De Laurentiis e Spalletti, parlare chiaro anche nel rispetto dei tifosi

Sui giorni belli di Napoli non devono esserci nubi

Luciano Spalletti
Luciano Spalletti
Francesco De Lucadi Francesco De Luca
Venerdì 19 Maggio 2023, 14:00 - Ultimo agg. 20 Maggio, 15:59
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Il parlar chiaro è fatto per gli amici. E sicuramente milioni di tifosi del Napoli sono amici di Aurelio De Laurentiis e Luciano Spalletti. Se presidente e allenatore lo sono (o lo siano mai stati), è difficile da capire. Ma nelle aziende ognuno ha il proprio ruolo, non necessariamente deve esservi feeling umano. È però giunto il momento, proprio nei giorni belli di Napoli, di non giocare più a carte coperte e di rinviare il discorso sul futuro.

De Laurentiis non ha ripetuto il discorso fatto più volte, già da fine marzo, quando salì sul palco del Maschio Angioino per far sapere a tutti: «Spalletti resta sulla panchina del Napoli». E Luciano, in prima fila, fu una sfinge. Spalletti sta rinviando il pallone nella metà campo del presidente: «Deve parlare la società». Ma la società ha già parlato. E agito, inviando - ancor prima della scadenza - la Pec con cui confermava il tecnico fino al 30 giugno 2024.

Non l'avesse fatto, De Laurentiis avrebbe potuto creare un danno alla società perché Spalletti è ovviamente corteggiatissimo dopo lo scudetto e l'ottimo lavoro svolto a Napoli. L'ultima voce è il Real Madrid, intenzionato a congedarsi da Ancelotti dopo questo amarissimo finale di stagione. 

Non si capisce, al momento, esattamente cosa preoccupi Spalletti. Forse, come disse alla vigilia della partita scudetto di Udine, deve domandarsi «se mi sento all'altezza di dare ancora ciò che merita questa squadra e questa città. Non vado a chiedere all'esterno rinforzi, io mi metto sotto osservazione per cercare di capire se ho la convinzione di poter lavorare in maniera corretta e con la capacità di elevare il livello già raggiunto». E questo passa, ovviamente, attraverso il progetto del Napoli 2023-2024. 

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L'auspicio resta quello che i due uomini fondamentali per la conquista del terzo scudetto trovino il punto di intesa, per uno o più anni. Certo, dopo la cena di venerdì 12 maggio è calato il silenzio tra le parti, non ci sono stati passi in avanti, come il possibile incontro tra il legale di Spalletti (suo figlio Samuele) e De Laurentiis e Chiavelli. Ma questo vuol dire poco. O molto. A seconda dei punti di vista. La cosa è importante è - appunto - parlar chiaro ai tifosi. Senza aspettare la festa del 4 giugno, anche perché il Napoli non ha nulla da chiedere più a questo campionato che è stato meraviglioso grazie a questi giocatori, a chi li ha assunti e a chi li ha allenati.

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