È lì, bellissima, al Louvre, la Venere di Milo. E qualcuno pensa che, pur priva delle braccia, abbia qualcosa che non va? Ecco, Garcia ha deciso che invece sì, qualcosa può essere fatto per rendere quella creatura meravigliosa che è il Napoli ancora più straordinaria. E allora le braccia di Rudi hanno il nome di mister 35 milioni, Jack Raspadori. Lui deve esserci, è la grande scommessa di questa fase. Ma nella mediana a tre proprio no: certamente meglio quando si è piazzato (quasi subito) sottopunta a metà del primo tempo, con il cambio flessibile dal 4-3-3 al 4-2-3-1. D'altronde, a questo servono i test nell'aria di montagna. Lui, ora è il grande jolly: con la Spal ha giocato a destra nel tridente, ieri pomeriggio con i turchi dell'Hatayspor si è piazzato mezzala a destra, poi sulla trequarti. Anguissa, invece, si è messo a palleggiare davanti alla difesa visto che Lobotka è infortunato. D'altronde, tutto viene reso più semplice da quell'indemoniato di Victor Osimhen che, come grinta, è già in forma campionato. In cinque minuti, dal 22’ e al 27’, segna due reti che fanno impazzire di felicità il pubblico di Castel di Sangro (sono almeno in cinquemila, non male). È scatenato, come sempre, Osi. Che aggiusta ogni cosa, nel caso ce ne fosse bisogno. Ma l'altra stella del primo pomeriggio abruzzese è il Cholito Simeone che segna una doppietta nella ripresa. Finisce 4-0, il primo show è il loro. E per la prima volta la difesa non prende gol (dopo le reti incassate dall'Aunane e dalla Spal). C'è da dire che, nonostante una mediana inedita, finché le gambe hanno retto i turchi non hanno mai superato la metà campo azzurra (bene Olivera e bene anche D'Avino nella ripresa). Quel che è piaciuto, forse più di ogni altro aspetto, è stata la disponibilità ad andare oltre la fatica e le difficoltà atletiche.
Il palleggio, educato così bene in questi anni, è ancora la chiave e regala un controllo del gioco, che è ormai nel dna del Napoli e lo sarà anche in questo di Garcia.
Gli azzurri devono mettere benzina, e quindi cambi non ce ne sono a inizi ripresa. Certo, il ritmo ormai è calato ragionevolmente ma in maniera impressionante. Ma si sa come funzionano queste gare: poche le occasioni per fare ancora gol, la più clamorosa capita sui piedi di Kvara in contropiede. In precedenza una bandierina alzata toglie a Osi la gioia di una tripletta. Dopo meno di un quarto d'ora, però, li cambia tutti: 11 su 11. C'è l'altro Napoli alla prova, compreso uno degli idoli della folla, il Cholito. E Simeone ripaga i cori con una doppietta: il primo gol da rapace dell'area piccola, il secondo un gioiello con dribbling e pallonetto. Meraviglia. La rivoluzione ha dato vitalità ed energia a un match che si era assai ammosciato. Per la gioia dei tifosi che vogliono solo gol. Altri che esperimenti.