Napoli-Milan, Spalletti chiama e la città risponde

Domani nuovo vertice in prefettura con i tifosi delle curve

Gli ultras azzurri a Milano
Gli ultras azzurri a Milano
di Bruno Majorano e Luigi Roano
Venerdì 14 Aprile 2023, 07:00 - Ultimo agg. 15 Aprile, 08:21
4 Minuti di Lettura

L'impegno è organizzare per domani in prefettura un vertice al quale parteciperanno oltre al prefetto Claudio Palomba, il sindaco Gaetano Manfredi, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e i tifosi delle curve per provare a ricucire la spaccatura tra la proprietà e gli stessi tifosi. Dal Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica tenutosi al Viminale presieduto dal ministro Matteo Piantedosi, sono venute fuori tante cose e anche questo tema che non è secondario perché si tratta sempre di ordine pubblico, quello da mantenere all'interno del Maradona che non è terra di nessuno ma suolo dello Stato italiano. Il 2 aprile i tafferugli in Curva B e le immagini di intere famiglie scappate via per sfuggire alle risse hanno fatto il giro del mondo. Ma cosa significa sedersi tutti assieme? In premessa va detto che Piantedosi - questo il messaggio lanciato dal titolare del Viminale - non farà sconti ai facinorosi, quelli al Maradona difficilmente ci entreranno ancora. Il ministro in questo contesto ha raccolto l'appello del sindaco Manfredi di una decina di giorni fa a trovare «l'unità di intenti per sostenere la squadra». L'ex rettore si è fatto garante dell'incontro di domani con il patron De Laurentiis e Piantedosi ha voluto che si svolgesse in Prefettura per togliere alibi a chiunque possa minimamente immaginare che l'accordo per la pace possa finire a tarallucci e vino. Se l'incontro dovesse andare a buon fine - e i segnali positivi non mancano nemmeno da parte di De Laurentiis - si metterà in piedi un protocollo per arrivare almeno fino al termine della stagione e chissà poi ripartire dal nuovo modello anche per la prossima stagione agonistica. I punti inderogabili del patto saranno di certo due: al Maradona si deve andare per tifare Napoli anche con tamburi, striscioni e scenografie a patto che i materiali siano quelli indicati dalla legge e che si rispettino tutte le regole. E devono essere rispettati tutti gli spettatori che vanno allo stadio e il lavoro degli steward. «Adesso bisogna che i tifosi capiscano che bisogna venire allo stadio per fare il tifo», ha detto anche il presidente De Laurentiis, in una telefonata con un supporter registrata e poi messa suTik Tok.

D'altra parte il primo a auspicare un clima diverso al Maradona è proprio Luciano Spalletti che dopo il ko di Milano ha mandato un messaggio chiarissimo: «Quel che ho visto al Maradona contro il Milan non lo riuscirò mai a capire: se succede al ritorno, vado via dalla panchina e me ne torno a casa». Luciano non ha digerito quel che è accaduto in campionato contro i rossoneri, con la protesta del tifo e «un tutti contro tutti che non riuscirò mai a capire e mi porterò dietro sempre, perché è inspiegabile. Non si vince da 33 anni eppure quel che ho visto nel nostro stadio non lo comprendo. I miei giocatori sono sensibili e non sono stati aiutati da questo». Gli ha fatto eco nella giornata di ieri lo scrittore e tifoso del Napoli Maurizio de Giovanni: «Martedì il Maradona deve giocare la sua partita.

Come abbiamo sempre cantato i ragazzi hanno bisogno di noi. Chi non canta e chi non urla non è tifoso del Napoli». 

 

Della stessa opinione anche Amedeo Manzo, presidente della Bcc. «Dobbiamo essere almeno 12 in campo e la spinta del pubblico sarà fondamentale. Ricordo l'atmosfera del Maradona il 2 aprile: è stata surreale. Ma ricordo anche quella del San Paolo nel 1989 contro la Juventus in Coppa Uefa: la partita la vinse il pubblico. Ci servirà quella stessa fusione anche per la gara di ritorno di martedì contro il Milan». Una sola cosa pubblico e squadra, lo chiede anche l'avvocato Eduardo Cardillo, presidente del Club Napoli Tribunale: «Dobbiamo fare il passo indietro per un momento di tregua al fine di accedere a una semifinale che sarebbe memorabile. Bisogna spingere la squadra perché merita di essere sostenuta. Spalla a spalla, proprio come diceva Benitez. Tutti per la maglia. E per questo mi auguro di vedere spalti pieni ma anche in festa: con bandiere, striscioni e tamburi e sentire i cori di sostegno per il Napoli». Anche lui c'era nel 1989 nella gara di ritorno contro la Juventus. «Ripenso al gol di Diawara nel 2017: quel gol lo ha segnato dal pubblico al 94'». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA