Omicidio Bembo a Mercogliano, scarcerati i due indagati: sono agli arresti domiciliari

Attoniti il sindaco di Mercogliano e l'intera comunità alle falde del Partenio

Omicidio Bembo, scarcerati i due indagati
Omicidio Bembo, scarcerati i due indagati
di Alessandra Montalbetti
Sabato 29 Luglio 2023, 10:30
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Omicidio Bembo, hanno lasciato il carcere Nico Iannuzzi e Luca Sciarrillo, accusati dell'efferato omicidio del 21enne di Mercogliano. Erano detenuti uno a Poggioreale e l'altro Salerno. Decisione che ha lasciato attonito il sindaco di Mercogliano, Vittorio D'Alessio e l'intera comunità alle falde del Partenio.

I due, arrestati il primo gennaio dopo una breve fuga, sono attualmente sottoposti agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico presso i rispettivi domicili.

Dunque è stata accolta l'istanza di attenuazione della misura presentata dal loro avvocato Gaetano Aufiero, al gip del tribunale di Avellino, Fabrizio Ciccone.

Il commento del primo cittadino è affidato alla pagina social: «Ho grande rispetto per la magistratura e per le decisioni che la stessa adotta, da uomo di legge quale sono mi rendo conto che un giudizio di adeguatezza e proporzionalità andrebbe fatto solo attraverso la conoscenza di tutti gli sviluppi dell'indagine. Tuttavia, non posso negare che la decisione di attenuare la misura cautelare dei responsabili della morte di Roberto Bembo, in considerazione dell'efferatezza del delitto e dell'impatto che lo stesso ha avuto sulla mia comunità, mi lascia alquanto interdetto. Il timore che l'attenuazione della misura possa essere letta come una conseguente attenuazione della gravità del fatto accaduto è forte e, per questo, sento ancora una volta la necessità di ribadire, oltre che la mia vicinanza ai genitori di Roberto, la volontà dell'amministrazione di ritenersi anch'essa parte lesa e, di conseguenza, di esperire tutte le azioni giudiziarie volte ad ottenere giustizia». 

D'Alessio ancora una volta vuole ricordare ai giovani che «alla violenza non si risponde con violenza, Roberto non accetterebbe comportamenti simili» e va avanti «Roberto era conosciuto da tutti, non solo perché impegnato nel servizio civile presso il municipio e che svolgeva con massimo impegno, diligenza e con serietà, ma perché era un giovane che amava la vita, gli amici, il suo territorio. Era un leader ed è stato capace di creare aggregazione anche dopo la sua morte».

L'accoltellamento di Roberto Bembo avvenne nel parcheggio di un bar di Mercogliano all'alba di Capodanno per futili motivi. I due dopo aver sferrato diversi fendenti, uno mortale alla gola, fecero perdere le loro tracce, lasciando a terra sanguinante Roberto. Bembo morì l'11 gennaio nel reparto di terapia intensiva dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino.

Al momento manca ancora la relazione della dottoressa Carmen Sementa che ha effettuato l'esame autoptico sulla salma del 21enne. In base alla ricostruzione effettuata dagli agenti della squadra Mobile, agli ordini del vicequestore Gianluca Aurilia il 21enne di Mercogliano era con alcuni amici quando decisero di raggiungere il loro gruppo, già presente dinanzi al bar di Torrette alle 7 del primo dell'anno. Il gruppo di amici di Bembo aveva già subito le minacce di Nico Iannuzzi, in auto con i fratelli Luca e Daniele Sciarrillo (indagato a piede libero). Un amico di Roberto aveva preferito spostare l'auto ed evitare di ingaggiare un litigio con i tre giovani, finiti successivamente nel registro degli indagati con le accuse di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Minacce che però vennero riferite a Roberto una volta giunto sul posto. Bembo lanciò più di uno sguardo verso l'auto di Nico Iannuzzi. Dalle minacce si passò subito alle vie di fatto e Roberto venne colpito con tre coltellate in punti vitali, quella mortale alla gola. 

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