Avellino, visita ad limina apostolorum: i vescovi irpini da Papa Francesco

L'ultima volta avvenne con Benedetto XVI, nel 2013

Avellino, visita ad limina apostolorum
Avellino, visita ad limina apostolorum
di Francesco Gravetti
Sabato 6 Aprile 2024, 08:18
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L'ultima volta avvenne con Benedetto XVI, nel 2013. Poi una lunga pausa, anche se le norme dicono che la visita dovrebbe esserci ogni cinque anni. Ma la pandemia (e probabilmente questioni meramente organizzative) hanno fatto slittare l'appuntamento fino ad ora. Si tratta della visita “ad limina apostolorum”: il viaggio che i vescovi compiono a Roma, al cospetto del Papa, al quale vanno a riferire lo stato di salute delle diocesi che guidano, ma anche a chiedere indicazioni e risposte. In queste ultime settimane si stanno susseguendo le visite dei prelati delle varie regioni d'Italia. Da lunedì fino a venerdì 12 aprile, invece, tocca ai vescovi delle diocesi della Campania.

Per il vescovo di Avelino, monsignor Arturo Aiello, sarà la prima volta da pastore della chiesa avellinese ma non la prima visita ad limina. Nel 2013, infatti, incontrò papa Ratzinger da vescovo di Teano-Calvi. Sarà la prima volta, invece, per il vescovo di Ariano Irpinia-Lacedonia, monsignor Sergio Melillo, nominato da Bergoglio nel 2015, e per l'abate di Montevergine, Riccardo Luca Guariglia. Anche per Pasquale Cascio, arcivescovo di Sant'Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia, sarà la seconda visita ad limina.

Ed è stato proprio Cascio, a sintetizzare, con una nota diffusa sul web, il senso dell'evento: «Presenteremo al Papa e a tutta la Curia romana come viviamo la nostra vita di fede, carità, santificazione. Non è solo la consegna di una fredda relazione cartacea, sarà invece una conferma al cammino ecclesiale che le Chiese locali ricevono dal Santo Padre».

Le diocesi della regione sono 25 in tutto, ma i vescovi sono meno, poco più di venti: alcune, infatti, sono accorpate (come Pozzuoli ed Ischia, Caserta e Capua, Teano, Alife e Sessa Aurunca). Molti hanno già vissuto l'esperienza: è il caso monsignor Giuseppe Giudice, per fare un esempio, che nel 2013 era vescovo della diocesi di Nocera Inferiore Sarno già da due anni. Per altri, invece, sarà la prima volta.

Accadrà a monsignor Domenico Battaglia, dal 12 dicembre 2020 arcivescovo metropolita di Napoli, ma consacrato vescovo soltanto pochi anni prima, nel 2016. Altra curiosità: la visita dei presuli campani nel 2013 avvenne a inizio febbraio, pochi giorni prima che Benedetto rendesse nota la sua storica rinuncia al soglio pontificio, nel corso del concistoro dell'11 febbraio. Ogni vescovo in questi giorni è stato chiamato a scrivere una relazione, che poi viene consegnata al Vaticano proprio a ridosso della visita romana.

Le tappe principali dei vescovi campani saranno il pellegrinaggio sulle tombe degli apostoli Pietro e Paolo, l'incontro con i Dicasteri della Curia romana, l'udienza da papa Francesco, previsto per giovedì 11 aprile. Nello specifico i presuli incontreranno dieci Dicasteri della Curia Romana: Dicastero per la Dottrina della Fede, Dicastero per l'Evangelizzazione, Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, Dicastero per i vescovi, Dicastero per il clero, Dicastero per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, Dicastero per la cultura e l'educazione, Dicastero per la comunicazione. Da lunedì a giovedì celebreranno messa nella Basilica di San Pietro, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, presso l'altare della Salus Popoli Romani nella Basilica di Santa Maria Maggiore e sulla tomba di San Paolo nella Basilica a lui dedicata fuori le mura.

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«Incontriamo il Vescovo di Roma per condividere con lui le sfide odierne per l'annuncio del Vangelo, accogliendo come consegna la sua parola per tutte le nostre Chiese. E tutto questo in uno stile di grande franchezza, requisito essenziale per una Chiesa che voglia essere tutta sinodale», ha detto il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi. Visita ad limina apostolorum vuol dire visita alle soglie cioè alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo. Fu papa Sisto V a convertire la pratica del pellegrinaggio alle tombe degli apostoli in un vero e proprio obbligo canonico per i vescovi. Con la Costituzione Apostolica Romanus Pontifex del 20 dicembre 1585, comandò che ogni triennio, a cominciare dal 1587, i vescovi venissero a Roma: consuetudine giunta fino a oggi.

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