Napoli in crisi, intervista a Salvatore Bagni: «Ora Garcia sia il leader che manca»

«Spalletti aveva in mano la squadra, Garcia no»

Salvatore Bagni
Salvatore Bagni
di Bruno Majorano
Martedì 26 Settembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 27 Settembre, 07:03
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Salvatore Bagni è uno che ci ha sempre messo la faccia. Era un calciatore dal temperamento forte e anche fuori dal campo non si è mai tirato indietro. Insomma: un leader vero, di quelli che nei momenti di difficoltà predicava il dialogo all'interno dello spogliatoio. «Perché solo parlando si possono superare i problemi», spiega oggi.

E cosa vede in questo Napoli che guarda l'Inter capolista con 7 punti di ritardo?
«È da un po' che notiamo nervosismo.

Kvara a Genova e ora Osimhen: le facce le vediamo tutti».

Che idea si è fatto?
«Che questo nervosismo non è affatto casuale. Ai giocatori interessa che arrivino prestazioni e risultati».

E in questo momento non arrivano.
«Questa è una squadra che gioca a ritmi più bassi e crea molto meno».

Il riferimento è al cambio in panchina?
«Se entri in un contesto dove tutto è perfetto devi toccare il meno possibile, anzi lasciare tutto come era prima. Devi entrare in punta di piedi. Chi c'è stato prima di te ha svolto un lavoro eccezionale. Non giriamoci attorno: Spalletti ci ha fatto divertire e dominare, cosa che non abbiamo mai visto tra campionato e Champions quest'anno».

Da qui il malumore di alcuni calciatori: Kvara e Osimhen hanno contestato le sostituzioni.
«E si fa fatica a dar loro torto».

Perché?
«Chi ti può fare la differenza? Chi ha dei colpi. E questo lo sa anche Zerbin, che a Genova è stato inserito al posto di Kvara. Perché a Bologna togli Osimhen che è l'unico che ha tirato in porta? Magari affiancalo, devi vincere. Fai uscire un centrocampista. I giocatori determinanti devono restare in campo anche se non sono nella loro giornata migliore. Penso a Osimhen: lo devi tenere dentro anche per la rabbia accumulata dopo l'errore dal dischetto. Il pareggio col Genoa è l'emblema della qualità dei giocatori: due prodezze ti hanno portato sul 2-2».

Trova che quest'anno la squadra sia senza leader?
«L'anno scorso c'erano tanti leader».

La cura?
«Nelle difficoltà bisogna parlare. Qualcuno dovrà dare delle spiegazioni. C'è stato un peggioramento. Lo dovrebbe ammettere anche Garcia. Non ha senso nascondersi. C'è stata una involuzione di gioco prima ancora che di risultati. Bisogna solo spiegarsi con educazione, senza offendere nessuno. In primis lo deve fare l'allenatore».

E i giocatori?
«Non devono avere paura di esporsi nei momenti negativi. Devono avere la forza di dialogare e parlare intromettendosi anche, magari chiedendo all'allenatore e non viceversa. Il dialogo deve avvenire da entrambe le parti. Non può essere solo l'allenatore che deve dare delle indicazioni».

Cosa è cambiato nella gestione rispetto al passato?
«Spalletti aveva in mano la squadra. Mentre Garcia prima dice chiedete al presidente, poi chiedete ai giocatori. Ma non c'è proprio nulla da chiedere: contano le espressioni dei giocatori, i volti dicono tutto. Guardate Kvara: ha un'altra faccia. Non solo perché non segna da marzo. Viene sempre sostituito e questo non lo aiuta».

Ha mai vissuto situazioni del genere?
«Sono cose che capitano in tutti gli spogliatoi. Ma se c'era qualcosa da dire, si diceva. Se i giocatori pensano che la squadra non sta giocando bene e vengono messi in condizione di non rendere al massimo devono parlare. La responsabilità non è dei giocatori: loro fanno quello che dice l'allenatore».

Quindi tocca a Garcia...
«Si deve guardare dentro: questa squadra non può andare avanti così per 38 giornate. Spero che anche lui si sia fatto un esame di coscienza. I giocatori capiscono subito che non sei leader e capiscono quello che sta succedendo. Anche io mi farei delle domande se prima dominavo per 80 minuti e ora, se tutto va bene, per 80 minuti palleggio». 

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