Covid ad Avellino, il Moscati è pieno:
restano solo due posti riservati ai dializzati

Covid ad Avellino, il Moscati è pieno: restano solo due posti riservati ai dializzati
di Antonello Plati
Sabato 14 Novembre 2020, 08:51 - Ultimo agg. 21:22
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Non ci sono più posti nel Covid Hospital dell'Azienda ospedaliera Moscati. Toccata quota 46 degenti, restano soltanto due posti (uno ordinario l'altro di intensiva) che sono, però, riservati ai dializzati. A preoccupare, è la situazione della terapia intensiva. Ieri, si sono aggravate le condizioni di un degente per il quale è stato disposto il trasferimento nell'area rossa della palazzina dedicata ai contagiati. È il nono (tutti irpini) a essere intubato nelle ultime due settimane, il quarto in 48 ore. Dei 10 disponibili, resta un solo letto di intensiva ma, come detto, è riservato a un eventuale paziente covid dializzato. Dunque, nelle prossime ore potrebbero essere attivati altri posti nel reparto di Anestesia e Rianimazione che ancora non rientra nell'area covid. Dove, per far fronte all'aumento dei ricoveri registrato da ottobre, sono state man mano inglobate le Unità operative di Medicina interna, Medicina d'Urgenza, Geriatria e Malattie infettive oltre al plesso Landolfi di Solofra, portando la disponibilità a oltre 120 posti letto per i contagiati. In questo momento, sono 113 quelli ospitati dall'Azienda ospedaliera Moscati: 9 sono nell'area rossa del Covid Hospital, 37 nell'area verde e gialla (degenza subintensiva e ordinaria); 10 sono ricoverati nell'Unità operativa di Malattie infettive; 11 in Medicina Interna; 20 in Medicina d'urgenza-Geriatria e 26 al plesso ospedaliero Landolfi di Solofra. Continuano i trasferimenti dei covid non complessi o in via di guarigione verso le due cliniche accreditate al sistema sanitario regionale che hanno disponibilità all'accoglienza (si tratta di Villa Maria a Baiano e della clinica Santa Rita di Atripalda). Di conseguenza, il numero di degenze al Moscati resta stabile (sono 113 da 3 giorni, al netto di immissioni e dimissioni per spostamento verso le strutture private).

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L'effetto lungo dell'epidemia, sta avendo ripercussioni sulla formazione dei nuovi infermieri. Gli studenti del corso di laurea triennale in Infermieristica attribuiti al Moscati dall'Università Luigi Vanvitelli lamentano l'impossibilità di fare i tirocini in corsia. «Gli studenti del terzo anno spiegano i laureandi si sono ritrovati a conseguire le 600 ore di tirocinio del secondo anno in modalità telematica.

E attualmente inizieranno quelle del terzo anno arrivando alla laurea senza nessuna manualità nelle procedure». Una pratica fondamentale per entrare in contatto con il paziente: «Fino a oggi non sono stati nominati nemmeno i docenti interni per l'inizio dei corsi teorici». Inoltre, sono saltate anche diverse sessioni di esami: «Purtroppo c'è stata tolta questa possibilità in quanto molti appelli sono venuti meno senza motivazione. Abbiamo chiesto chiarezza ma nessuna risposta, se non vaghe promesse». Il sogno resta quello di tornare in reparto: «Il ruolo dell'infermiere si basa sul sapere, ma anche sul sapere fare ed il sapere essere. Adesso, ridotti al tirocinio on line ci chiediamo, per esempio, come si può imparare l'esecuzione di un prelievo ematico e di procedure più complesse mediante lo schermo di un computer? Come si può capire l'importanza del contatto con il paziente e dell'ascolto attivo di quest'ultimo se il paziente è del tutto inesistente?».

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Risponde la referente dei corsi di laurea triennale presso l'Azienda Moscati, Egidia Gabrieli: «Comprendiamo le difficoltà degli studenti, ma quanto sta accadendo non dipende da noi che applichiamo le disposizioni dell'Università, la quale a sua volta applica quanto previsto dai Dpcm. Confidavamo di poter riprendere coi tirocini e le lezioni in presenza nel secondo semestre, ma probabilmente nemmeno per marzo ce la faremo». Quini Gabrieli traccia il quadro: «Abbiamo circa 400 studenti - 320 a infermieristica, circa 50 a fisioterapia e 25 a radiologia - se volessimo fare i tirocini sarebbe come immettere in corsia un terzo del personale che abbiamo al Moscati: al momento è impossibile. L'università ha l'onere dell'assicurazione, noi abbiamo quello della sorveglianza e della sicurezza». Inoltre, il tirocinio è spalmato nei raparti in base alla complessità: «Quindi quelli del terzo anno, in questo momento, non avrebbero nemmeno reparti dove andare perché quelli più complessi sono stati riconvertiti per l'accoglienza ai covid. Indubbiamente il tirocinio on line non è la stessa cosa, ma l'emergenza sanitaria ha sconvolto tutto».

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