Manna al Napoli, parte la nuova era di De Laurentiis

Contratto triennale per il nuovo manager più opzione fino al 2029

Cristiano Giuntoli e Giovanni Manna prima di una partita della Juventus
Cristiano Giuntoli e Giovanni Manna prima di una partita della Juventus
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Mercoledì 3 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 4 Aprile, 12:40
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L’anno zero ha inizio. O quasi. Il cerchio di Aurelio De Laurentiis si sta per chiudere sul nuovo direttore sportivo. Ed è balzato in pole Giovanni Manna, cilentano di Gioi, a pochi chilometri da Vallo della Lucania, che ha sorpassato Accardi, Pederzoli e Massara. Una svolta avvenuta negli ultimi giorni, col patron in Svizzera a tessere la tela, ad accelerare perché proprio non vede l’ora che arrivi alla fine questa stagione. La firma sarà su un contratto lungo: 5 anni. Con opzioni unilaterali a favore di De Laurentiis. Dopo aver accusato Cristiano Giuntoli di essere uno juventino sotto mentite spoglie, ecco che avrebbe scelto come suo braccio destro per il mercato un 35enne che è cresciuto nella Juventus Next Gen, l’under 23 che gioca in Lega Pro e che nell’ultima stagione ha lavorato al fianco proprio dell’ex ds del Napoli dopo l’addio di Paratici. La gavetta bella lunga: a 25 anni al Forlì, poi al Chiasso e al Lugano, dove s’incrocia con Zeman. De Laurentiis non cambia strada: vuole la linea verde e pesca, così, anche tra i direttori sportivi. Come nel 2015 fece con Giuntoli che prese dal Carpi. Classe 1988, nato a Vallo della Lucania, Manna lavora alla Juventus da cinque anni. Con vari ruoli. Fino alla promozione della scorsa estate. C’è una bozza d’intesa sulla parola tra De Laurentiis e Manna e alla Juventus Giuntoli non farà nulla per trattenerlo: anche perché a giugno arriverà dal Napoli il fedelissimo Beppe Pompilio. Una staffetta, in pratica. Ma De Laurentiis inizia la sua rivoluzione così: decidendo di non trattenere Mauro Meluso, l’unico che a luglio ha accettato il posto di erede di Giuntoli, dopo un casting pieno zeppo di no. Meluso ha un contratto di un anno che non verrà rinnovato. Manna - se non ci saranno cambiamenti di idea da parte di De Laurentiis - lavorerà ancora con al fianco il capo degli scouting Maurizio Micheli che, invece, ha ancora un altro anno di contratto. 

Le strade 

Francesco Calzona potrebbe restare nello staff tecnico azzurro: si profila un’offerta da parte di De Laurentiis ma il tecnico calabrese non è sicuro di accettare. Non solo perché ha ancora un contratto con la Slovacchia, ma perché ha capito che vuole allenare un club. Da capo allenatore. Quindi, aspetterà. Dunque, De Laurentiis è a caccia del nuovo allenatore: aspetterà ancora Antonio Conte. L’offerta di gennaio, quando era pronto a dargli anche 8 milioni all’anno, è ancora valida. Ma l’ex ct ha molti dubbi. Però è assai attratto dalla corte di De Laurentiis, anche se pesa nel suo modo di vedere la modalità con cui il Napoli ha rotto con Luciano Spalletti dopo lo scudetto (compresa la causa legale dopo l’annuncio della firma con la Nazionale). Dunque, la rosa resta quella di sempre: con Vincenzo Italiano e Francesco Farioli. In realtà, qualche apprezzamento (molto di più) è stato fatto anche per Pioli, ma l’impressione è che il Milan se lo tenga stretto. La pista Palladino? Non è da escludere del tutto. Poi ci sono gli outsider dell’ultim’ora: l’arrivo di Manna esclude, a questo punto, il ritorno di Maurizio Sarri (era legato all’ingaggio di Massara). Ma nel casting riecco Paulo Sousa (dopo il flop con la Salernitana). E due new entry: Marco Rose, allenatore del Lipsia, e Paulo Fonseca, tecnico del Lille. Finito? Una telefonata è stata fatta a Davide Possanzini (quest’anno al Mantova) e un’altra a Fabio Pecchia (che guida il Parma).

L’aria è quella del casting, esattamente come un anno fa. Solo che è iniziato con largo anticipo, visto che la stagione è un fallimento e può già essere pianificato il futuro. 

Il centro sportivo 

Ma il prossimo anno segnerà anche l’addio da Castel Volturno che era la casa del Napoli dal 2006. L’accordo è agli sgoccioli e non ci saranno ulteriori proroghe: entro l’estate del 2025 il Napoli dovrà lasciare il centro tecnico sul litorale domizio che è stata la casa azzurra. E c’è poco da fare, perché il tempo è davvero poco per realizzarne uno nuovo di zecca o trovare una struttura pronta ad accogliere il Napoli, con la disponibilità di una società di serie A. Il piano Bagnoli non è realizzabile, perché ci vogliono almeno 30 mesi per la bonifica e la Federazione tennis e padel si è praticamente accaparrata già tutti i suoli. De Laurentiis, negli ultimi giorni, sta vagliando l’offerta che arriva nella zona vesuviana, nei pressi di San Giuseppe Vesuviano. Non è questione di poco conto, sicuramente prioritaria rispetto alla faccenda dello stadio che è assai legata ai lavori del Maradona. Ma la gestione del centro sportivo è l’emblema dei ritardi del Napoli sotto l’aspetto delle strutture e della logistica. Ora, dopo l’addio al centro tecnico di Castel Volturno, è una corsa contro il tempo. Secondo il piano attuale, il nuovo centro sportivo deve avere 10 campi regolamentari, per allenare la prima squadra, la Primavera e tutte le altre squadre. C’è bisogno di almeno 30 ettari. Ma alla fine, De Laurentiis potrebbe anche accontentarsi di meno, visto che fino ad adesso il Napoli si è allenato in una struttura con 4 campi. «Lo voglio uguale a quello del Manchester City», il proclama di De Laurentiis.

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