraini). La gestione della Uefa non gli è mai andata a genio. Ceferin entrò a gamba tesa alla vigilia della gara con l'Eintracht. «Mai più una trasferta vietata ai tifosi, sennò la prossima volta il Napoli giocherà in campo neutro e i club verranno sanzionati». Un intervento che non piacque a De Laurentiis: «Parlerò di lui solo a fine stagione». Ma la gestione dell'Uefa è da sempre nel suo mirino: non ama l'attuale formula della Champions e neppure come cambierà nel 2024, non ama le modalità di distribuzione dei premi da parte dell'organismo europeo, contesta il super affollamento dei match delle nazionali durante la stagione.

 

Insomma, il Napoli non è in cima alla piramide dell'amore da parte di Ceferin. Anche nel piano della Superlega: De Laurentiis non ha mai sostenuto il colpo di mano di Andrea Agnelli ma sogna una Champions diversa in cui giochino solo le big dei 5 migliori campionati. Intanto, martedì sarà una gara straordinaria sotto il profilo delle presenze: tutto esaurito, con quasi 55mila spettatori, con il nuovo record di incasso della storia del Napoli. 

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