Rinviato a giudizio il sindaco di Monteforte Irpino, Costantino Giordano. Insieme a lui dovranno affrontare l'istruttoria dibattimentale Nicola Galdieri (detenuto e condannato in primo grado per associazione a delinquere di stampo mafioso nel luglio scorso a 21 anni di reclusione), Renato Freda (ai domiciliari e condannato in primo grado a 14 anni di reclusione nel processo Nuovo Clan Partenio) e Armando Aprile (detenuto e coinvolto nel processo in corso Aste Ok). A decretare che la fascia tricolore debba affrontare il processo insieme ad un presunto esponente e a un presunto sodale del clan Partenio, il gup del tribunale di Napoli, Valentina Gallo. Il processo per loro inizierà il prossimo 22 dicembre davanti al tribunale di Avellino in composizione collegiale, presieduto dal giudice Sonia Matarazzo. Ai quattro indagati - difesi dagli avvocati Alberico Villani, Gaetano Aufiero, Patrizio Dello Russo. Antonio Brigante e Gerardo Di Martino - gli inquirenti contestano a vario titolo i reati di estorsione aggravata dal metodo mafioso e turbativa d'asta.
Al centro dell'inchiesta che vede indagato il primo cittadino di Monteforte Irpino, l'aggiudicazione all'incanto dell'ex ristorante "O Pagliarone".
Frames che immortalavano il sindaco Giordano e Nicola Galdieri darsi un bacio sulla guancia e salutarsi calorosamente. Dagli atti aggiuntivi e dalle attività di indagine effettuate dopo le dichiarazioni rese dalla Forte emerse che «Nicola Galdieri aveva chiesto la somma di 120mila euro per far desistere Livia Forte dalla partecipazione all'asta in questione. Dopo le varie insistenze di Costantino Giordano che era favorevole a pagare questa tangente andammo a casa Galdieri». Dichiarazioni rese dal marito della Stellato, Gennaro Pascale ascoltato come persona informata sui fatti. Pascale chiarì che «dopo varie insistenze di Giordano si recarono insieme a quest'ultimo a casa di Galdieri e consegnarono nelle mani di Nicola, come anticipo, la somma di 70mila euro in contanti. Quest'ultimo stabilì che i restanti 50mila dovevano essere rateizzati pagando 2mila euro al mese che avrei dovuto consegnare nelle mani di Giordano e lui avrebbe provveduto a consegnarle a Galdieri».
Dopo aver pagato sei mensilità secondo questa modalità per lasciare traccia di questa estorsione Pascale chiese a Nicola Galdieri una modalità di pagamento tracciabile. Emerse che Galdieri disse che avrebbe fatto emettere delle fatture nei confronti della società Monteforte s.r.l. e che le stesse sarebbero state emesse da un'impresa di costruzioni. Dai riscontri degli inquirenti emerse che effettivamente le fatture sono state emesse dalla NI.RE costruzioni di Renato Freda. Condotte attribuite al sindaco Giordano dagli inquirenti, ma che lui ha sempre respinto categoricamente anche quando è stato ascoltato in aula come testimone affiancato dal legale lo scorso 30 gennaio.