Napoli, De Laurentiis e Garcia: tutti gli errori di allenatore e società

Il commissariamento di De Laurentiis l'ultimo grave errore

Rudi Garcia
Rudi Garcia
di Bruno Majorano
Lunedì 13 Novembre 2023, 10:30
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«Restano tre quarti di campionato per tornare su chi è davanti». «Il Napoli puoi allenarlo anche tu: visto che squadra che abbiamo?». Questione di proclami. Rudi Garcia e Aurelio De Laurentiis ne hanno fatti tanti (forse troppi) in questi mesi e alla fine entrambi si ritrovano in altissimo mare. 

Il francese è tornato in Italia dopo la non brillantissima esperienza in Arabia con la precisa idea di dimostrare che il suo calcio non è ancora andato in pensione. E nonostante sia sbarcato a Napoli - il pianeta dove tutto era stato molto simile alla perfezione con Spalletti - ha portato con sé un cassino formato XXL e ha deciso di cancellare tutto.

Due, tre, quattro passate di mano e via. E così quella squadra bella, brillante e vincente, si è trasformata in una simil armata Brancaleone senza né capo né coda. Non c'è stato bisogno di aspettare la mezzanotte per capire che quella incantevole carrozza che era la squadra di Spalletti si è trasformata in zucca. Garcia ha deciso di trasformare tutto: partendo dai metodi di allenamento fino alla scelta di un modulo tutto nuovo. Ha provato a spostare gli equilibri, ma si è spinto troppo oltre. Come Icaro, insomma, con la conseguenza che il suo Napoli adesso ha fatto un tonfo fragoroso. La squadra è diventata irriconoscibile e per questo motivo l'allenatore non poteva che finire sul banco degli imputati. Colpa di una serie di scelte difficili da comprendere. Perché Garcia ha innanzitutto snaturato un Napoli che faceva dell'aggressività e del possesso palla le sue grandi forze. Si è perso il Dna vincente e con il tempo i risultati sono venuti meno. Il primo campanello d'allarme con il Genoa, quando il suo Napoli era in rimonta e lui decise di sostituire Kvara escludendolo dall'eventuale assalto finale. Due settimane dopo stessa scelta con Osimhen (che aveva anche sbagliato un rigore) con conseguente malumore da parte dei suoi leader tecnici. Insomma, spogliatoio spaccato dopo nemmeno due mesi dall'inizio della stagione. I giocatori si sono sentiti persi, senza un uomo forte, un leader, capace di prendere decisioni forti nel momento del bisogno vero. Ma d'altra parte cosa c'era da aspettarsi da un allenatore appena atterrato sul pianeta Napoli e già pronto a dire «Io ho il mio calcio, non conosco il passato»? In una città come Napoli, reduce dall'entusiasmante vittoria del campionato dello scorso anno, non si poteva dimenticare quanto fatto. Tanto più che di quella squadra sono rimasti dieci titolari sugli undici protagonisti. E invece no, Rudi è andato dritto per la sua strada, senza mai provare a trovare un punto di contatto con il passato. 

La società, dal canto suo, non ha saputo fare da camera di compensazione tra allenatore e proprietà e il corto circuito è stato fin troppo rapido. Garcia ha di fatto bocciato il mercato estivo (fatto dal presidente-direttore sportivo) lasciando sistematicamente fuori dalle rotazioni Cajuste e Lindstrom (non nomi altisonanti che forse una squadra campione d'Italia avrebbe avuto il dovere di aggiungere nel motore), inserendo Natan dopo un mese di lunghissimo apprendistato, dimostrando che forse le scelte di mercato non erano state condivise da allenatore e dirigenza. Ma da questo punto di vista la società non è stata attenta nella valutazione dello staff, visto che il Napoli disponeva già di un preparatore sportivo affidabile come Francesco Sinatti, salvo poi sostituirlo con l'uomo di fiducia di Rudi (Paolo Rongoni). Conseguenza, tanti infortuni di natura muscolare che non hanno mai consentito all'allenatore di poter contare sulla rosa al completo in questo inizio di campionato complesso e turbolento. 

 

E poi quel commissariamento da parte di De Laurentiis, che da un mese circa presidia Castel Volturno, sorvegliando gli allenamenti e supervisionando ogni cosa. Una sorta di tutor per l'allenatore che di fatto è stato delegittimato dal suo stesso datore di lavoro. Quello stesso De laurentiis che lo scorso anno era stato a lungo in silenzio mentre in questa stagione si è riscoperto chiacchierone: «Con Garcia momento no: ho il dovere di interessarmi alla mia impresa», aveva detto in un'aula della Luiss, confermando una chiara volontà di poter cambiare la guida tecnica. Sondaggi vari con qualche allenatore, salvo poi decidere di confermare Rudi, ma standogli accanto quotidianamente a Castel Volturno, accompagnando la squadra in tutte le gare in casa e in trasferta, organizzando incontri con i calciatori e lunghe chiacchierate per cercare di trovare la quadra. 

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