Napoli, dalla gioia per la festa scudetto all'amara contestazione

In 330 giorni si è rovesciato il mondo: gli Eroi azzurri scomparsi

Osimhen in azione contro l'Atalanta (Foto Ssc Napoli)
Osimhen in azione contro l'Atalanta (Foto Ssc Napoli)
Francesco De Lucadi Francesco De Luca
Martedì 2 Aprile 2024, 06:46 - Ultimo agg. 23:24
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In 330 giorni si è rovesciato il mondo. Dal 4 maggio 2023 al 30 marzo 2024, dalla festa scudetto per il pareggio a Udine alla contestazione al Maradona dopo lo 0-3 contro l'Atalanta, uno di quegli avversari dai cui i tifosi del Napoli non vorrebbero subire neanche un gol perché la rivalità non è soltanto sportiva: i cori razzisti sono purtroppo da anni la colonna sonora delle partite giocate a Bergamo. «Vaffan... lo scudetto meritiamo più rispetto», ecco il coro che si è alzato dalle curve. Non vi è stata, diciamo così, una personalizzazione nella contestazione: rivolta al Napoli, a questo Napoli neanche lontano parente di Quello, pur avendo i giocatori lo scudetto stampato sulle maglie. Per anni vi sono stati duri colpi verbali inferti a De Laurentiis, che circa un anno fa con abile tempismo ha stretto un interessato patto con le curve, invitandone i capi nel suo lussuoso hotel per un chiarimento e una foto ricordo, ma soprattutto per far sì che intorno alla imminente festa scudetto si creasse il giusto clima.

Era difficile immaginare che si arrivasse a questo punto. Con un allenatore smarrito che chiede ai suoi giocatori di rispettare la città. Il mandato di Calzona era di breve durata, lui lo sapeva anche se sperava che la qualificazione Champions potesse concedergli qualche chance di permanenza sulla panchina del Napoli, vissuta già per tre anni quando era il vice di Sarri. Invece, in Champions sta andando a passo di carica il Bologna di Thiago Motta, il primo degli allenatori sondati da De Laurentiis per la sostituzione di Spalletti.

Voltò le spalle al presidente, più perché non convinto dal suo progetto che bloccato dal contratto con il suo club.

 

A De Laurentiis, ai dirigenti e agli allenatori svuotati di ogni potere e ai giocatori privi di qualsiasi energia non ne è andata bene una, neanche una, in questi mesi. Rispettare la tifoseria e dare un senso a questo finale di campionato, provando a conquistare un posto almeno in Europa o Conference League: ci provino questi ragazzi, gli ex Eroi della primavera 2023, di quella stagione che non dimenticheremo mai anche se ci accorgiamo che è stato un sogno troppo breve.

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