Pasqua a Napoli, flop trasporti. Anm: «Pronti a migliorare, ma aumenta il prezzo dei biglietti»

Francesco Favo, dg dell’azienda del Comune: «Weekend da bollino rosso»

Pasqua a Napoli, caos trasporti. Anm: «Pronti a migliorare, ma aumenta il costo dei biglietti»
Pasqua a Napoli, caos trasporti. Anm: «Pronti a migliorare, ma aumenta il costo dei biglietti»
di Gennaro Di Biase
Martedì 2 Aprile 2024, 22:57 - Ultimo agg. 4 Aprile, 07:16
5 Minuti di Lettura

Tra Pasqua e Pasquetta sono passate circa 265mila persone sulla metrò dell'arte. 40mila sulla funicolare Centrale e 19mila su quella di Montesanto. 18mila gli utenti dell’Alibus. Il long-weekend di Pasqua ha fatto registrare numeri da record per il trasporto pubblico Anm, ma per sostenere queste cifre serve che le istituzioni (compresa la Regione) investano più risorse per la partecipata del trasporto partenopeo. In alternativa, i disagi continueranno a ripetersi. «L’affluenza di Pasqua è stata più che doppia rispetto a Natale, l’accordo sottoscritto a Pasqua è stato lo stesso dell’anno scorso».

Video

Così esordisce Francesco Favo, direttore generale di Anm, che parla dei risultati e delle necessità dell’azienda.

Il costo dei biglietti «aumenterà di 20 centesimi il mese prossimo, ma gli abbonamenti non aumenteranno». Si tratta di un «allineamento rispetto a Cumana e linea 2». Ad Anm servirebbero «30 milioni in più ogni 12 mesi, per fronteggiare le spese crescenti. Sono aumentati anche i costi dell’energia e del trasporto».

Direttore, partiamo dai disagi di Pasqua e Pasquetta. Come commenta le code e la folla tra metro e aeroporto?
«Voglio partire da un dato positivo: Napoli sta finalmente esprimendo tutto il suo potenziale turistico, e noi stiamo facendo il possibile per tenere il passo di questi numeri da record assoluto. In un weekend da bollino rosso abbiamo registrato momenti di difficoltà generati da spostamenti di massa per i quali l’attuale servizio di trasporto non è ancora dimensionato, ma abbiamo profuso il massimo sforzo per mantenere il servizio attivo, garantendo sempre l’esercizio e la sicurezza dei viaggiatori. Stiamo lavorando con il Comune per un progressivo adeguamento dell’offerta di mobilità alla sempre maggiore vocazione turistica della città».

Nelle vacanze invernali, però, fu sottoscritto un accordo che prevedeva una premio di circa 500 euro per i dipendenti che sceglievano di rimanere in servizio nelle festività. Perché l'altro ieri e domenica le cose sono andate diversamente?
«Il contratto dei ferrotranvieri considera il lunedì in Albis una giornata normale».

C’era troppa folla, secondo lei?
«Il tema è delicato. Bisognerà coinvolgere la Prefettura: dovremo chiudere le stazioni, quando si supera un certo livello di affluenza all’interno. Lo stesso avviene anche in altre grandi città. E lo si fa per motivi di sicurezza. Sarebbe opportuno che anche le forze dell’ordine ci diano una mano da questo punto di vista. Bisogna cambiare qualcosa. Oggi il nostro è un servizio pensato per residenti e non tiene conto delle risorse necessarie per fronteggiare una tale mole di utenti dettata dal turismo permanente. Serve un upgrade. Le persone, pagando il ticket, entrano nella metro di Toledo anche solo per vederne l'interno. In generale, i passaggi sono aumentati del 30% rispetto a gennaio-febbraio dell’anno scorso».

Servono più soldi, in sostanza, non solo per implementare i servizi, ma anche per sostenerli?
«Direi di sì. Pensi che ogni prolungamento notturno del sabato e della domenica, quando la linea 1 chiude alle 2, costa all’azienda circa 50mila euro. Se si moltiplica questa cifra per tutte le giornate rosse, si arriva a 5 o 6 milioni di spesa all'anno». Vi servono anche rinforzi di personale? «Sarebbe necessario dotare ogni uscita di un agente in più almeno nei giorni in cui è previsto un maxi-afflusso. Dovremmo avere almeno un centinaio di dipendenti in più, ma oggi non ce lo possiamo permettere».

E come sosterrete il servizio, allora?
«A partire da maggio si aumenterà il biglietto a 1,50 euro. Dal Comune, che sta facendo ogni tipo di sforzo economico per sostenere Anm, abbiamo avuto 2 milioni in più quest’anno».

E dalla Regione?
«Il Comune, proprietario della linea 6, ha inviato alla Regione una nota in cui ha stimato che la gestione della tratta che collegherà Municipio a Fuorigrotta costerà 8,5milioni all’anno. L’incasso, nel primo anno di esercizio della linea 6, secondo le previsioni sarà di 1,5 milioni. Abbiamo inviato una richiesta alla regione e siamo fiduciosi di una risposta positiva. La linea 6 la apriremo, naturalmente, ma con le risorse che abbiamo a disposizione. Spero che Palazzo Santa Lucia possa trovare le risorse per sostenerci. Anm prende 4,55 euro per ogni chilometro di trasporto. Gradiremmo un allineamento a tutte le realtà delle altre città italiane, Roma e Milano in primis, che prendono circa 3 euro in più per ogni chilometro».

Come si risolvono questi nodi?
«Per adesso, stiamo lavorando di più, anche se a parità di risorse. Ci stiamo impegnando al massimo per adeguarci alle nuove esigenze della città. L’azienda però ha bisogno di un contratto di servizio differente, che privilegi i weekend e sia diverso da quello di 5 o 6 anni fa. Ci serve uno sforzo economico da parte delle istituzioni: da soli non abbiamo le forze per poter aumentare il servizio anche nei festivi. Ci serve il 30 % di risorse in più: cioè 20 milioni dalla Regione e 10 dal Comune. Oggi prendiamo 116 milioni lordi all’anno (105 netti, perché versiamo l’Iva), di cui 50 dal Comune (provengono dal Bilancio) e 68 dalla Regione (quota fondo tpl nazionale). E poi, è necessario mettere a sistema una migliore pianificazione dell’accoglienza. Penso per esempio all’organizzazione di un’Agenzia della Mobilità che colleghi e coordini le varie aziende della mobilità che operano sul territorio. Si tratta di una misura indispensabile per una capitale del turismo come è ormai Napoli».

© RIPRODUZIONE RISERVATA