Juta a Montervergine tra fede, folklore e “sorellanza”

Al via oggi la tradizionale Juta di Montevergine, il cammino a piedi dei fedeli da Ospedaletto d’Alpinolo al Santuario di Montevergine

La Juta a Montevergine
La Juta a Montevergine
di Stefania Marotti
Domenica 10 Settembre 2023, 17:21
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Al via oggi la tradizionale Juta di Montevergine, il cammino a piedi dei fedeli da Ospedaletto d’Alpinolo al Santuario di Montevergine, dove è esposta l’icona più antica del mondo, la Maestà con il Bambino, più conosciuta come Mamma Schiavona.  Un percorso accompagnato da canti popolari, studiati e raccolti dall’etnomusicologo Roberto De Simone. Oggi, domani e martedì la manifestazione, con la direzione artistica di Fiorenza Calogero che, in questa edizione, ha introdotto alcune novità. La Juta si arricchisce, infatti, del culto delle Sette Madonne Sorelle della Regione, La Madonna dell’Arco di Sant’Anastasia, la Madonna Pacchiana di Castello di Somma Vesuviana, la Madonna delle Galline di Pagani, la Madonna dei Bagni di Scafati, la Madonna dell’Avvocata di Maiori, la Madonna di Materdomini di Nocera Superiore, e la nostra Madonna di Montevergine.


Un’unica grande festa popolare, dunque, per celebrare il culto mariano, il più diffuso nel mondo, per il suo messaggio evangelico. Un pullulare di tradizioni, dunque, per dialogare con le caratteristiche del folklore di ciascuna comunità, che si rivolge alla sua Madonna. Le tradizioni si incontrano ad Ospedaletto, tra musica e danza, per conoscere le caratteristiche di ogni singola usanza. Sono Madonne Nere, per lanciare un messaggio di pace e di accoglienza, pensando ai flussi migratori. L’Irpinia guarda al Mediterraneo, dunque, per sostenere la fratellanza tra i popoli lambiti dal Mare Nostrum.  Un’operazione culturale importante, che fa pensare ai colori di terre lontane, martoriate da guerre, carestie, torture e violenze di ogni genere.

Proprio Ospedaletto d’Alpinolo è il Comune che è riuscito ad integrare i migranti, alcuni dei quali lavorano in Municipio, mentre altri sono impiegati in botteghe o esercitano mestieri artigiani.


Una testimonianza di solidarietà che proviene dal piccolo Comune irpino, che accoglie anche le manifestazioni di folklore legate alla devozione verso le Sette Madonne Campane. La Sorellanza è un altro valore proposto dalla direttrice artistica, per gettare le basi di una comunione tra donne, in un’epoca fortemente segnate da femminicidi in crescente aumento. La “Juta”, quindi, assolve ad una funzione sociale e non solo religiosa, richiamando i fedeli all’uguaglianza ed alla pari dignità, talvolta violate per pregiudizi e stereotipi culturali sbagliati. Le Sette Sorelle, le Madonne Nere, tra cui anche Mamma Schiavona, accolgono le preghiere dei pellegrini ed intercedono per esaudire le richieste di grazia dei disperati, degli emarginati, dei poveri, dei malati. 


La fede è vissuta con allegria e spensieratezza, tra danze popolari ed intonazioni tramandate da secoli, annegando, per qualche ora, il proprio dolore, riaccendendo la speranza. Il tutto condito dalle specialità tipiche del paese alle falde del Partenio, le nocciole, le castagne del prete, rinomate nel mondo.
Un’occasione importante per tramandare alle nuove generazioni il valore delle tradizioni, che significano condivisione di riti sedimentati nei secoli. Tra tammurriate e paranze, sarà ricordato Marcello Colasuro, il cantore della Madonna di Montevergine, recentemente scomparso, tra i protagonisti della “Juta a Montevergine”. Un vuoto che sarà colmato dal suo ricordo de ‘O Capitano, storico cantante degli inni a Mamma Schiavona.

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