Ospedale Moscati di Avellino, i sindacati fanno appello al prefetto

Il segretario generale della Cisl Fp Irpinia-Sannio invoca una cabina di regia in prefettura

L'ospedale Moscati al collasso
L'ospedale Moscati al collasso
di Antonello Plati
Venerdì 4 Agosto 2023, 10:00
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Chiedono l'intervento del prefetto e del sindaco di Avellino. Le parti sociali, Cgil e Cisl di categoria, avanzano proposte per tentare di risolvere i problemi, ormai atavici, del pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino.

Il reparto di Emergenza non riesce a gestire come dovrebbe i codici in ingresso (che, stando alle dichiarazioni del manager Renato Pizzuti, sono pure diminuiti rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso). Circostanza che da qualche settimana a questa parte (complice prima l'ondata di calore poi le dimissioni di diversi medici) ha ingolfato un sistema mai perfettamente funzionante. Di qui, la protesta dei cittadini (con la clava dei social) e pure un'interrogazione al ministro della Sanità, Orazio Schillaci, da parte del deputato Gianfranco Rotondi. Nel mezzo, lo stop alle ambulanze chiesto dagli operatori in servizio.

Adesso, a lanciare l'allarme sono i sindacati di categoria. Il segretario generale della Cisl Fp Irpinia-Sannio Massimo Imparato sostiene la necessità «di istituire una cabina di regia in prefettura, composta da quanti, a vario titolo, hanno legittimità e competenze per intervenire e affrontare in modo determinato queste problematiche». Quindi spiega: «Occorre subito mettere attorno ad un tavolo le istituzioni, le parti sociali, le associazioni per condividere e per affrontare in modo globale tutti gli aspetti della vicenda Moscati. Pensare che l'ospedale da solo possa far fronte a quello che sta accadendo è francamente pura utopia, come assurdo è anche pensare che basti affrontare un singolo aspetto per risolvere in modo definitivo storture come quelle del sovraffollamento del pronto soccorso». Mario Musto, capo dipartimento sanità Cisl Fp, sottolinea «l'immobilismo e la mancanza di decisioni», ma anche «una programmazione approssimativa che ha portato a questo stato di cose.

Riteniamo che per evitare il sovraffollamento del pronto soccorso occorra un incremento del personale così come occorre rivedere l'organico di diverse altre unità operative». Invece «in quest'ultimo periodo assistiamo a scelte che vanno in senso contrario come la chiusura, fino al 31 agosto, di Medicina d'urgenza» Il segretario aziendale Silvestro Iandolo aggiunge: «Bisogna evitare l'imbuto che si determina al pronto soccorso e per farlo non c'è altra soluzione che aumentare l'offerta di ricovero per i pazienti». In questa ottica, il segretario generale Imparato ribadisce anche l'esigenza di «riaprire il presidio Landolfi di Solofra, per il quale non basta il taglio del nastro ma occorrono contenuti».

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Sponda Cgil, Licia Morsa e Pietro De Ciuceis, rispettivamente segretario generale e provinciale della Funzione pubblica di Avellino premettono: «Il pronto soccorso non è l'unica struttura che necessita di riflettori mediatici e di sporadica indignazione politica». Quindi chiedono «al comune di Avellino di rilasciare le autorizzazioni per l'ampliamento dell'Emergenza». Il riferimento dei sindacalisti è alla guerra a colpi di carte bollate avviata da Piazza del Popolo per ottenere una valida contropartita in cambio dei suoli dove è stata edificata la città ospedaliera: a ottobre è attesa la sentenza del Tar. Nell'attesa, il sindaco di Avellino Gianluca Festa (proprietario, appunto, dei suoli) ha negato il permesso a costruire necessario per i lavori di ampliamento del pronto soccorso. «Questa situazione - riprendono Morsa e De Ciuceis - è la sicura derivazione di un sistema Salute che fa acqua da tutte le parti. Serve un intervento strutturale dell'intero mondo dei servizi essenziali sanitari e socio sanitari». 

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