Napoli, la parabola discendente di Mazzocchi: solo panchina con Calzona

La sua gara migliore al Maradona contro il Verona, ma sulla panchina c'era Mazzarri

Mazzocchi
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Eugenio Marottadi Eugenio Marotta
Giovedì 11 Aprile 2024, 17:52 - Ultimo agg. 12 Aprile, 07:41
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Con Francesco Calzona aveva cominciato addirittura titolare. Ma è stato un fuoco di paglia e non solo perché aveva sostituito capitan Di Lorenzo sulla fascia destra, ma anche perché da quella trasferta di Cagliari Pako Mazzocchi non ha più rivisto il campo.

E se Di Lorenzo si è ripreso – come era facilmente intuibile - la fascia destra per lui, napoletano di Barra, non c'è stato spazio neppure sull'out mancino dove pure aveva macinato chilometri. Sia con la maglia della Salernitana – da dove è arrivato nel mercato di gennaio, sia con quella del Napoli quando ha sostituito Olivera o Mario Rui. Ma con Mazzarri – che lo aveva fortemente voluto all'ombra del Vesuvio – era un conto. Con Calzona che applica un gioco offensivo e pratica il canonico 4-3-3 è un altro. E in questo caso i conti, numericamente parlando in termini di presenze, non tornano affatto per Mazzocchi.

Pako è più un “quinto” di centrocampo – ma con un modulo ovviamente diverso - che un terzino vecchio stampo. E nello scacchiere tattico di Calzona sta facendo maledettamente fatica a trovare spazio. Basti pensare che finora – Cagliari a parte – ha scaldato soltanto la panchina nelle altre sei gare di campionato compreso le due di Champions con il Barcellona da quando calzona è salito sulaltolda della nave.

E pensare che il 28enne cursore di Barra dopo l'esordio horror in quel di Torino (espulso dopo pochi minuti dal suo ingresso in campo ad inizio ripresa) era riuscito a scalare posizioni e guadagnare spazio nell'undici base.

La sua gara migliore probabilmente si è registrata al Maradona contro il Verona quando fu tra i protagonisti della rimonta sugli scaligeri sfornando l'assist per Kvaratskhelia e duettando spesso e volentieri sull'out mancino con il georgiano. Pako morde il freno, scalda la panchina, e non fa altro che aspettare il suo momento.

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