Vedi Napoli e poi... continua la maledizione degli ex azzurri

Solo Mertens e Fabian Ruiz protagonisti dopo l'addio

Kalidou Koulibaly firma con l'Al Hilal
Kalidou Koulibaly firma con l'Al Hilal
di Gennaro Arpaia
Martedì 27 Giugno 2023, 07:00 - Ultimo agg. 28 Giugno, 08:49
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La lunga telenovela canadese è finita ieri per Lorenzo Insigne: esonerato Bob Bradley. L'allenatore che aveva accolto a braccia aperte un anno fa l'ex capitano del Napoli finisce la sua corsa in panchina: un mese fa, gli insider Mls raccontavano di una faida nello spogliatoio, conclusasi evidentemente con la sconfitta dell'ultimo turno contro New England. Non un ottimo borsino quello del napoletano in Canada dopo un anno dall'arrivo: una prima mezza stagione da archiviare, poi tre vittorie nelle prime ventuno partite quest'anno scivolando nelle retrovie della classifica. 

Sembra un destino ormai scritto per chi lascia l'azzurro: difficilmente le cose tenderanno a migliorare. Le cessioni di un anno fa sembrano ad oggi dare tutte ragione al club di De Laurentiis. L'ultimo esempio è stato Kalidou Koulibaly, passato in pochi mesi da difensore con rendimento da urlo in Europa a pedina giusta per l'Al Hilal nel campionato saudita. Non proprio un salto in avanti - se non economico - come quello che aveva già fatto David Ospina un anno fa: lasciata Napoli, aveva anticipato tutti scegliendo l'Al Nassr. L'infortunio di metà anno ha chiuso anzitempo la sua prima stagione tutt'altro che entusiasmante. In campo non ci è praticamente mai tornato nemmeno Faouzi Ghoulam: più apparizioni in tv che in partita per l'ex terzino, falcidiato dai problemi fisici che gli hanno fatto alzare bandiera bianca. 

Un tragitto che avevano già conosciuto anche altri azzurri della fantastica gestione Sarri: l'ex capitano Marek Hamsik aveva scelto la Cina un anno prima che il covid facesse crollare il castello di carte costruito in Asia. Lo spostamento in Svezia prima e poi in Turchia hanno restituito allo slovacco un po' di quanto dato con lo scudetto vinto al Trabzonspor. È andata peggio a Allan: il centrocampista brasiliano - arrivato anche in nazionale negli anni azzurri - all'Everton ha perso continuità e quel rendimento che ne avevano fatto uno dei migliori interpreti del continente.

Un anno fa è passato all'Al-Wahda FC scomparendo dai radar. 

Qualche eccezione? Sì: Dries Mertens ha appena vinto il campionato in Turchia con il Galatasaray. Il belga non ha mantenuto le medie-gol napoletane, ma le 7 reti in stagione valgono il contratto rinnovato ancora per un anno. Anche Fabian Ruiz ha portato a casa il titolo di Ligue 1 con il Psg da onesto comprimario mostrando buone cose anche in nazionale. L'unica esperienza in crescendo resta quella di Jorginho, campione di tutto con il Chelsea prima dell'ultima stagione da dimenticare tra Blues e Arsenal.

La maledizione si scatena soprattutto sugli attaccanti. Tutti i grandi bomber azzurri non hanno mai mantenuto il rendimento mostrato in città: Cavani era passato da 0,75 gol a partita con il Napoli a 0,66 del Psg, a 0,32 di Manchester fino a 0,25 dell'ultimo anno a Valencia. Higuain in azzurro ha segnato il suo record di sempre (0,62 gol per partita), con medie poi crollate (0,44) alla Juventus. Percorso simile anche per Milik, passato da 0,39 gol a partita in azzurro fino a 0,23 dell'esperienza in bianconero. Insomma, anche le porte avversarie a Napoli sembrano più grandi. «Chi parte sa da cosa fugge, ma non sa cosa cerca» avrebbe detto Troisi parafrasando Montaigne. Un buon consiglio con il mercato estivo ormai pronto a entrare nel vivo. 

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