Napoli in ritiro tra Dimaro e Castel di Sangro: «È la ricetta vincente»

«Chi se lo può permettere è meglio che rimanga in zona»

Il Napoli al lavoro a Dimaro
Il Napoli al lavoro a Dimaro
di Bruno Majorano
Sabato 24 Giugno 2023, 07:00 - Ultimo agg. 25 Giugno, 09:22
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Questione di priorità. E quando queste fanno rima con vittorie, ancora meglio. Lo sa bene Aurelio De Laurentiis che per l'ennesima estate dice «no» alle ricche tournée in giro per il Mondo e porta il suo Napoli al fresco delle Dolomiti del Trentino e sull'Appennino abruzzese. Insomma, tutto invariato rispetto alla solita routine, quella stessa che nell'estate 2022 è stata buona per gettare le basi in vista della stagione conclusa con lo scudetto. «Ho ricevuto l'invito del Barcellona per partecipare al Trofeo Gamper e ho detto di no», Aurelio De Laurentiis lo ha detto senza troppi giri di parole nei giorni scorsi, perché seppur sia il primo a sapere che le partite in giro per il mondo portano soldi, sa altrettanto bene che il momento della preparazione estiva è il primo passo verso il successo. 

La pensa come il patron del Napoli anche Stefano Fiorini che è stato l'ultimo presidente dell'associazione preparatori atletici, prima che questa venisse inglobata associazione italiana allenatori.

Fiorini, professore in Scienze motorie e in Scienze e tecniche dello Sport all'Università di Firenze è stato preparatore atletico per anni tra settori giovanili, serie B e serie A e sposa in pieno la teoria di De Laurentiis, aggiungendo anche degli elementi legati alla sua esperienza e alla sua carriera. «Una delle mosse vincenti di Spalletti lo scorso anno è stata la preparazione mirata anche durante la sosta per il mondiale il Qatar. Lo dissi subito: la scelta di Spalletti di fare il mini ritiro rispetto alle partite ogni tre giorni avrebbe pagato, e così è stato». Ma tornando alla preparazione estiva, insiste sul concetto. «Chi se lo può permettere è meglio che rimanga in zona. Magari invita qualcuno a giocare in Italia, oppure al massimo si può pensare a brevi viaggi come Londra o Madrid, o comunque in Europa per non perdere giornate di lavoro». Il lavoro, appunto, quello quotidiano, quello che può fare la differenza all'interno di una stagione lunga e ricca di impegni. «Le tournée iniziano dopo appena 4 o 5 giorni di raduno e questo vuol dire spingere subito il motore al limite senza un opportuno momento di rodaggio. Mentre questa cosa dovrebbe avvenire progressivamente». E allora il Napoli in tal senso diventa presto un modello sanno. «Faccio sempre l'esempio della Formula 1: il motore viene messo sul banco di prova prima di essere messo in pista, perché quando vai a fare le tournée all'estero giochi subito partite di alto livello. Questo rischia di non farti reggere il livello di preparazione per tutta la stagione dove l'obiettivo è farsi molto meno male possibile».

Stefano Fiorini non ha dubbi sulla scelta giusta per partire con la gamba giusta. «Stare dalle nostre parti è la soluzione ideale. Riesci a tenere ritmi corretti di riposo, il clima è ideale e gli allenamenti sono sempre intervallati dalle giuste dosi di riposo», senza dimenticare la problematica legata ai viaggi, che in certi casi sono lunghi e molto impegnativi. «Il viaggio sposta: come lo stile di vita e i ritmi. La ripresa non è solo la corsa e l'esercizio. Riprendere vuol dire ritrovare un equilibrio di vita che nel periodo delle vacanze modifichi rispetto alla normalità. Il calciatore ha un equilibrio difficile, la linea è sottile: spostarlo nel male è facile, reimportarlo nel bene è complicatissimo». Lo sa bene Stefano Fiorini che ai tempi della Primavera della Fiorentina ha vissuto l'esperienza di una tournée estiva in Messico. «La squadra andò in Messico e nonostante fossero partiti dopo 15 giorni di attività in Italia, al rientro quelli che erano rimasti a casa stavano meglio e demmo più spazio a loro».

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E poi c'è l'effetto legato al calciomercato, perché oggi le rose a disposizione degli allenatori possono variare molto nell'arco dell'estate e della preparazione. «Non tutti i calciatori iniziano il ritiro lo stesso giorno. Tantissimi arrivano frazionati tra appendice di ferie per gli impegni con le nazionali e gli spostamenti dovuti al mercato. Allora se sei in zona e il luogo è facilmente raggiungibile, il calciatore lo gestisce meglio, altrimenti devi creare un doppio staff: uno a casa e l'altro in giro con la squadra». 

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