«Ingiocabili»: davanti al Napoli gli avversari alzano le mani

Un nuovo aggettivo, coniato dal tecnico del Sassuolo, conferma la potenza degli azzurri

«Ingiocabili»: davanti al Napoli gli avversari alzano le mani
Francesco De Lucadi Francesco De Luca
Domenica 26 Febbraio 2023, 10:02 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 07:21
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Si sono sforzati di trovare difetti e punti deboli. Non ce ne sono nel Napoli, sempre più lanciato verso il terzo scudetto della sua storia. Meret non prende gol dal 30' della ripresa della partita contro la Roma, giocata e vinta il 29 gennaio al Maradona. L'attacco guidato da Osimhen segna con una puntualità impressionante aggiorando tutti i record. E allora? Questi leoni azzurri non sono indomabili: sono ingiocabili, un neologismo scelto dal tecnico del Sassuolo, Dionisi, durante un collegamento televisivo, quando l'opinionista di Sky Sport Marocchi gli chiese con ironia di fare un “favore” al campionato, cioè quello di fermare lo squadrone di Spalletti al Mapei di Reggio Emilia.

Come aveva previsto il tecnico dei neroverdi, non c'è stato niente da fare contro gli ingiocabili perché Spalletti e il suo staff - a cominciare dal preparatore atletico Sinatti, scaricato da Sarri quando andò al Chelsea - stanno portando avanti un lavoro straordinario.

Non vediamo l'ora che tornino in campo gli ingiocabili che non hanno mai un cedimento e sono aggressivi contro qualsiasi avversario. Siamo certi che giocherebbero con lo stesso battagliero spirito anche in un quarto di Champions contro il City o il Real. E non perché non abbiano nulla da perdere ma perché Spalletti li ha convinti della loro forza, sviluppando quel concetto di fame che li ha resi fortissimi.

 

Ci è piaciuto quando, ieri sera, Luciano ha parlato di quel recupero su un giocatore del Sassuolo con una intera squadra - 10 giocatori su 10 - che sono scattati indietro per interrompere la manovra avversaria. Gli stessi che si erano posizionati sulla linea di centrocampo per il calcio di inizio della partita. D'altro canto una delle frasi must del tecnico è «uomini forti destini forti, uomini deboli destini deboli»: abbiamo capito da tempo qual è quello del Napoli.