Resta chiuso il reparto per i detenuti dell'ospedale Moscati

Il segretario regionale e il consigliere nazionale dell’Osapp Vincenzo Palmieri ed Emilio Fattorello scrivono a De Luca

L'ingresso dell'Azienda ospedaliera Moscati
L'ingresso dell'Azienda ospedaliera Moscati
di Antonello Plati
Venerdì 27 Ottobre 2023, 00:00 - Ultimo agg. 08:33
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Il reparto c’è ma resta chiuso. Il segretario regionale e il consigliere nazionale dell’Osapp (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria), Vincenzo Palmieri ed Emilio Fattorello, scrivono al governatore della Campania Vincenzo De Luca per chiedere l’apertura della struttura detentiva presso l’Azienda ospedaliera Moscati di Avellino. Il reparto c’è, è stato istituito nel 2017, ma resta chiuso con tutti i rischi connessi ai ricoveri (che sono pure frequenti) dei detenuti presso la città ospedaliera di Avellino. Di qui, la richiesta dei sindacalisti, che per la seconda volta in pochi mesi hanno sollecitato un intervento da parte delle istituzioni. 


«Corre l’obbligo - scrivono nella missiva indirizzata a Palazzo Santa Lucia - di segnalare la necessità non più procrastinabile, di aprire in maniera funzionale il Repartino detentivo, di Medicina Protetta, già esistente dal 2017 presso l’Azienda ospedaliera Moscati di Avellino, come già richiesto dalla nostra organizzazione lo scorso 8 gennaio». Per completezza d’informazione questa nota fu indirizzata al prefetto di Avellino Paola Spena, e al direttore generale dell’Asl di Avellino Mario Nicola Ferrante, oltre che al direttore generale dell’Azienda ospedaliera Moscati Renato Pizzuti e al provveditore dell’amministrazione penitenziaria Lucia Castellano.


«Adesso - proseguono Palmieri e Fattorello - senza voler tralasciare gli ingenti costi sostenuti per la progettualità e la realizzazione del reparto detentivo ospedaliero, fino ad oggi, risulta ancora non utilizzato quindi non operativo. La mancata apertura di questa struttura detentiva, che si trova al quarto piano (nel cosiddetto lato blu) della struttura di Contrada Amoretta, obbliga ancora il personale della polizia penitenziaria, già in carenza di organico, ad operare con livelli minimi di sicurezza nei delicati servizi di piantonamento che avvengono nelle diverse corsie ospedaliere». Basti pensare alle numerose evasioni che statisticamente sono avvenute in maniera esponenziale proprio dai reparti ospedalieri in campo nazionale: «Si ricorda uno per tutti il recente drammatico episodio avvenuto presso l’Ospedale San Paolo di Milano il 21 settembre scorso che ha visto precipitare dal secondo piano un assistente capo di polizia penitenziaria nel tentativo di impedire un’evasione di un detenuto che era ricoverato lì».


L’Osapp, nel ribadire quanto riportato nella precedente nota circa la necessità di tutelare e garantire l’ordine e sicurezza all’interno delle strutture ospedaliere e nei luoghi di accesso pubblico nonché di degenza dei cittadini, «diffida le autorità in indirizzo ad un doveroso e legittimo intervento. Il 17 luglio del 2017 - ricordano i sindacalisti - con la delibera numero 602 del direttore generale dell’Azienda ospedaliera Moscati, veniva emessa l’ordinanza di istituzione del Repartino detentivo, richiamando la giusta applicazione dell’articolo 7 della legge numero 296 del 1993. La presente vale come diffida ad adempiere per ripristinare un dovuto pubblico ed essenziale servizio interrotto ormai da troppi anni a discapito della collettività anche sotto l’aspetto dell’ordine pubblico». In considerazione della mancanza di risposte da parte delle autorità competenti, l’Osapp «si riserva di adire alle autorità giudiziarie competenti per il territorio»

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